Alle falde dell’Etna, tra realtà e coscienza, la mostra il “Percorso introspettivo” del Maestro Silvano Raiti

di Francesca SARACENO

1 Silvano Raiti

Si chiude il 17 maggio 2025, la mostra personale “Percorso introspettivo” dell’artista catanese Silvano Raiti (fig. 1).

L’evento espositivo, curato da Elisabetta Maria Ricco, offre al pubblico una selezione di 21 opere d’arte moderna, realizzate negli ultimi anni dal maestro Raiti, in cui alla fruizione puramente estetica si affianca, in maniera del tutto naturale e consequenziale, il “percorso introspettivo” che dà il titolo alla mostra (fig. 2).

2 Locandina

Ospita la mostra l’Associazione Culturale “Risvegli” di Belpasso (CT), piccola ma storica realtà del paese etneo, dove, grazie all’infaticabile attività del maestro Pippo Ragonesi, artisti, scrittori e intellettuali trovano da anni spazio di espressione e occasioni di confronto su tematiche di interesse comune.

Negli ambienti dell’associazione, un allestimento ordinato (fig. 3 e 4) presenta il viaggio pittorico dell’artista catanese su un fondo bianco luminoso che esalta i colori accesi dei dipinti, consentendo ai visitatori una fruizione piena ed esaustiva.

3 Parete allestimento
4 Parete allestimento

Classe 1952, Silvano Raiti viene al mondo in uno dei luoghi più iconici del capoluogo etneo, in quella “Via dei Crociferi” dove arte, storia e letteratura intessono i fili del destino in trame barocche, forgiando lo spirito di chi ha il privilegio di vivere all’ombra del grande vulcano.

Figlio d’arte d’un padre sarto e musicista, cresce tra le volute sinuose delle chiese settecentesche e le geometrie sapienti del tavolo sartoriale; contrasti che accendono visioni, tra i nastri lunghi del basolato lavico, l’azzurro infinito del cielo isolano, le onde increspate che si infrangono sulle antiche rocce basaltiche, e il variegato profilo architettonico della città. Percezioni profonde di una natura aspra eppure generosa che lo accompagnano durante gli anni di formazione nell’atelier del maestro Sebastiano Milluzzo, dove incontra l’estro di valenti artisti attivi in quegli anni di grande fermento culturale; si lascia incidere dalla potenza del “segno” di Nunzio Sciavarrello, imprime negli occhi i colori intensi e le visioni fanciullesche di Giuseppe Finocchiaro D’Inessa, assimila le atmosfere impressionistiche e la morbidezza cromatica delle nature morte di Nino Cordio.

La ricerca artistica di Raiti si evolve negli anni sullo spartito naturale dei paesaggi etnei, cogliendone pienezze e asperità (fig. 5), nelle forme vegetali e nelle linee architettoniche (fig. 6), bagnando lo sguardo alle cascate di luce dei tramonti siciliani (fig. 7).

5 Silvano Raiti, Viottolo di campagna con ginestra e fichi d’India, olio su tela, 100 x100, 2023, proprietà dell’artista.
6 Silvano Raiti, Acicastello, olio su tela 100×100, 2024, proprietà dell’artista.
7 Silvano Raiti, Tramonto con ginestra, olio su tela 100×100, 2019, proprietà dell’artista.

Così, le prime aderenze impressionistiche, i richiami colti degli studi accademici dei lavori realizzati all’aperto, negli anni Ottanta trovano una maggiore essenzialità formale e cromatica in studio, rifacendosi più convintamente agli echi post-impressionistici.

Raiti prosegue il suo percorso stilistico sperimentando le innumerevoli potenzialità del colore, saggiando gli effetti ottici della ricerca spaziale su piani orizzontali, per poi approdare, con la maturità artistica, a una pittura senza mezze misure, dov’è il colore deciso la voce narrante, che fissa la linea e lo spazio, e trasmette la forma nella sua essenza più immediata.

È il trionfo della natura selvaggia di quel pezzo di Sicilia che gli vortica intorno (fig. 8), è la poesia struggente dei sentori veneziani (fig. 9), è il linguaggio universale del colore che arriva prima ancora dell’immagine.

Fig. 8 Silvano Raiti, Strada campestri con fichi d’India, olio su tela 100×100, 2023 proprietà dell’artista.
Fig. 9 Silvano Raiti, Tramonto veneziano, olio su tela, 100×100

Ciò che colpisce, infatti, della pittura di Raiti, è l’impatto cromatico laddove l’intensità sovrasta le sfumature, ridotte al minimo. Il cielo al tramonto, il mare che si infrange sugli scogli, come nei sogni dei bambini, sono “pura essenza”; la pittura non cerca il virtuosismo, si fida dei sensi, che colgono immediato il senso del “naturale” anche tra i cladodi gialli, rossi e blu dei fichidindia “scozzolati”, con lo sfondo, quasi onirico, d’una costa marina rosata (fig. 10). L’artista si muove sulla linea sottile del confine tra realtà e coscienza, tra visione e percezione, attraverso quelle sue “piccole sensazioni” di cèzanniana memoria.

10 Silvano Raiti, Scozzolatura, 100×150, 2019, Pasticceria Pellegrino, Catania.

Quella di Raiti è pittura moderna che ha saputo attualizzare ciò che è immutabile, e cioè la percezione immediata del soggetto dipinto. Nelle sue opere una cupola barocca resta ciò che è, nonostante sia un grigio compatto a presentarla; e gli struggenti paesaggi lagunari sono immediatamente riconoscibili pur nelle loro linee essenziali ma senza perdere un grammo del loro potere emozionale.

11 Silvano Raiti, Vaso con fiori e arance, 100×100, 2019, proprietà dell’artista.

L’arte di Raiti non rinnega la cultura accademica, le delizie estetiche dei grandi maestri del passato, e si carica di memorie altissime nelle belle composizioni floreali e nelle nature morte (fig. 11), che rimandano ai fasti fiamminghi senza emularli, ma attualizzandoli. Allo stesso modo, le complesse architetture barocche della sua città natale, come gli struggenti profili veneziani, sono risolti da Raiti nel rigore della linea essenziale che però non perde un’ombra della bellezza antica, lasciando alla luce il compito di delineare i volumi, e agli occhi la facoltà di “vedere”, come cosa viva e vera, ciò che appare – invece – come pura “suggestione”.

Questo è stato l’impatto della mostra sui tanti visitatori che hanno partecipato al vernissage lo scorso 3 maggio (fig. 12) i cui commenti lasciavano trasparire netta la percezione totalizzante delle vedute naturalistiche di Raiti.

Fig. 12 Visitatori al vernissage del 3 maggio 2025.

E quando l’arte moderna arriva così diretta e “piena” nonostante una filosofia pittorica decisamente innovativa, allora vuol dire che l’artista è stato capace di comunicare le sue percezioni, le sue emozioni. In fondo l’arte è questo, comunicazione.

©Francesca SARACENO, Catania, 11 Maggio 2025.