di Marco FIORAMANTI
Roma, Palazzo delle Esposizioni
Mario Giacomelli – Il fotografo e l’artista
20.05__03.08.2025
A cura di Bartolomeo Pietromarchi e Katiuscia Biondi Giacomelli
Mostra promossa dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e Azienda Speciale Palaexpo Prodotta e organizzata da Azienda Speciale Palaexpo in collaborazione con Archivio Giacomelli
AL DI LÀ DELLA FOTOGRAFIA
Non io non sono un fotografo, io sono solo uno che cerca godimenti.
Mario Giacomelli
La conferenza stampa sulla mostra degli scatti di Mario Giacomelli, nel centenario della nascita, è stata aperta dal presidente Marco Delogu, presenti Domenico Piraina, direttore del Palazzo Reale e direttore della Cultura di Milano, Massimiliano Smeriglio, assessore alla Cultura del Comune di Roma, Katiuscia Biondi Giacomelli e Bartolomeo Pietromarchi, curatori della mostra.
Roma e Milano di comune accordo hanno deciso di inaugurare ‘in contemporanea’ una doppia mostra tematica dello stesso artista mostrando le forti contaminazioni sia con l’arte (a Roma), sia con la poesia (a Milano, Palazzo Reale: Mario Giacomelli – Il fotografo e il poeta).
Artista prima che fotografo, Mario Giacomelli (Senigallia, 1925 – 2000) è un alchimista dell’immagine. Degli oltre 40.000 scatti presenti nell’archivio, tutti originali, è stata fatta una cernita di 300 opere scelte tra mille esemplari. Opere uscite dall’antro magico-poetico della sua camera oscura, là dove chimica e tempo di reazione si fondono a creare ogni volta nuove vibrazioni. Sei pannelli esplicativi consentono al visitatore di entrare nello spirito e soprattutto nelle viscere di Mario Giacomelli.
L’intera mostra è concepita infatti per aggregazione di stampe “a blocchi sinottici”. Scelta intelligente e raffinata, questa dei curatori (che sarebbe sicuramente stata molto apprezzata dall’artista-fotografo), in grado di “sottolineare la straordinaria capacità di attraversare e contaminare diverse discipline artistiche”.
Nella prima sala una meravigliosa opera di Afro Basaldella dal titolo Grande Grigio entra in perfetta sintonia con tre serie compositive di foto dell’artista marchigiano: Presa di coscienza sulla natura, Territorio del linguaggio e Metamorfosi della terra (Foto 1).

È invece Alberto Burri, con una Combustione e una serie di sei incisioni “a sottolineare anche l’aspetto di sperimentazione grafica che accomuna i due artisti”.
La serie giacomelliana di 16 scatti che vediamo nella foto alle spalle dei relatori (foto 2) mostra l’attenzione dell’autore ai dettagli, alle “forme a ics” (che ci rimandano al catalano Tàpies), così come alle “perforazioni in serie” (nelle quali ritroviamo l’argentino Fontana).

Meno convincente, a mio avviso, l’opera Senza titolo – al centro della sala successiva – del greco Kounellis, mentre le serie di Giacomelli, come Lourdes (foto 3), esplodono in maniera poetica esprimendo lacerazioni ed evidenziando le disperazioni dell’essere umano.

Proseguendo il percorso, anche il visitatore meno esperto riconosce nella serie Io non ho mani che mi accarezzino il volto (foto 4) l’iconografia più nota del fotografo, quella
“di giovani seminaristi, sospesi tra sacro e profano, si muovono come visioni, tra danza e preghiera, gioco e rivelazione”.

Nella sala n.5 il Giacomelli onirico dialoga invece in modo sublime con il conterraneo Enzo Cucchi, transavanguardista, “poeta e mago”.
Una sorpresa ci viene fornita nell’area successiva, nella quale Roger Ballen (New York, 1950), noto artista e fotografo statunitense naturalizzato sudafricano – presente in sala – ispirato dal Maestro di Senigallia, ci offre una serie di scatti in cui “costruisce scenari perturbanti e visionari, in bilico tra il reale e l’allucinatorio” (foto 5).

Chiude questa fantastica mostra la ricostruzione fotografica dello studio di Mario Giacomelli corredata fisicamente dall’ingranditore e dalla sua celebre “Kobell” corredata di flash (foto 6).

Catalogo della mostra edito da Silvana Editoriale.
Marco FIORAMANTI Roma 22 Maggio 2025