“Piedi nudi – della ballerina- e parole crude – del poeta”. Poesia, Danza e Musica fuse insieme al Teatrosophia

di Marco FIORAMANTI

Roma, Teatrosophia

“PIEDI NUDI E PAROLE CRUDE”

a cura di Maria Concetta Borgese e Guido Lomoro

dai versi di Antonio Veneziani

L’ottimo spettacolo, portato in scena grazie alla produzione del Gruppo E-Motion e dal Teatrosophia – scrigno del teatro di ricerca diretto da Guido Lomoro e dal suo staff – alle spalle di Via dei Coronari, è tratto da una storia vera. Un lungo sodalizio tra un poeta e una danzatrice.

Lui è Antonio Veneziani, scrittore e saggista, insieme a Pasolini, Paris, Penna, Bellezza e alla Rosselli, uno dei massimi rappresentanti della scuola romana di poesia.

Lei è Maria Borgese, impeccabile coreografa e performer internazionale che da molti anni porta avanti una ricerca sulla fusione di movimento, gesto, parola e immagine. I versi che Veneziani ha composto per lei (Solo tu, ballerina, puoi risolvere l’enigma; scortaci con pazienza, fino all’origine delle azzurrine venature del ghiaccio) – a sua volta autrice di guaches coreografiche – e che Claudio Marrucci ha deciso di raccogliere in un raffinato libretto pubblicato dalla casa editrice Medart (stampato su carta d’Amalfi, a tiratura limitata) diventano il Corpus Animatum dell’intera drammaturgia.

Il quartetto di scena è formato dalla coppia Guido Lomoro/Maria Borgese, dal suo sincronico alter ego, la giovane – e già molto esperta – danzatrice Gea Lucetti e dal sommo Maestro Theo Allegretti al piano, autore di

“un mélange di ambient-jazz, di minimalismo, con allusioni a stilemi alla Satie e Debussy, passando per Cage, fino alle avanguardie del Novecento”.

Un teatro-danza-poesia di estrema liricità espresso in un rapporto simbiotico costruito e calibrato esclusivamente sui versi di Veneziani, ora divinatori (Ballerina, sii gentile, svelaci i segreti del ruscello), ora tragici e inquieti (Occhi sgranati e mani che tremano scuotendo la polvere), ora liberatori (Solo la febbre del piede conosce la calligrafia, e allora non contiamo né piroette, né baci. Quella finestra è a gramaglie, credimi), uno spettacolo, infine, calorosamente apprezzato da un pubblico di esperti che ha protratto l’applauso per alcuni minuti.

Marco FIORAMANTI  Roma  14 Aprile 2024