di Silvana LAZZARINO
In ascolto dell’esistenza tra visibile e invisibile, azione e contemplazione con le opere monumentali di Gianfranco Meggiato nella mostra “ELPÌS – Dove nasce la speranza” fino al 30 settembre 2025

Tra materia e spirito, armonia e ridefinizione di un muovo tempo per liberarsi da schemi comportamentali limitanti e talora alienanti, accompagna l’arte di Gianfranco Meggiato che tesse le dinamiche emozionali dell’esistenza attraverso lo sviluppo di figure in divenire dove a dominare sono le geometrie di solidi e architetture quali matrici scelte con cui soffermarsi a riflettere sul cammino dell’uomo in questo piano sospeso tra luci e ombre, verità e inganni.
Ciascuna rappresentazione scultorea o installazione nel suo manifestarsi in strutture allungate, dai movimenti sinuosi spesso a creare intrecci impossibili, o nel suo sfidare la superficie con figure geometriche in perfetto equilibrio, porta con sé l’impalpabile vibrazione di tutte quelle energie invisibili che appartengono all’universo e quindi anche all’uomo che ne è parte integrante. Questo perché nell’individuo si coniugano l’aspetto materiale, mentale e spirituale.

E’ proprio l’aspetto legato alla spiritualità e alla materia che si respira nelle sculture monumentali di Meggiato, come anche la metafisica per andare oltre l’esperienza sensibile. Figure che si intrecciano attraversando lo spazio il cui movimento apre ad un gioco di elementi e linee avvolgenti, si susseguono nell’esposizione di installazioni e sculture monumentali, allestita negli spazi insoliti, ma privilegiati dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano visibile fino al 30 settembre 2025.
L’esposizione “ELPÌS – Dove nasce la speranza” a cura delle studentesse dell’Università Cattolica Arianna Bono, Matilde Cauteruccio, Matilde Dante, Maria Laura Foti, Sara Ravelli, Alessandra Mara Sartori di Borgoricco e Melania Sisinno, con illustrazioni a cura di Francesca Iperico, è articolata nelle due sedi limitrofe di Milano, in Largo Gemelli 1 e in via Carducci 28/30. Essa vuole proporre un momento di riflessione condivisa, rivolta sia agli studenti, sia al pubblico più ampio. Elpìs – dal greco speranza – vuole proporre una nuova città e una nuova speranza non ancora realizzata, ma che è manifesta negli sguardi, nei sogni e nelle mani di chi, ancora oggi, vive la speranza come atto radicale.
Elpìs non ha confini precisi: prendendo vita dall’Università Cattolica si costruisce tra un pensiero e un gesto concreto, traboccando verso l’esterno, oltrepassando i limiti istituzionali fino a diventare spazio condiviso, luogo di dialogo e azione. Intrecciandosi con il tessuto urbano e umano, in questo fluire, l’esposizione offre un nuovo modo di osservare la realtà a partire da una riflessione interiore pe guardare ad un possibile cambiamento collettivo.
Le forme fluide e meditative offerte dalle sculture di Meggiato incarnano perfettamente questo sentire che invita non solo i giovani studenti, ma anche ciascun visitatore, ad interrogarsi sulla propria idea di speranza come sul domani, perché la forza evocativa dell’arte restituisce un ascolto autentico dove ogni emozione ritrova la propria matrice.
Così l’artista dichiara riguardo il linguaggio universale dell’arte che va oltre la temporalità:
“L’arte, che è sopravvissuta a tutte le guerre, le calamità e le distruzioni della storia, ha da sempre rappresentato il picco culturale e spirituale dell’umanità. Nel suo perpetuarsi nel tempo, superando i secoli, malgrado tutto, l’arte è una manifestazione plastica della forza inarrestabile della speranza.”.


Esposte nei chiostri e nei luoghi di ritrovo universitario, le sculture di Meggiato da Colpo d’ala, al il Soffio della vita, da l’Incontro a il Volo, per arrivare a Lo Specchio dell’assoluto, Oltre il finito e Risveglio, nel restituire allo spazio una nuova proiezione, intendono promuovere un’interazione attiva con i visitatori. Così le stesse opere diventano non solo oggetti da osservare passivamente, ma elementi da esplorare fisicamente: lo spettatore /visitatore è infatti invitato a trovare con esse un dialogo diretto e sensoriale grazie alla possibilità di toccarle e ruotarle. Le sette opere esposte, realizzate in alluminio con la tecnica della fusione a staffa e successivamente verniciate a forno, sono pezzi unici, tutte bianche a sottolineare la dimensione eterea e il concetto di trascendenza,


Ciascun’opera accompagna il visitatore in un percorso di rinascita, speranza e riflessione, grazie al linguaggio simbolico e visionario che appartiene alle stesse opere dove vi sono rimandi agli Archetipi universali quali l’incontro con l’altro, il coraggio del dolore, la tensione verso l’oltre, il risveglio dell’anima che portano ad una riflessione visiva sull’umano e sul suo costante dialogo con l’invisibile. Se il bisogno di aspirazione vero l’infinito che appartiene all’individuo, il suo desiderio di superare i propri limiti per evolversi nello spirito emergono nell’opera Il Volo, il risveglio delle coscienze che poco alla volta si sta facendo strada tra la popolazione mondiale per una rinovata consapevolezza sul significato della vita, si evince in Risveglio, come in Specchio dell’Assoluto si ritrova il contatto dell’uomo con l’Assoluto fonte di vita ed energia in costante movimento e rigenerazion; tra l’altro lo specchio va inteso quale porta verso un’altra dimensione.


Per quanti visitano la mostra vi è la possibilità di lasciare un proprio contributo scritto riguardo il tema della speranza, tramite speciali cartoline, disponibili negli spazi espositivi e raccolte in appositi contenitori. Si tratta di lasciare, per quanti lo desiderino. una testimonianza personale o un pensiero nato dai contenuti proposti nel corso della mostra. Successivamente le testimonianze verranno selezionate e raccolte in un volume dedicato, che restituirà in forma collettiva il percorso di pensiero e partecipazione emerso nel corso della mostra. Sono in programma, durante il periodo dell’esposizione visite guidate e attività ad essa legate. Ognuna di queste è pensata per essere un momento di socializzazione e condivisione.
Gli stimoli offerti prendono forma attraverso un ricco programma di iniziative culturali — tra cui bookclub, cineforum e visite guidate — pensate per coinvolgere attivamente i visitatori.
Questi lavori entro contesti lontani da gallerie e spazi deputati all’arte, si inseriscono entro il binomio azione/ contemplazione che è un po’ il filo conduttore delle creazioni di Meggiato.
Cenni biografici
“Gianfranco Meggiato (26 agosto 1963, Venezia) si forma all’Istituto Statale d’Arte, studiando scultura in pietra, bronzo, legno e ceramica. La sua arte si ispira ai maestri del Novecento come Brancusi, Moore e Calder, esplorando il rapporto tra pieno e vuoto, e dando importanza allo spazio.
A partire dal 1998 è invitato a esporre in musei, gallerie e piazze pubbliche di tutto il mondo: USA, Canada, Gran Bretagna, Danimarca, Germania, Belgio, Olanda, Francia, Austria, Svizzera, Spagna, Portogallo, Principato di Monaco, Ucraina, Russia, India, Cina, Emirati Arabi, Kuwait, Corea del Sud, Singapore, Taipei, Australia.
Ha partecipato a eventi prestigiosi come la Biennale di Venezia nei padiglioni nazionali (2011-2013) e a MANIFESTA12 (2018). Nel 2017 ha ricevuto il Premio ICOMOS-UNESCO per la sua abilità nel fondere l’antico e il contemporaneo. Le sue opere recenti includono installazioni hi simboliche in luoghi iconici, come La Spirale della Vita a Palermo (2018), Il Giardino di Zyz a Matera (2019) un’installazione interculturale a forma di mano di Fatima nella logica che tutto è uno, L’Uomo Quantico ad Agrigento nella Valle dei Templi (2021) e Il Respiro della forma a Pisa (2022). Nel 2023 ha installato a Roma L’Incontro Simbolo di Pace installazione dedicata alla pace nel primo anniversario della guerra in Ucraina. Nel 2024 ha esposto a Roma I Diòscuri tornano a Roma, installazione di 11 sculture e sempre con un’installazione di 11 sculture ha esposto a Forte dei Marmi Risveglio. Il suo ultimo progetto Linee dell’Invisibile a Baku, Azerbaijan, è una mostra personale con 39 opere al Heydar Aliyev Center disegnato da Zaha Hadid”
Silvana Lazzarino
ELPÌS – Dove nasce la speranza
a cura di Arianna Bono, Matilde Cauteruccio, Matilde Dante, Maria Laura Foti, Sara Ravelli, Alessandra Mara Sartori di Borgoricco, Melania Sisinno
Sedi n. 2 Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano:
Largo Gemelli 1 e via Carducci 28/30 – Milano
fino al 30 settembre 2025