Il prossimo martedì 7 maggio inaugura lo “Spoleto Meeting Art Bruxelles” (Avenue Louise 210)

di Silvana LAZZARINO

L’edizione 2024 dello “Spoleto Meeting Art Bruxelles” sarà ospite della Regione Abruzzo, dove è prevista l’Inaugurazione il prossimo martedì 7 maggio, con inizio alle 17h30, presso la Sede regionale in Avenue Louise 210.

Il progetto artistico e culturale di portata interregionale fonde musica, pittura, letteratura e giornalismo, sotto la supervisione di Luca Filipponi e la direzione artistica di Paola Biadetti.

Lo Spoleto Meeting Art ed il Menotti art Festival Spoleto si presentano a Bruxelles con mostre d’arte contemporanea, visite speciali alle Istituzioni, concerti e presentazioni, proseguendo una tradizione di grande valore culturale ed etico, che unisce valori e ricerche di carattere internazionale, tanto più validi in questi tempi di tensioni mondiali.

L’arte e gli artisti delle arti visive accuratamente prescelti in rappresentanza ciascuno della propria Regione saranno presentati nella mostra “Spoleto Meeting Art Bruxelles” in Avenue Louise 210 presso la sede di proprietà della Regione Abruzzo che ha approvato e patrocinato il progetto che esiste oramai da 11 anni e costituisce un punto di riferimento importante nei rapporti tra Istituzioni comunitarie, Regioni Europee ed il mondo dell’associazionismo e della cultura.

Eugenia Serafini e Luca Filipponi

Alla mostra a cura di Luca Filipponi e Paola Biadetti parteciperanno 12 artisti: Antonio Barbuto, Mauro Capitani, Simone Civale, Loredana Civitillo, Giulio Greco, Rita Elisa Landeau Orsini, Mario Lo Coco, Andrea Natale, Michele Pinto, Marco Quarantini, Eugenia Serafini, Antonio Vinciguerra.

Eugenia Serafini, La Luna

In questo contesto internazionale, invitata dal Presidente prof. Luca Filipponi, Eugenia Serafini nota artista multimediale, già docente universitaria, oltre che poetessa di successo si inserisce a pieno titolo dopo le numerose mostre in Italia e all’estero e i prestigiosi riconoscimenti e premi ricevuti durante la sua rinomata carriera.

Oltre ad essere una pittrice di grande spessore comunicativo, è installazionista, performer, giornalista, nonché direttore responsabile della rivista semestrale “FOLIVM”, organo dell’Accademia in Europa di Studi Superiori ARTECOM-onlus-ets.

Eugenia Serafini, La via blu

Al prestigioso “Spoleto Meeting Art Bruxelles” Serafini si presenta con una selezione di quattro tele 100×100, dipinte ad acrilici, nelle quali prevale la scelta dei colori blu, bianco e oro in un percorso tutto ispirato al CIELO, tratte dalla Mostra personale “SGUARDO A ORIENTE”, a cura del prof. Carlo Franza, che nel 2020 ha ottenuto grande successo al Circolo del Ministero degli Esteri della Farnesina.

Due intense testimonianze dal Catalogo alla Mostra “SGUARDO A ORIENTE”, Roma 2020

Con queste parole l’Ambasciatore Umberto Vattani, Presidente della Venice International University, fondatore della Collezione d’Arte Farnesina commenta le opere di Eugenia Serafini:

Permettetemi una nota personale, riguardante una persona che qui oggi starebbe molto volentieri perché è stata la prima a creare in questo Circolo della Farnesina uno spazio in cui l’arte, la cultura, la musica facessero non soltanto la loro apparizione ma aiutassero a dare un’anima a questo sodalizio. Pensi, cara Serafini, che dal 1936, data di nascita di questo Circolo si era prevalentemente trattato di ospitare attività sportive e sociali, attività che anzi grazie al presidente Vignali hanno visto una ulteriore espansione, ma l’arte e la cultura, un laboratorio cioè per conoscere, incontrarsi, dialogare con quello che ci sta davanti e che noi percepiamo solo nelle grandi linee è dovuto essenzialmente a mio fratello Alessandro Vattani. Se fosse stato qua, avrebbe accolto lei e le sue opere veramente con molta, molta commozione! Io per parte mia mi accorgo che a guardare queste opere non si può fare a meno di sognare.…questa straordinaria varietà di colori che Eugenia spande anche in maniera generosa, con pennelli piuttosto grandi ma poi affina e si vede e si riconosce che a parte il tratto grande c’è una finitura, un finissage molto più sottile, molto più delicato. Perché questo? Perché possiede e credo abbia una padronanza assoluta di tutte le tecniche espressive, anche quando usa materiali poveri: carta, fil di ferro, palloncini di gomma, bolle di sapone, e qualche volta il cartone ondulato. Materiali semplici, come quelli che usava Galileo Galilei, al quale lei dedica molte delle sue opere, quando per studiare il piano inclinato si serviva di alcuni sassi e di uno spago, perché le grandi cose, i grandi capolavori nascono proprio da questo. Ebbene, per concludere vorrei dire che proprio con queste immagini di colore, con questo mondo leggero che si sottrae alle leggi della gravità, uno si accorge di quanto fossero giuste le parole “Noi siamo fatti della stessa stoffa dei sogni e nello spazio e nel tempo di un sogno è raccolta tutta la nostra breve vita”. Ecco questo è quello che ispirano le sue opere e io vorrei dirle, Eugenia, quanto siamo lieti di averla qui al Circolo con noi e le facciamo i migliori auguri di sempre maggiore successo.
Eugenia Serafini, Il cielo è blu
Eugenia Serafini, Cascata di stelle

E il critico prof. Carlo Franza:

Non sto qui a ricordare il passato ma è una amicizia che mi lega ad Eugenia Serafini da tanto tempo con tantissime mostre, una grande artista con tante tappe, per la quale ho curato mostre anche all’estero, a Berlino per esempio, ma anche a Firenze, a Milano. ORIENTE e OCCIDENTE sono due mondi che specularmente si ritrovano e le opere di questo ciclo sono non dico belle, ma bellissime, perché affondano nel discorso artistico di quello che io chiamo rivisitazione del New informale. Voi sapete che nel secondo Novecento sono state toccate tante situazioni e non aveva più senso ripetere tante cose. Poi oggi gli artisti rivisitano il passato in modo diverso: abbiamo avuto la Transavanguardia che ritrovava nella figuralità un suo tracciato. La stessa cosa ha fatto la Serafini che allacciandosi all’informale, rivisita il New informale, un movimento che c’è stato in Italia negli anni ’60 ma il suo è un informale molto legato al segno, al gesto, alla macchia, una cosa strepitosa. Non credo che oggi ci siano in Italia artisti che hanno la capacità di segnare o disegnare o movimentare un segno, soprattutto un segno non duro, forte ma lirico, poetico come quello della Serafini. Pensate alle onde, quando uno pensa all’Oriente è il punto dove nasce il sole e quindi la vita. Questa mostra in un momento così drammatico per l’Italia vuole essere anche un inno alla vita, alla speranza, all’esistenza e soprattutto gli artisti ci danno queste indicazioni bellissime.

E dalle parole preveggenti di un Maestro quale il critico Mario Verdone, già nel 2008:

La sua fantasia è libera, ma si identifica nella natura disubbidiente a leggi prestabilite, nella materia e nei colori che incontra e assoggetta alla sua sensibilità, fossero pure ritagli, carta rozza o da màcero, frammenti di specchio, di cartone o di metallo, e soprattutto “parole”, che nei versi diventano forme, ali, sogni, trasgressione, carne. C’è una costanza di poesia in tutto ciò che scrive, fa, tocca, compone e con-fonde, sempre inebriata di luce, di profumo di nuvole, con occhio che vince la notte e rende creativa, chiaroveggente, anche l’insonnia, possibile produttrice di “rivelazioni”.

“E’ il tempo della magìa che sta tornando” diceva Apollinaire nei suoi Calligrammes.” Aspettatevi miliardi di prodigi”.

Silvana LAZZARINO  Roma  5 Maggio 2024