“A New York nel 1971, pensando a Paolo Portoghesi”. (English text and italian translation)

di Tod MARDER

Marcello Fagiolo ha diramato il 29 maggio ai consoci e agli amici del Centro di Studi sulla Cultura e l’Immagine di Roma, di cui Portoghesi era Presidente Emerito, la notizia della scomparsa dell’amico Paolo Portoghesi

Tod Marder ha dato questa risposta

di Tod MARDER

Dear Marcello and Fellow-Centro-Studi,

Your message announcing Paolo Portoghesi’s death arrived only an hour ago, and I am deeply moved. In New York during the Spring of 1971 “Portoghesi” became for me and others a book (Roma barocca), a teacher, and a spiritual leader of unfathomable power. Many of us were taking Krautheimer’s famous last course at the Institute of Fine Arts, NYU, a class that became The Rome of Alessandro VII, but also for us a marvelous and abrupt beginning. I clearly remember a morning rumor of the new volume that had arrived at Wittenborn bookshop on Madison Avenue — a book whose cost and physical weight challenged all of us. By the end of the lunch break, each of us had our copy of Portoghesi, including Joseph Connors, John Pinto, and several others who later strayed into other fields. Thrust upon us in the middle of Krautheimer’s farewell semester was a monster demonstration of the meaning of the baroque for contemporary design which, in a unique switch-back, clarified the heroes of our attention: Bernini, Borromini, Cortona, and others into the eighteenth century whose names rattled off the American tongue with the same energy as their buildings. From that moment Krautheimer‘s philological guidance was complemented with Portoghesi’s visceral appreciation of form, language, and history so fully that Post-Modernism dawned on us like an inevitable, unavoidable turn just months afterward. Not accidentally, a good number of us turned in unison but independently to writing essays about recent architecture as though we owned it, despite our lack of background and experience.

For me personally, Portoghesi’s vision coupled with the Fagiolo Brothers’ Bernini set the stage for understanding a baroque that was completely distinct from his rivals and yet uniquely of its time. More than any other, this insight created the mental breathing-room necessary to fully absorb Wittkower’s fundamental impact without reducing it to Renaissance inspiration. (Wittkower also taught his last class at Columbia during the Spring of 1971. The subject was English architecture, which made the weekly peregrination all the more striking from baroque on Fifth Avenue to cerebral England on the ragged edge of Harlem.) Many years later, in 2018, among a group of guests at Stiftung Bibliothek Oechslin, I had the pleasure of spending several consecutive days with Paolo discussing new developments in Borromini scholarship. Immaculately dressed and coiffed, he cut a figure of supreme dignity and lucidity from morning til evening, which I shall gratefully treasure forever.

Yours

Tod Marder (30 May 2023)

Caro Marcello (e cari amici del Centro Studi),

il tuo messaggio che annuncia la morte di Paolo Portoghesi è arrivato solo un’ora fa, e sono profondamente commosso. A New York, nella primavera del 1971, “Portoghesi” divenne per me e per altri un libro (Roma barocca), un maestro e una guida spirituale di insondabile potenza. Molti di noi stavano seguendo il famoso ultimo corso di Krautheimer all’Institute of Fine Arts della New York University, un corso che divenne poi La Roma di Alessandro VII, ma anche per noi un meraviglioso e improvviso inizio. Ricordo chiaramente, una mattina, l’annuncio del nuovo volume che era arrivato alla libreria Wittenborn di Madison Avenue: un libro il cui costo e il cui peso fisico mettevano a dura prova tutti noi. Alla fine della pausa pranzo, ognuno di noi aveva la sua copia di Portoghesi, compresi Joseph Connors, John Pinto e molti altri che in seguito si sono dedicati ad altri campi. Nel bel mezzo del semestre di addio di Krautheimer ci fu una dimostrazione mostruosa del significato del barocco per l’architettura contemporanea che, in un singolare cambio di rotta, chiarì gli eroi della nostra attenzione: Bernini, Borromini, Cortona e altri del XVIII secolo, i cui nomi risuonavano nella lingua americana con la stessa energia dei loro edifici. Da quel momento la guida filologica di Krautheimer si completò con l’apprezzamento viscerale di Portoghesi per la forma, il linguaggio e la storia, tanto che il Post-Modernismo ci apparve come una svolta inevitabile e ineluttabile pochi mesi dopo. Non a caso, un buon numero di noi si dedicò all’unisono, ma in modo indipendente, a scrivere saggi sull’architettura recente come se la possedessimo, nonostante la nostra mancanza di background e di esperienza.
Per me personalmente, la visione di Portoghesi, unita a quella del Bernini dei fratelli Fagiolo, ha posto le basi per la comprensione di un barocco completamente distinto dai suoi oppositori e tuttavia unico nel suo tempo. Più di ogni altra cosa, questa intuizione ha creato il respiro mentale necessario per assorbire pienamente l’impatto fondamentale di Wittkower senza ridurlo all’ispirazione rinascimentale. (Wittkower tenne la sua ultima lezione alla Columbia nella primavera del 1971. L’argomento era l’architettura inglese, il che rendeva ancora più sorprendente la peregrinazione settimanale dal barocco della Fifth Avenue all’Inghilterra cerebrale ai margini di Harlem). Molti anni dopo, nel 2018, tra un gruppo di ospiti della Stiftung Bibliothek Werner Oechslin, ho avuto il piacere di trascorrere diversi giorni consecutivi con Paolo, discutendo dei nuovi sviluppi della ricerca su Borromini. Vestito e pettinato in modo impeccabile dalla mattina alla sera ha dato un’immagine di suprema dignità e lucidità che conserverò per sempre con animo grato.

Vostro

Tod Marder (30 maggio 2023)

Tod Marder ha dato questa risposta al seguente annuncio diramato da Marcello Fagiolo il 29 maggio ai consoci e agli amici del Centro di Studi sulla Cultura e l’Immagine di Roma, di cui Portoghesi era Presidente Emerito:

cari amici del Centro di Studi,

sono insieme a voi per un ultimo saluto al nostro Presidente Emerito, Paolo Portoghesi, vero Creator Spiritus* che sempre resterà nei cuori di chi l’ha conosciuto.

Mi permetto di ricordare soltanto che in quest’ultimo anno ho potuto rendere omaggio alla sua Casa Incantata su “About Art online”.

Con malinconia infinita

Marcello Fagiolo

*Veni, Creator Spiritus: ieri, giorno di Pentecoste,

echeggiavano i versi dell’inno liturgico. Eccone alcuni:

Vieni, o Spirito creatore,
visita le nostre menti,
riempi della tua grazia
i cuori che hai creato.

O dolce consolatore,
dono del Padre altissimo,
acqua viva, fuoco, amore,
santo crisma dell’anima.

[…] irradia i tuoi sette doni,
suscita in noi la parola.

Sii luce all’intelletto,
fiamma ardente nel cuore…

 

 

 

All’annuncio hanno subito risposto così, brevemente, alcuni nostri amici.

Caro Marcello, lascia veramente un vuoto incolmabile Paolo, un altro grande ci ha lasciato. Ne sono tristissima

Maria Grazia Bernardini

Caro Marcello, grazie per aver condiviso la tua lettura sulla casa di Calcata. Ricordo il suo bellissimo zoo, una kircheriana Arca di Noè, e il suo animale preferito che se non ricordo male era un asino. L’ho frequentato pochissimo, ma Sandro Tagliolini me ne parlava talmente spesso che è in qualche modo entrato anche nella mia vita.

Mi sarebbe piaciuto che avesse visto la nostra Mostra a Palazzo Barberini. La vedrà da un punto di vista per noi inaccessibile…

Filippo Camerota

Carissimo, ho appreso ieri la notizia e sono addolorato. È un momento triste. Portoghesi è stato un architetto che ha saputo rappresentare i momenti più alti della cultura contemporanea di questa disciplina…

Massimiliano Campi

Caro Marcello, nel mio piccolo mondo, perdo un maestro sui cui testi ho studiato e ancora imparo; ma so che tu perdi un amico e un collega cui ti legano anni di vita e per questo ti sono sinceramente vicino.

Il regalo che mi hai fatto onorandomi della prefazione a doppio nome alla mia monografia sul Raggi acquista ora un’aura un po’ differente, si vela in parte di tristezza ma forse ancora più cristallizza una gioia che ha segnato un momento per me così importante; così pure per la possibilità che ne è derivata di ringraziare anche solo fugacemente quello che tu giustamente chiami il Creator Spiritus e comunicargli tutto il mio debito e la mia infinita stima

Jacopo Curzietti

Ho appreso la scomparsa di Paolo Portoghesi. Cade un pilastro della cultura, mentre si spenge un faro per i navigatori che credono ancora nella bellezza, nelle sue forme architettoniche e in tutte quelle parole ricercate con cui rendere familiare l’arte, sovvertendo la sua natura capricciosa e spesso contorta.

La Terra perde un grande UOMO, un PROFESSORE e un GENIO dal valore inestimabile

Elisa Favilli

Caro Marcello, questa è davvero una giornata triste. Sono sempre venuto di rado a Roma, e anche negli ultimi anni quando le occasioni burocratiche erano più frequenti, mi son sempre lasciato fagocitare dai soli compiti istituzionali. Credevo però inconsciamente che tutto restasse sempre fermo, anche le persone, e che ci sarebbe stato il giorno in cui le cose sarebbero cambiate. Tu sei stato molto più vicino di me a Paolo e sicuramente senti tutto questo maggiormente e in modo diverso…

Alberto Grimoldi

Caro Marcello, mi unisco alla tua tristezza. Con i suoi scritti Portoghesi mi ha insegnato a capire che il piacere della conoscenza non è un gioco, ma una pratica che può anche portare gioia…

Riccardo Lattuada

Carissimo Marcello, mi associo al grande dispiacere per la scomparsa di Paolo Portoghesi, un faro per chi ama l’architettura e la cultura barocca!

Francesco Petrucci

Caro Marcello, malinconia infinita, vero…

Resterà indimenticabile anche per me… Un privilegio averlo incontrato, negli anni ’80 come studente e in seguito intorno a Brasini…

Indimenticabile anche la sua voce, il timbro, il ritmo pacato, l’esatta precisione delle parole nei suoi discorsi sempre densi e sorprendenti…

Elisabetta Procida