di Silvana LAZZARINO
L’opera dell’artista palermitano verrà collocata presso il Palazzo di Vetro a New York City a Manhattan
Sempre più guerre e conflitti generano violenza, morte e distruzione, dimenticando che conquiste, soprusi, abusi, vendette perpetrate per sete di potere o in nome di un ideale allontanano gli uomini gli uni dagli altri. Devastante come la guerra è il crimine del genocidio su cui focalizza l’attenzione Arrigo Musti (Palermo 1969) artista di successo internazionale, che con la sua recente opera evidenzia l’importanza di prevenire e perseguire tale atto disumano.
L’opera “Legge di Conservazione della Vita” da lui realizzata nel 2023 è stata presentata, esposta e donata alle Nazioni Unite lo scorso 8 dicembre 2023 in occasione del 75° anniversario della Convenzione sulla Prevenzione e la Condanna del Crimine di Genocidio e della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo, nella sala dei mandati (Trusteeshep Council Chamber) Sede dell’ONU a New York.
Appositamente realizzata per la ricorrenza storica, l’opera composta da vernice spray su lamiera, mediante una metafora visiva definisce la necessità di prevenire e perseguire il crimine di genocidio. Le sfere pendenti della rappresentazione sono un chiaro riferimento al pendolo di Newton, governato dalla legge della conservazione della quantità di moto e dell’energia. Le sfere sono in movimento: se fossero immobili in equilibrio, il mondo sarebbe costretto a subire questi atroci crimini, mentre il moto continuo fa in modo che ciò non possa succedere, grazie alla forza trainante delle Nazioni Unite che produce tale oscillazione.
Pur se a livello grafico è stata rappresentata solo una sfera riferita al mondo in cui sono comprese Europa, Africa e Asia, non vi è posto sicuro nel mondo poiché ogni crimine può ripetersi. Il colore rosso del mare della sfera/mondo sta a simboleggiare tutto il sangue versato, mentre il colore bianco dei continenti indica l’assenza di umanità in quelle zone degli stessi dove si manifestano i crimini.
La superficie lucida delle sfere nel suo essere luminosa e riflettente permette ai visitatori di vedere riflessa la propria immagine innanzi alla quale ciascuno può soffermarsi e considerare in maniera profonda tutto quello che consegue da queste tragedie che ancora insidiano l’equilibrio e l’armonia di popoli e nazioni in cui dovrebbe regnare la pace. A proposito delle caratteristiche delle superfici dei suoi lavori, orientate a creare in chi guarda occasione per andare oltre le stesse cogliendo quanto vi sia nel profondo, così egli afferma:
“nel mio caso la superficie è comunque solo un’esca per attrarre. Importa meno di ciò che copre.”
Questo induce a considerare come sebbene si sia portati a lasciarsi conquistare maggiormente da immagini piacevoli riferite a diversi ambiti, si dimentica come la realtà che circonda l’uomo sia un’alternanza di situazioni positive e negative tra bellezza e devastazione, vita e morte, e ciò accade perché spesso ci si discosta dall’altra faccia dell’esistenza: quella del dolore e del dramma dell’uomo.
Così afferma l’artista:
“Ci fa comodo rifugiarci nelle immagini più piacevoli e accattivanti ma esse raccontano solo un aspetto di questo mondo multiforme in cui viviamo…. Solo se si sceglie di andare oltre i colori abbaglianti raccontano le storie anonime di tanti uomini, donne e bambini che, loro malgrado, hanno lasciato il segno nella storia con quegli oggetti a futura memoria”.
E ancora :
“Ho raccontato tante storie, tutte nascoste e ricoperte da immagini seducenti in forme realizzate con colori vivaci. Ho utilizzato e utilizzo colori e smalti su superfici ferrose che ricordano le automobili appena uscite dalla fabbrica. Ho verificato che può servire ad avvicinare lo spettatore. Funziona!”.
Il suo stile da lui definito “impop”, facendo riferimento alla forma seducente intende catturare l’attenzione degli spettatori visitatori invitandoli ad una riflessione su argomenti importanti, ma impopolari come il genocidio e allo stesso tempo. sottolinea come si accennava, l’importanza di un’azione di prevenzione nei riguardi del crimine di genocidio che deve essere punito.
Questa opera di Musti che entra a far parte a pieno titolo della collezione d’arte delle Nazioni Unite a New York sarà collocata al 32° piano del Palazzo di Vetro dove verrà affissa nell’ufficio del Consigliere Speciale per Genocidi del Segretario Generale Antonio Guterres e Sottosegretario Generale delle Nazioni Unite, Ms Alice
Wairimu Nderitu. Le tragedie e drammi del passato come il genocidio, lasciano un grande insegnamento. Riguardo l’importanza di non dimenticare quanto accaduto per non ripetere gli stessi errori e tutto quello che lede la dignità e la libertà dell’individuo, così ha sottolineato il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres:
“Nel mondo odierno di profonde divisioni, sfiducia e conflitti, ci troviamo di fronte alla minaccia persistente di questo atroce crimine di genocidio; vi è il pericolo di dimenticare le oscure lezioni del passato”.
L’opera di Musti di grande attualità è un invito a ricordare: lo stesso invito a ricordare lo si ritrova anche nel 2022 quando due sue installazioni artistiche della serie “Under the Surfaces” sono state donate allo Srebrenica Memorial Center della Bosnia Erzegovina, accompagnato dalle madri di Srebrenica e da Serge Brammertz, procuratore capo IRMCT (International Residual Mechanism for Criminal Tribunals delle Nazioni Unite).
“In memoria delle vittime e dei sopravvissuti del genocidio di Srebrenica del 1995 e in riconoscimento del lavoro del procuratore delle Nazioni Unite Serge Brammertz e della sua squadra nel consegnare i responsabili alla giustizia”.
La creazione artistica di Arrigo Musti con cui lo stesso artista intende suscitare una reazione persino di sdegno verso la violenza, si aggiunge alle già presenti sculture di Giacomo Manzù e Arnaldo Pomodoro collocate nella zona esterna del Palazzo di Vetro a Manhattan. Essa rappresenta un monito contro la crudeltà dell’uomo in una congiuntura internazionale così drammatica.
Numerose sono le mostre personali e collettive dedicate alla sua arte dai contenuti sociali accolte con successo in gallerie d’arte contemporanea e musei in Italia, Francia, Paesi Bassi, Inghilterra e Stati Uniti; citiamo tra le personali “Rain” del Leone d’Oro, storico dell’arte Maurizio Calvesi, “Nameless” presso la Camera dei Deputati italiana (Montecitorio-Roma) e “Arrigo Musti – Impop” ai Musei di Villa Torlonia a Roma del 2014 curata da Lorenzo Canova. Ha partecipato alla 54° Biennale di Venezia – Arsenale di Venezia – in quanto scelto come miglior Artista italiano, dal regista premio Oscar Giuseppe Tornatore.
Se il regista Giuseppe Tornatore definisce i suoi lavori “un’armonia provocatoria che allarma ed inquieta…” , lo storico dell’arte e saggista Maurizio Calvesi scrive
“I volti tratteggiati da Arrigo, di un tormentato colore, sanno esprimere la bellezza di quella umanità che l’uomo occidentale considera “diversa” e al tempo stesso il rischio cui è condannata, l’incombere o l’imminenza dei profondi sfregi che le calamità del mondo le imprimono come marchi di fuoco…”.
E ancora lo storico e critico d’arte Lorenzo Canova, a proposito del manifesto Impop, sottolinea come le sue opere
“sono come forme svuotate utili nel loro ruolo di veri e propri antidepressivi che coprono il vuoto sociale e interiore, personale e collettivo di un mondo senza memoria che corre veloce per consumare e dimenticare in fretta tutto, anche se stesso”.
Tra i luoghi riferiti a musei, spazi pubblici e collezioni private dove sono esposte in modo permanente le sue opere vanno menzionati: la Corte Penale Internazionale dell’Aja (Nazioni Unite), la Fondazione Orestiadi di Gibellina (Trapani – Sicilia) e il Museo Guttuso (provincia di Palermo). Immancabili premi e riconoscimenti di prestigio, tra essi citiamo: il Premio internazionale Italia-USA 2014 dell’omonima Fondazione presso la Camera dei Deputati a Roma.
La pubblicazione delle foto è stata possibile grazie alla gentile concessione di Francesco Domilici e delle Nazioni Unite.
Silvana LAZZARINO Roma 21 Gennaio 2024
Scheda opere di Arrigo Musti
Titolo: “Legge di conservazione della vita”
Dimensioni: cm 100x100x7. Tecnica: smalti spray su lamiera di ferro. Anno: 2023 ; donata da Arrigo Musti alla Sede delle Nazioni Unite – 405 East 42nd street, New York, NY 10017 USA in occasione del 75° anniversario della Convenzione sulla Prevenzione e la Punizione del Crimine di Genocidio e della DUDU (Dichiarazione Universale dei Diritti Umani)