“Tappezzamento a pezzi”; la grande opera di Renato Mambor restaurata ed esposta al pubblico presso il Casino Nobile di Villa Torlonia (fino al 14 settembre).

di Silvana LAZZARINO

Nel ridefinire una nuova interazione visivo – emotiva tra l’uomo e la realtà circostante dove immagini, parole, oggetti, visti nella loro propria oggettività invitano a ripensare alla società criticandone la superficialità e l’indifferenza, l’arte di Renato Mambor (Roma 1936-2014) entro parametri enigmatici, non solo intende sfidare le convenzioni sociali, ma invita ad una riflessione sull’identità individuale spesso limitata nella propria autenticità da condizionamenti e vincoli propri del contesto sociale in particolare a lui contemporaneo.

Tra le personalità più originali e complesse dell’arte contemporanea del secondo novecento, nel superare i contenuti espressi dalla Pop Art e andando al di là del concettuale, l’artista romano ha esplorato attraverso i linguaggi della pittura, scultura, installazione, compresi cinema e teatro, le fragilità dell’uomo e la stessa forza legata all’identità umana mettendo in evidenza la tensione relazionale tra mondo esterno ed interno, pubblico e privato, l’apparire e l’essere nella sua essenza. Questo mediante forme geometriche, sagome e figure stilizzate cariche di simboli con l’idea di riflettere sulle icone della comunicazione di massa, restituendo agli aspetti più semplici e apparentemente banali della quotidianità un significato unico, svincolato dall’ordinarietà e quindi da quell’abitudinarietà che diventa ripetitiva e seriale.

In questo senso il suo stile va oltre i codici linguistici definiti mettendo in rilievo una visione “altra” in cui ritrovare l’aspetto più autentico e irrinunciabile dell’essere umano, entro una società dove si procede per automatismi e tutto appare sofisticato. Attraverso la sua arte che è il riflesso di una personalità eclettica, Mambor ha iniziato una sperimentazione del rapporto tra organismo e ambiente, arte e vita, portando all’attenzione un nuovo modo di stare nell’osservazione, sia come atto del guardare, sia come riflessione tra interno ed esterno nelle relazioni e ancora tra unità e separazione.

Nato a Roma nel 1936, Renato Mambor inizia la sua esperienza accostandosi al cinema in qualità di sceneggiatore, cartellonista e attore interpretando anche una piccola parte nel film di Fellini “La dolce Vita”, per poi, sul finire degli anni Cinquanta dedicarsi completamente alla pittura partecipando a diverse mostre personali e collettive. Dopo l’esordio con la mostra del 1959 presso la Galleria L’Appia Antica di Roma, nell’ambito delle Avanguardie internazionali, ottiene diversi riconoscimenti vincendo uno dei “Premi di incoraggiamento” della Galleria d’Arte Moderna, che confermeranno il suo talento come anche le diverse esposizioni a partire dagli inizi degli anni Sessanta presso la Galleria la Tartaruga di Plinio de Martiis.

Dalla pittura al teatro il passo è breve: infatti a partire dagli anni Settanta Mambor si lascia incantare dalla fascinazione del teatro costituendo insieme a Carlo Montesi, Lillo Monachesi e Claudio Privitera, il gruppo “Trousse (nome tratto dalla scultura di metallo da lui realizzata) che dirige dal 1975, per arrivare agli anni Ottanta con Mario Prosperi ad una forma di teatro più tradizionale. È questa fascinazione teatrale con cui si concentra maggiormente verso una ricerca interiore, sugli aspetti cognitivi ed emotivi dell’uomo a suggerirgli spunti nuovi per i suoi lavori di questi anni, come per l’opera pensata per gli spazi di Palazzo Taverna su richiesta e invito di Graziella Lonardi Buontempo.

Non manca l’interesse per le grandi installazioni come per la mostra-evento Fermata d’autobus del 1995 presso lo Spazio Flaminio a Roma o per la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma dove nel 2007 espone i Separè.

Il suo grande dipintoTappezzamento a pezzi (1993) acquisito nel 1999 dalla Sovrintendenza per le sue collezioni di arte contemporanea, dopo la partecipazione dell’artista alla settima edizione della rassegna “Lavori In Corso” svoltasi a Roma negli spazi espositivi della ex Birra Peroni in via Reggio Emilia, è finalmente esposto dallo scorso 29 maggio presso la scenografica Sala da Ballo al piano terra del Casino Nobile, Musei di Villa Torlonia a Roma.

Renato Mambor, Tappezzamento a pezzi, 1993 (restaurato)

Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con i Servizi museali e l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura, l’esposizione rappresenta un’occasione davvero speciale per i visitatori che fino al 14 settembre 2025 possono ammirare questa imponente opera realizzata con tecnica pittorica mista su legno e composta da 7 elementi, (cm 250×350) opera  che rientra nel periodo in cui l’artista aveva ripreso a dedicarsi alla pittura dopo l’impegno con il teatro.

Il grande dipinto rappresenta un unicum per la sua peculiarità in cui i sette pezzi, diversi l’uno dall’altro per trattamento pittorico della superficie in legno e per le forme irregolari, invitano lo spettatore a ricostruirne la visione d’insieme.

Realizzato grazie ad una collaborazione interdisciplinare tra la Sovrintendenza Capitolina e l’Istituto Centrale per il Restauro, unitamente alla ditta Cantagalli, l’allestimento, che si è avvalso della preziosa testimonianza di Biagio Fersini, assistente di Mambor negli anni Novanta, ha permesso di riassemblare alla perfezione i 7 elementi a partire dallo schema compositivo lasciato dall’artista nel momento in cui l’opera è entrata nelle collezioni capitoline.

Grazie alla collaborazione con l’Istituto Centrale per il Restauro e la sua Scuola di Alta Formazione, il restauro dell’opera ha permesso di affrontare questioni attuali come il ruolo dell’arte contemporanea e i metodi con materiali e tecniche non convenzionali. Il progetto sul grande dipinto di Renato Mambor ha permesso non soltanto di approfondire la tecnica pittorica da lui utilizzata negli anni Novanta, ma anche di svolgere una riflessione filologica sull’allestimento dell’opera, basandosi sulle testimonianze dell’Archivio dell’artista, soprattutto della moglie Patrizia Speciale.

L’esposizione oltre ad offrire al pubblico la possibilità di riscoprire uno dei capolavori di Renato Mambor, rappresenta un’occasione per rileggere la vicenda artistica e biografica di una delle personalità di spicco della stagione creativa degli anni Sessanta del secolo scorso che ha visto Roma tra i centri più effervescenti e dinamici.

A completare l’esposizione è il video documentario di Edoardo Mariani e Francesco Scognamiglio prodotto dalla Fondazione Paola Droghetti Onlus, e il volume “Tappezzamento a pezzi. Un’opera di Renato Mambor. Studi e restauro”, a cura di Federica Pirani e Angelandreina Rorro, con testi delle curatrici e di Antonia Rita Arconti, Annapaola Agati, Valentina Rossi e Alice Salvetti, Miriam Pitocco e Barbara Lavorini, Claudio Santangelo. Il volume è edito da da Gangemi Editore, facente parte della collana di volumi dedicati ai restauri realizzati con i contributi della Fondazione Paola Droghetti.

Silvana LAZZARINO  Roma 1 Giugno 2025

Tappezzamento a pezzi” 

di Renato Mambor

opera riallestita ed esposta al  Casino Nobile di Villa Torlonia  Sala da Ballo al piano terra, dal martedì alla domenica ore 9.00-19.00, ultimo ingresso un’ora prima della chiusura, chiuso lunedì

Dal 29 maggio al 14 settembre 2025. ingresso gratuito al museo con la MIC card, acquistabile nei musei e online.