“L’opera su carta”. Paolo Gubinelli espone alla Biblioteca Statale di Cremona (fino al 12 gennaio).

di Silvana LAZZARINO

Verso l’orizzonte di luce in cui respirare armonia conduce l’Opera del Maestro Paolo Gubinelli.

L’opera del Maestro Paolo Gubinelli, tra i più affermati artisti contemporanei e protagonista di numerose e prestigiose mostre personali e collettive in Italia e all’estero, apre lo sguardo verso una rinnovata prospettiva della realtà in cui ritrovare quell’autenticità e quella capacità di essere in armonia con ogni aspetto dell’universo a partire dall’interazione con gli altri.

Attraverso studi di progettazione architettonica e grafica il Maestro ha restituito anche con la tecnica dell’incisione nuova vita ai diversi materiali da lui trattati, primi fra tutti la carta mezzo di espressione artistica più adatto ad accogliere le trasformazioni lasciate dal segno appena accennato o più marcato nel raccontare stati d’animo lungo l’impalpabilità del tempo che sovrasta questa vita.

È proprio il segno tracciato su carta in diverse traiettorie decise, accennate e ripetute, ad essere protagonista della mostra in corso presso gli spazi della Biblioteca Statale di Cremona diretta da Raffaella Barbierato, aperta fino al 12 gennaio 2024. La mostra “L’opera su carta di Paolo Gubinelli con testo di Vera Agosti, realizzata in collaborazione con A.D.A.F.A., mette in luce attraverso composizioni su carta percorse da segni, linee, sfumati di colore, l’aspetto fugace, ma anche lirico di questa esistenza dove regnano incertezza e quella fragilità che induce a smarrire il senso dell’equilibrio di energie opposte su cui si fonda l’esistenza.

Nato in provincia di Macerata (Matelica i1946) inizialmente attratto dalla musica, Paolo Gubinelli, ben presto si interessa all’arte di cui apprende tecniche e segreti grazie ad incontri con grandi maestri tra cui Bruno Munari, Enrico Castellani, Mario Nigro e poi Alberto Burri, Giuseppe Uncini, Enrico Castellani e Piero Dorazio, compreso Lucio Fontana dal quale apprende come determinante sia il concetto spaziale che resterà fondante nella sua ricerca.

Aperta alle varie sperimentazioni l’arte di Gubinelli dopo diverse esperienze pittoriche su tela e altri materiali con l’uso di tecniche non tradizionali, si accosta alla carta inizialmente lavorando il cartoncino bianco morbido al tatto particolarmente ricettivo alla luce, poi utilizzando al suo posto la carta trasparente, entrambi incisi in modo più e meno intenso secondo strutture geometriche sensibili al gioco della luce.

Graffi, colori in polvere su carta, diam. cm 47, 2020

La carta infatti attraverso incisioni, tagli, piegature e acquerelli, gli ha permesso di raccontare aspetti dell’esistenza che spesso sfuggono in una società frenetica e sempre in corsa contro il tempo come quella attuale. In particolare sono proprio questi tagli e incisioni che diventano occasioni per ripensare all’attesa, alla sospensione con cui mettersi in ascolto dei luoghi più silenziosi del pensiero a ritrovare quella leggerezza con cui guardare la vita. Ma la leggerezza oltre a portare un senso di spensieratezza con cui affrontare diverse situazioni dell’esistenza, suggerisce la sempre più evidente dispersione dell’ascolto rispetto a quanto accade intorno o meglio assenza per ciò che circonda l’individuo se non riferito alla sua stessa persona.

Questa manifestazione di distacco viene espressa in incisioni ritmiche spezzate, talora a scandire un tempo assente, cui si accompagna anche l’uso del colore attraverso la morbidezza dei pastelli a contrastare quel distacco dovuto anche al senso di incertezza sul destino dell’uomo. E’ proprio l’uso della delicatezza dei pastelli a indicare una possibile apertura alla magia del sogno quale formula per evadere dal caos quotidiano.

Le opere di Paolo Gubinelli entro questo percorso espositivo raccontano di universi interiori dove forma e spazio unitamente al colore, rendono visibili le vie sottili del pensiero a sfiorare i luoghi più reconditi dell’anima, donando ogni volta l’armonia della vita nel ritrovare se stessi, il proprio punto iniziale in cui complessità e semplicità si incontrano. È proprio da qui che diventa importante ripartire con quella capacità di accogliere anche ogni aspetto più semplice della stessa esistenza a portare bellezza, È la bellezza del segno rigoroso e continuo, sinuoso e interrotto nel lasciarsi attraversare da tenui sfumature di colore, a scandire la via del sogno: necessaria per prendere le distanze da ogni forma programmata o imposta che la quotidianità propone.

L’alternarsi di trasparenze visive ed emotive restituite da sfumature pastello e lievi incisioni di linee in divenire, suggerendo quel senso di smarrimento che l’individuo manifesta innanzi all’infinito della Natura, risvegliano in lui una nuova consapevolezza per rinascere. Opere che invitano a riscoprire nuovi possibili modi per interagire con l’esterno a partire da una nuova considerazione di sé.

Il gioco di riflessi restituiti dalle sfumature di colore nel condurre alle percezioni di sentieri indefiniti dai quali lo sguardo si lascia catturare, è indicatore di quell’energia di cui è fatto l’universo con il suo mistero di unità e complementarità, di armonia e disordine. Così come l’imprevedibilità della vita e talora degli eventi, è restituita nelle sezioni in cui il segno si confonde con l’impalpabilità del colore libero e indefinito nel suo stendersi sulla superficie quasi a volerla oltrepassare; così l’energia della continuità della stessa esistenza è suggerita da sequenze di linee che risuonano del movimento delle onde del mare e dell’acqua di fiume nel loro scorrere, o da solchi che rimandano al contatto con la terra ruvida e argillosa, o ancora da quei segni leggeri a definire l’impercettibilità dell’aria.

Graffi, colori in polvere, cm 50×70, 2023

Sono tracce di segni che lasciano spazio all’immaginazione, a ciò che si desideri accada, ma anche all’incertezza per un destino precario dove l’individuo avverte la sua fragilità innanzi all’infinito della natura, e come il senso della stessa esistenza sia sempre più incomprensibile. Ma la presenza di un colore tenue e sfumato dei pastelli restituisce l’occasione per staccarsi anche per un attimo dalla caotica routine lasciando spazio alla possibilità di dare voce al cambiamento per rinascere in una nuova consapevolezza.

Le sue opere sono esposte in permanenza nei maggiori musei in Italia e all’estero. Tra le esposizioni vanno menzionate: la 54 Biennale di Venezia Padiglione Italia presso L’Arsenale invitato da Vittorio Sgarbi e scelto da Tonino Guerra, con l’installazione di n. 28 carte cm. 102×72 accompagnate da un manoscritto inedito di Tonino Guerra.

Il nome di Gubinelli, o meglio la sua arte è associata a nomi importanti del panorama poetico italiano e internazionale. Diversi infatti sono i cataloghi in cui le sue opere sono accostate a poesie inedite di autori tra i quali citiamo: Alberto Bevilacqua, Libero Bigiaretti, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Tonino Guerra, Emilio Isgrò, Clara Janés, Mario Luzi, Alda Merini, Giampiero Neri, e poi Umberto Piersanti, Antonio Riccardi, Davide Rondoni, Tiziano Rossi, Roberto Roversi, Paolo Ruffilli, Mario Santagostini e Maria Luisa Spaziani.

Silvana LAZZARINO  Roma 17 dicembre 2023

L’opera su carta di Paolo Gubinelli

 Testo di Vera Agosti    

Biblioteca Statale di Cremona; orario: dal lunedì al venerdì orari: 9,00 – 17,30

Telefono: 0372 495611 fino al 12 gennaio 2024