Al Monastero di Camaldoli e di Fonte Avellana i segni di luce di Paolo Gubinelli

di Silvana LAZZARINO

Nel suo essere parte di questo tempo l’uomo guarda alla felicità e al senso da dare ad ogni suo giorno. Il successo, il benessere non sempre coincidono con questo stato d’animo non garantendo una soddisfazione prolungata e duratura, poiché sono ancorati a condizionamenti, modi di pensare di un sistema che tende ad etichettare e giudicare secondo parametri definiti.  Essere felici è un diritto, proprio come l’essere liberi nel pensiero e nell’esprimere le proprie idee e mettere in campo scelte.

Riguardo il pensiero del Dalai-Lama la felicità si basa anche sull’atteggiamento mentale, essa si fonda sul rispetto per sé e gli altri e sulla responsabilità. Essa dipende dalla responsabilità personale in quanto richiede una disciplina e un metodo interiore per combattere gli stati mentali negativi come rabbia e paura e per coltivare quelli positivi come la generosità.

A suggerire un percorso visivo ed emozionale per riflettere sul senso dell’esistenza nel rispetto di sé e dell’altro, è il susseguirsi di segni, incisioni e sinergie di colori e trasparenze propri dell’opera di uno dei  Maestri dell’arte contemporanea, Paolo Gubinelli, capace come pochi di restituire quel respiro di appartenenza a questo viaggio in cui costruire giorno dopo giorno il proprio destino. Un destino di cui ciascuno è chiamato ad essere artefice per quanto possibile, visti i costanti condizionamenti che tolgono spazio al libero arbitrio con cui si nasce.

P. Gubinelli, Incisioni, piegature su carta, cm. 70×100, 1977

L’arte di Gubinelli, proiettata ad esplorare ogni espressione possibile del pensiero, con diversi materiali, dalla carta al cartoncino, dal vetro al plexiglass, accompagna in questo viaggio nel tempo/non tempo dei ricordi, desideri e aspettative attraverso cui ritrovare la propria autenticità quale capacità di guardare con altri occhi la vita e il suo divenire.

 Marchigiano di origine (Matelica i1946) ma toscano di adozione, il Maestro Paolo Gubinelli attraverso studi di progettazione architettonica e grafica ha restituito anche con la tecnica dell’incisione nuova vita ai diversi materiali da lui trattati, primi fra tutti la carta mezzo di espressione artistica più adatto ad accogliere le trasformazioni lasciate dal segno appena accennato o più marcato nel raccontare stati d’animo lungo l’impalpabilità del tempo che sovrasta questa vita.

E’ proprio il segno tracciato su carta in diverse traiettorie decise, accennate, ripetute, ad essere protagonista delle mostre a lui dedicate “Segni di luce” in corso nei suggestivi spazi dei monasteri di Camaldoli e Fonte Avellana rispettivamente in provincia di Arezzo e di Pesaro Urbino.

P. Gubinelli, Graffi, colori in polvere su carta diam.47, 2021

Fondamentali per i suoi studi nell’apprendere tecniche e segreti sono stati gli incontri con grandi maestri tra cui Bruno Munari, Enrico Castellani, Mario Nigro e poi Alberto Burri, Giuseppe Uncini, Enrico Castellani e Piero Dorazio, compreso Lucio Fontana dal quale apprende come determinante sia il concetto dello spazio che resterà fondante nella sua ricerca.  Paolo Gubinelli ha restituito al segno la possibilità di parlare di universi interiori interagendo non solo con la carta, ma anche con altri materiali come accennato quali polistirolo, vetro, plexiglass dove si imprimono ritmi di linee delicate e avvolgenti a comporre geometrie raffinate ed eleganti.

Aperta alle varie sperimentazioni l’arte di Gubinelli dopo diverse esperienze pittoriche su tela e altri materiali con l’uso di tecniche non tradizionali, si accosta alla carta prima lavorando il cartoncino poi utilizzando la carta trasparente dove attraverso incisioni, piegature, tagli e poi la luce costruisce rispondenze emotive che rimandano a stati d’animo dimenticati che poco a poco riaffiorano tra gioia e smarrimento, malinconia e incertezza a sottolineare la difficoltà nell’essere ascoltati entro una società trincerata nel proprio egoismo.

P. Gubinelli, Graffi, colori in polvere su carta cm 50 x 70 – 2019

Nei suggestivi spazi dei monasteri di Canmaldoli e Fonte Avellana  luoghi di straordinaria bellezza dove ritrovare per quel senso di serenità e ascolto interiore anche per quei silenzi da cui si viene rapiti ,le sue opere trovano una collocazione privilegiata mettendo ancor più in risalto l’effetto del segno e l’espressione del colore a creare una sorta di dialogo tra visione esteriore ed interiore, entro un’ottica che invita l’uomo a guardare se stesso a partire dal percepire la propria finitezza innanzi all’infinito della Natura che apre alla rinascita. Da qui il bisogno di comprendere quale sia il senso ultimo della vita dove sempre più le relazioni umane diventano fragili e il la solitudine prende il sopravvento.

Le geometrie accennate e in divenire aprono al cambiamento, alle possibilità della vita nel suo mostrarsi con la sua unicità che è complessità, mentre le lievissime incisioni ai limiti della percezione tracciate su fogli disposti nell’ambiente in progressione ritmico –dinamica, diventano i segni di una poesia non verbale.

Attraverso incisioni, tagli, piegature e acquerelli, la carta che egli sente particolarmente congeniale ad indagare le incidenze che su di essa manifesta la luce, gli ha permesso di raccontare aspetti dell’esistenza che spesso sfuggono in una società frenetica e sempre in corsa contro il tempo come quella attuale.

In particolare sono proprio questi tagli e incisioni che diventano occasioni per ripensare all’attesa, alla sospensione con cui mettersi in ascolto dei luoghi più silenziosi del pensiero a ritrovare quella leggerezza con cui guardare la vita, leggerezza che rimanda anche a quelle fragilità da accogliere come aspetti di sé.

Il segno geometrico, nelle sue ultime produzioni, da rigoroso e costruttivo ha acquistato sempre più maggior libertà attraverso l’uso di pastelli colorati e incisioni appena avvertibili a scandire l’imprevedibile moto della coscienza entro un’interpretazione tutta lirico musicale. Riguardo la libertà del segno che fa seguito alla fase più rigorosa così scrive in riferimento alle mostre Paola Ballesi:

“libertà narrativa fatta di segni muti meno rigorosi, ma tanto più eloquenti quanto più intriganti, innescata anche da certe seduzioni sulle infinite potenzialità del vuoto dell’arte orientale. “.

Nel suo rigore e semplicità, nel uso movimento sinuoso e indefinito a rideterminare un “altro spazio”, il segno che incorpora la luce e la scompone, che avanza e retrocede mantiene una bellezza ed eleganza che ben si sintonizzano con l’impalpabilità del colore libero nel suo stendersi sulla superficie quasi a volerla oltrepassare nell’imprevedibilità della vita.

Segni e graffi, impronte e colori creati da Paolo Gubinelli mel costruire sequenze di ritmi in linea con l’energia della continuità della vita, si mostrano come scrive ancora Paola Ballesiaperti alla luce come impronte di lievi passi di danza modulati su accordi musicali che toccano le corde del sentimento.”

Tra le mostre cui ha preso parte il Maestro Paolo Gubinelli, accanto all’antologica svoltasi nel 1987 presso gli spazi del Palazzo dei Diamanti a Ferrara presentata da Bruno Munari e Lara Vinca Masini e all’esposizione presso Palazzo Correr del 2001 organizzata dall’Istituto Rumeno di Cultura e Ricerca Umanistica, con la collaborazione del Comune di Venezia, accompagnata da quattro poesie inedite del Poeta Andrea Zanzotto, va ricordata la sua partecipazione nel 2011 come ospite alla 54 Biennale di Venezia Padiglione Italia presso L’ Arsenale invitato da Vittorio Sgarbi e scelto da Tonino Guerra, con l’installazione di n. 28 carte cm. 102×72 accompagnate da un manoscritto inedito di Tonino Guerra. Da menzionare anche tre mostre organizzate dal Comune di Firenze nel 2004 in collaborazione con il Comune di Scandicci e la Vallecchi: a presentare quella presso la Limonaia di Villa Strozzi e quella negli spazi della ZBF Vallecchi e della Abbazia di S. Salvatore a Settimo Scandicci è stato il critico d’arte Bruno Corà, mentre la terza ai Musei Civici – Chiostro di Voltorre organizzata dalla Galleria d’arte di Gavirate è stata presentata dal critico d’arte Claudio Cerritelli accompagnata da poesie inedite di Maurizio Cucchi, Franco Loi, Mario Luzi, Nico Orengo, Maria Luisa Spaziani.

Il nome di Gubinelli, o meglio la sua arte è associata a nomi importanti del panorama poetico italiano e internazionale. Le sue opere in occasione delle ultime mostre organizzate da Enti pubblici qualificati sono accompagnate da  poesie inedite dei maggiori  autori  e questo è confermato da diversi cataloghi Tra gli autori citiamo: Alberto Bevilacqua, Libero Bigiaretti, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Tonino Guerra, Emilio Isgrò, Clara Janés, Mario Luzi, Alda Merini, Giampiero Neri, e poi Umberto Piersanti, Antonio Riccardi, Davide Rondoni, Tiziano Rossi, Roberto Roversi, Paolo Ruffilli, Mario Santagostini e Maria Luisa Spaziani.

Silvana LAZZARINO  Roma 7 Agosto 2022

Segni d la luce, l’opera di Paolo Gubinelli

     Monastero di Camaldoli

località Camaldoli, 14, 52014 Camaldoli (Arezzo) telefono 0575 556012, fino al 3 settembre 2022

       Monastero di Fonte Avellana

 Fonte Avellana (Pesaro Urbino), telefono 0721 73026, fino al 30 settembre 2022