di Silvana LAZZARINO
Litografie, dipinti ad olio, pastelli, acquerelli, disegni e incisioni nelle mostre “Alphonse Mucha /Giovanni Boldini” a Palazzo dei Diamanti fino al 20 luglio 2025
Un viaggio entro l’atmosfera esuberante e creativa della Belle Époque con al centro la figura femminile, attraverso l’opera di due tra i più grandi artisti europei quali Alphonse Mucha e Giovanni Boldini, è restituito da “Alphonse Mucha / Giovanni Boldini” due esposizioni allestite negli spazi di Palazzo dei Diamanti a Ferrara e aperte fino al prossimo 20 luglio 2025.


I capolavori di questi due artisti protagonisti di uno dei periodi di maggiore rinascita culturale dell’arte europea tra Otto e Novecento, testimoniano il fascino e la bellezza della donna nelle sue diverse sfumature.
La monografica su Alphonse Mucha, tra i padri dell’Art Nouveau, e la mostra-dossier su Giovanni Boldini, rispettivamente nelle undici sale dell’ala Rossetti e nelle tre sale dell’ala Tisi, mettono in risalto l’eleganza e il fascino femminile tra mito e poesia, sogno e realtà, portando in luce, ciascuno secondo il proprio sentire, quell’ideale femminile del tempo, che vedeva la donna quale emblema di sensualità, raffinatezza e mistero.
Entrambi, il ceco Alphonse Mucha (Ivančice, 1860 – Praga, 1939) ed il ferrarese Giovanni Boldini (Ferrara, 1842 – Parigi, 1931) hanno visto il massimo successo e affermazione nella Parigi della Belle Époque: nella capitale francese Mucha era giunto nell’autunno del 1887, quando il ferrarese Boldini era già affermato e conosciuto e stava maturando l’intenzione di dedicarsi prevalentemente al genere del ritratto.
E’ proprio a Parigi che Mucha ha avuto occasione di ammirare le opere di Boldini presenti all’Esposizione Universale del 1900, e di cogliere l’opportunità nel lasciarsi coinvolgere in mostre e progetti, tra i quali la decorazione del padiglione della Bosnia- Erzegovina commissionatagli dal governo austriaco. Nelle opere di Mucha e Boldini si possono ammirare rappresentazioni e ritratti di figure di donna ora seducenti e attraenti, ora eleganti ed enigmatiche, ma anche sicure di sé ed emancipate.
Le mostre loro dedicate sono patrocinate dalla Regione Emilia Romagna, e organizzate da Fondazione Ferrara Arte e Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara e Arthemisia, con il coordinamento scientifico di Francesca Villanti.

Curata da Tomoko Sato, la monografica dedicata a Mucha restituisce attraverso circa 150 opere – tra dipinti, disegni, fotografie, manifesti, oggetti – non soltanto il percorso inerente la sua produzione ma anche la sua vicenda biografica che procede dall’incontro con la “divina Sarah” a Parigi all’affermazione del suo linguaggio attraverso i manifesti pubblicitari, dai progetti per l’Esposizione Universale di Parigi del 1900 ai soggiorni negli Stati Uniti, per arrivare alla produzione della maturità con il rientro in Cecoslovacchia nel 1910.
Nato nel 1860 nella piccola città morava di Ivančice egli raggiunse la fama nella Parigi fin de siècle grazie ai suoi manifesti per gli spettacoli teatrali della celebre attrice Sarah Bernhardt ed ai pannelli decorativi raffiguranti donne attraenti e raffinate. Le sue opere, caratterizzate da linee sinuose, figure geometriche e colori tenui, divennero presto il simbolo della nascente Art Nouveau, conosciuta come “Le style Mucha”.


Mucha ha saputo esaltare la bellezza femminile attraverso l’uso sapiente di fiori, ornamenti e simboli. Per Sarah Bernhardt, sua musa ispiratrice incontrata nel 1894 egli ha realizzato diversi manifesti dei suoi spettacoli a partire dal primo incarico per lo spettacolo “Gismonda“: sono presenti in mostra diversi manifesti per la “divina” da quello per La Dame aux Camélias, La Samaritaine, Medea fino a quello della pièce teatrale La Princesse Lointaine.
Nelle litografie e dipinti di Mucha accanto ad atmosfere solenni e sacre, spesso con rimandi alle cerimonie religiose cristiane, al richiami allo stile bizantino, si riscontrano riferimento al giapponismo per quei dettagli floreali nelle diverse espressioni di forme e colori con frequenti immagini a figura intera disposte in riquadri alti e stretti. Anche la letteratura ha esercitato su di lui una certa influenza: basti pensare a quella dalle atmosfere malinconiche di Flaubert e Baudelaire, come anche la corrente artistica dei Preraffaelliti inglesi per quelle figure femminili eleganti e sensuali, spesso circondate e incorniciate da elementi naturali.


Curate nei dettagli le sue figure femminili incantano e coinvolgono l’osservatore nono solo per quello sguardo ora sensuale ora sognante, e per quella capigliatura fluente e ondulata, ma anche per il drappeggio degli abiti rifiniti nei dettagli delle decorazioni. Accanto a Sogno a occhi aperti (1897), Chocolat Idéal (1897) e Le Pater considerata l’espressione più autentica della sua visione spiritualista e del suo percorso filosofico in cui restituisce una personale interpretazione della preghiera del “Padre Nostro”, sono la citata Gismonda (1894), Les Amants (1895) e De Forest Phonofilm: Bio Adria (1927) solo per citare altre tra le opere esposte.
Nel 1900, con l’inaugurazione del l’Esposizione Universale di Parigi il grafico ceco era considerato già una delle figure di spicco dell’Art Nouveau. Quando nel 1904 per la prima volta era in visita negli Stati Uniti la stampa lo aveva definito “il più grande artista decorativo del mondo”. Sebbene sia noto principalmente per i manifesti eseguiti nella ville lumiere, Mucha è stato poliedrico e versatile nel campo delle arti: oltre che illustratore, grafico e pittore, è stato fotografo, scenografo, progettista d’interni, creatore di gioielli, packaging designer. Oltre a dedicarsi all’insegnamento Mucha è stato un filosofo e un pensatore politico: era convinto che la bellezza e la forza ispiratrice dell’arte potessero favorire il progresso dell’umanità e la pace; inoltre credeva fermamente nell’indipendenza della sua patria dall’Impero asburgico e seppe esprimere con forza il sogno di unità dei popoli slavi. Alla sua nazione ha dedicato in particolare il grande progetto “Epopea Slava” cui si è dedicato per quasi venti anni dal 1910 al 1928: Si tratta di un monumentale ciclo di dipinti dell’Epopea slava dove le venti imponenti tele documentano le tappe fondamentali della storia degli slavi dall’antico paganesimo alla conversione al cristianesimo fino alla divisione in diverse nazioni ciascuna con proprie caratteristiche, ponendo attenzione alla loro comune origine. Egli così sosteneva:
“La missione dell’arte è esprimere i valori estetici di ogni nazione seguendo la bellezza della sua anima. La missione dell’artista è insegnare alla gente ad amare questa bellezza”
(dal testo di Marco Gulinelli Assessore alla Cultura di Ferrara riferito a questa esposizione).
La mostra dedicata a Mucha in collaborazione con la Mucha Foundation è accompagnata dal catalogo edito da Moebius. Inoltre vede come Technical Support Mucha Museum e Prague City Tourism.
Nel percorso espositivo dedicato a Giovanni Boldini (1842-1931) a cura di Pietro Di Natale, è protagonista la donna moderna e il suo fascino. raffigurata nella maggior parte delle opere presenti nelle sale dell’ala Tisi.

Le oltre 40 opere provenienti dal museo ferrarese a lui dedicato che riaprirà nel rinnovato complesso di Palazzo Massari nel 2026, offrono uno spaccato della Belle Époque, con ritratti di donne leggiadre e sensuali, donne aristocratiche e borghesi, spesso circondate da elementi naturali e decorativi.
L’abilità di Boldini nel cogliere l’essenza della bellezza della donna emerge in ogni dipinto ad essa dedicato, ed è questo aspetto ad aver reso la sua produzione artistica unica, un vero e proprio inno all’eleganza e alla raffinatezza dell’immagine femminile. E ‘infatti il ritratto femminile il tema portante dei dipinti ad olio, pastelli, acquerelli, disegni e incisioni, cui il pittore ferrarese si è dedicato in maniera quasi esclusiva e con successo nella Parigi fin de siècle, dopo essersi interessato ad esplorare tutti i generi.
Con grande immediatezza e autenticità ha saputo restituire lo status, il carattere e la viva concretezza dei suoi modelli ritratti, diventati una vera e propria icona di un’epoca. Le sue pennellate fluide e i dettagli raffinati aprono ad una rinnovata formula stilistica con la quale ha dato forma all’ideale femminile del tempo: elegante, spigliato, colto, emancipato, inquieto, talvolta eccentrico.


Accanto a ritratti a figura intera per i quali è diventato celebre in tutto il mondo, come quelli della contessa Berthier de Leusse, della principessa Eulalia di Spagna che lo stesso Boldini scelse di vestire con un abito bianco firmato da Madame Nicaud, della misteriosa protagonista di Fuoco d’artificio (1892-95), e di Olivia Concha de Fontecilla detto La signora in rosa (1916) che conquista subito per il sorriso, sono presenti in mostra meravigliosi ritratti a mezza figura realizzati a olio e a pastello tra cui citiamo Madame X, la cognata di Helleu, c. (1890-95).

Troviamo anche esposte due opere straordinarie: il ritratto di Boldini trentasettenne realizzato in bronzo da Vincenzo Gemito presente nella prima sala e il famoso Autoritratto a sessantanove anni eseguito nel 1911 disposto nell’ultima sala, in cui Boldini si ritrae sicuro di sé e pienamente consapevole del proprio successo espresso dallo sguardo fiero mentre si rivolge all’osservatore. Vi sono poi altri lavori concepiti come studi tra cui: Nudino scattante immagine di evanescente e raffinato erotismo, e la tela Ninfe al chiaro di luna. A completare il percorso a lui dedicato: una selezione di disegni che attestano il suo rapporto iperattivo con la realtà circostante e una serie di incantevoli incisioni che comprovano un aspetto significativo ma meno conosciuto della sua produzione. Ad accompagnare la mostra è il catalogo edito da Fondazione Ferrara Arte Editore.
Per le esposizioni Alphonse Mucha I Giovanni Boldini: Mobility partner Frecciarossa Treno Ufficiale, Progetto di allestimento Lucia Angelini, Immagine coordinata e grafica in mostra Angela Scatigna, Realizzazione grafica in mostra Quadricroma, Installazione multimediale Art Media Studio, Firenze, Video in mostra Ballandi Arts.
Silvana LAZZARINO Roma 6 Aprile 2025
Alphonse Mucha I Giovanni Boldini
a cura di Tomoko Sato
coordinamento scientifico di Francesca Villanti
Palazzo dei Diamanti. Corso Ercole I d’Este, 21 – 44121- Ferrara Orario: tutti i giorni, feriali e festivi, 9.30 – 19.30
(la biglietteria chiude un’ora prima)
fino al 20 luglio 2025
Informazioni, prenotazioni Gruppi e Scuole Ferrara Arte tel. 0532 244949
Informazioni: info@arthemisia.it