di Silvana LAZZARINO
Tra scultura, grafica e pittura, in mostra a Roma “I Riti del Tempo: La Pace” con testo critico di Franco Campegiani, aperta fino al 7 luglio
Oltre il respiro del tempo a cogliere il battito di quelle emozioni che ancora restano sopite entro labirinti del pensiero, verso un’apertura alla riflessione e alla contemplazione con cui superare quel confine tra materia e spirito, conduce l’arte di Paolo Mayol (Napoli 1952) scultore molto apprezzato da pubblico e critica, attivo nella provincia di Roma che mette al centro l’esistenza in generale e quella dell’uomo di oggi in particolare, sempre più chiamato a restituire armonia e autenticità ai processi relazionali con gli altri individui e tra questi e l’ambiente.
La scultura, ma anche la pittura e la grafica diventano i mezzi privilegiati per riflettere sulla complessità del mondo dove tanta bellezza in termini di apertura all’altro, spesso viene intaccata da una sottile linea d’ombra che non lascia emergere quella scintilla di luce nascosta eppure presente in ciascun individuo.
Di origini napoletane, con un percorso artistico variegato che coniuga lo studio del teatro e e percorsi legati all’arte prima al liceo artistico, poi all’Accademia di Belle Arti di Napoli nella sezione Scultura, Paolo Mayol, ha arricchito la propria formazione presso l’atelier della Scuola Superiore d’Arte di Randwick, in Australia, e con una specializzazione in tecniche di incisione d’arte all’Istituto Nazionale per la Grafica della Calcografia Nazionale a Roma.
La sua scultura che apre a nuove possibilità espressive grazie all’uso di diversi materiali come legno, ferro, pietre e metalli come il bronzo a cera persa, che egli piega a forme eteree e audaci, restituisce nuova vita a rappresentazioni che si centrano sulla complessità dell’uomo nel suo essere estroverso, spesso enigmatico, ma anche deciso e insicuro. Si tratta di configurazioni semplici ed essenziali ma aperte all’evoluzione dove emergono forme organiche e fluide di richiamo alla natura e a diversi aspetti dell’esistenza. per soffermarsi sull’importanza dell’azione e della contemplazione anche attraverso il cambiamento che prende il via dall’interno per poi manifestarsi all’esterno.
Un percorso di grande spessore visivo ed emozionale è restituito dall’esposizione a lui dedicata in corso a Roma a Palazzo Valentini (Via IV Novembre 119/a) dove è stata inaugurata lo scorso 23 giugno 2025 alla presenza della Consigliera di Roma Capitale, Antonella Melito, a testimonianza dell’importanza culturale dell’evento per la città.
Patrocinata dalla Città Metropolitana di Roma Capitale e della Città di Ciampino, con il supporto di Roma Capitale, la mostra “I Riti del Tempo: La Pace” aperta fino al 7 luglio 2025, accompagnata dal testo critico di Franco Campegiani, saggista, critico d’arte, poeta e filosofo intervenuto all’inaugurazione, attraverso 18 opere tra sculture e rappresentazioni grafiche si sofferma sul concetto di pace confermando quanto l’arte e in questo caso le sculture di Mayol siano in grado di veicolare con forza l’importanza di questa tematica a livello universale. La prospettiva sulla pace proposta dalle sculture e dalle rappresentazioni grafiche che entrano in dialogo tra loro, si riferisce non solo all’idea di assenza di conflitto, ma a come l’umanità proceda nel suo percorso per poterla attuare.
Attraverso sculture in bronzo, gesso e alabastrino e composizioni che includono legno, rame e acrilici, e pasta di vetro di Murano, oltre ad incisioni su zinco a tecnica mista, l’artista internazionale mette al centro l’individuo sospeso tra dubbi e certezze, assenza e presenza, fragilità e forza, e ad un tempo restituisce l’occasione che viene offerta proprio all’individuo di soffermarsi a pensare quanto ciascun esistenza sia preziosa in ogni angolo dell’universo e quanto ciascuno nel proprio piccolo possa fare per costruire quel progetto di pace globale tanto anelato.
Queste le parole del critico Franco Campegiani riguardo l’opera dell’artista, che descrive essere
“un caso emblematico per il fiato nuovamente utopico ed il respiro universale da cui la sua produzione è animata“.
L’esperto ne sottolinea inoltre la
“tensione nobilissima verso la fratellanza universale che è estremamente urgente riscoprire in un mondo dilaniato da guerre e sopraffazioni d’ogni genere“.
Le opere di cui citiamo alcuni titoli Ali in gabbia, Il Volto della pace, Centauro allo specchio realizzate in bronzo a cera persa e Cronostasi- La priamide del Tempo (incisione su lastra in zinco a tecnica mista: acquaforte, puntasecca e acquatinta) sono un invito a proiettarsi con altri occhi sul presente per scoprire come anche il sogno della pace sia possibile.
Questa nuova visione la si può ritrovare lasciando andare preconcetti, giudizi e riconciliandosi con quelle zone d’ombra in cui spesso si resta imbrigliati lasciando che a rischiararle sia una rinnovata consapevolezza che mette al centro il rispetto per sé e l’altro. L’altro, dunque, non è più il diverso, il nemico da combattere, ma persona da considerare nella propria unicità per procedere entro una visione in cui si parli di integrazione, cooperazione a partire dalle diversità viste quali opportunità per aprire un dialogo arricchente e rispettoso.
Se in Ali in gabbia si evince, come ha descritto Franco Campegiani
“un’ala maestosa che prorompe con forza dai limiti dell’elaborato senza riuscire a svincolarsi del tutto, in quanto qualcosa la trattiene dentro il recinto impedendole di spiccare il volo“;
nel Il volto della Pace troviamo raffigurato il volto “bonario”, sovrastato da una colomba con un’ala spiegata e l’altra frenata da “insuperabili viluppi esistenziali”, simboleggiando una pace che ha un prezzo. Una riflessione sul tempo e sull’invito a fermarsi è proposta da Cronostasi. La Piramide del tempo dove la clessidra invita alla riflessione sul tempo che si arresta, da attraversare con pause riflessive da cui ripartire in un’ascesa piramidale.
Claudio Strinati riguardo questo scultore internazionale ha dichiarato:
“un artista vulcanico e fervido, estremamente competente sotto il profilo tecnico e dotato, al contempo, di un fervore morale e intellettuale che lo rendono figura pressoché unica nel panorama attuale”.
Capace come pochi di plasmare la materia Mayol che ha ottenuto importanti riconoscimenti e vinto concorsi d’arte, narra con eleganza il vissuto dell’uomo le sue speranze e paure, i suoi interrogativi sul senso della vita dove spesso si combatte con l’indifferenza, e l’alienazione presenti ancora in questa società dove il bisogno di apparire, unitamente ad un insano egoismo non aiutano a guardare oltre il proprio “riflesso”.
Tra le opere monumentali, di Paolo Mayol citiamo la fontana “Il volo della Cariatide” e due bassorilievi (“Oriente” e “Occidente”) esposti nel Municipio di Ciampino. L’evento è organizzato in collaborazione con Casa Delle Culture, LCN, Dialogues ed il sostegno di sponsor.
Silvana LAZZARINO Roma 29 Giugno 2025
“I Riti del Tempo: La Pace”
di Paolo Mayol
Palazzo Valentini Via IV Novembre 19/A Roma
Orario: lunedì- venerdì 9.30-13.30, 14-30-18.30 Il 7 luglio l’esposizione chiude alle 13.30
fino al 7 luglio 2025