Per/Formative Cities : Una ragnatela di performances tripticali. Saun Santipreecha a AOCF58 – Galleria BRUNO LISI, via Flaminia 58 (29 febbraio – 15 Marzo).

redazione

“Tutti rigiriamo tra le mani un vecchio copertone vuoto mediante il quale vorremmo raggiungere il senso ultimo a cui le parole non giungono.”

– Palomar

Il Lettore esamina la stanza ed incontra un oggetto—A— esso stesso un soggetto nel sistema degli oggetti, visivi e sonori, che circonda il Lettore. Questo soggetto dà voce ai suoni senza corpo dislocati attraverso distorsioni e rifrazioni, incarnando un sistema di città e mito, camminando, giocando, trasformando la percezione nel percepito tramite astrazioni…

Questa mostra si confronta con tre romanzi di Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore, Le città invisibili e Palomar, oltre che le tre città che hanno segnato il mio personale percorso verso questa mostra: Bangkok, Los Angeles, Roma. L’installazione annoda il visivo ed il sonoro, l’effimero ed il fisico, utilizzando una configurazione tripticale[1] e scalabile, piegando e dispiegando ogni strato, dalle impronte sonore delle città, alla video-installazione performativa e relazionalmente-modulare[2], alle tre sculture sonore in rame. I suoni stessi sono creati dai gesti performativi dei coadiutori sociali provenienti da tutte e tre le città, dalla flautista Cari Ann Souter e da me stesso, ulteriormente modulati dal sistema soggettivo dei movimenti dello spett-attore[3] pubblico nella galleria – resistendo al sistema fisso della videoproiezione che incorpora il mito, eppure fagocitati al suo interno.

Come le azioni formative e performative che creano una città, sempre un intreccio di tre elementi —natura/ambienti, azione umana/sistemica e mito/ideologia—nel tempo, il lavoro intreccia il livello macro con il micro. Confinando con entrambi i lati dell’astrazione che si aggrovigliano e si intrecciano l’uno nell’altro, dal soggettivo all’oggettivo e di nuovo al soggettivo e verso l’esterno ancora, queste azioni non terminano con me come artista, ma provengono da oltre me stesso e continuano ulteriormente, da e attraverso sistemi che formano non solo la morfologia di chi siamo, ma quella delle città in cui viviamo: incarnazioni del disincarnato, “ragnatele di rapporti intricati che cercano una forma.” (Le città invisibili).

A cura di  Camilla Boemio. Presentata da  Reisig and Taylor Contemporary [con objet A.D]

Inaugurazione, giovedì 29 Febbraio  dalle 18.00 alle 20.00 fino al 15 marzo 2024 (dal martedì al venerdì 17,00 alle 19,30).

Contributi performers:   Francesca Virginia Coppola, Prima Jalichandra-Sakuntabhai, objetA.D, Camilla Boemio, Kittiya Nivasanont

Contributi: Alto Flute solos by Cari Ann Souter

Luc Trahand: Co-producer and Max Architectural Engineer

Assistente in galleria:   Annalinda Maso

Filmati sul posto girati a Los Angeles daJean Hsi, Saun Santipreecha, Savika Goerres

Consulenti tecnici: Chen Shen, Manop Buranapramest, Ken Goerres

Progettazione e realizzazione della base della scultura: Ken Goerres

Coordinatrice della produzione e traduttrice dei testi della mostra: Francesca Virginia Coppola

Roma 25 Febbraio 2024

NOTE

[1] Tripticale (tryptical) è un termine coniato da Saun Santipreecha per il suo testo sulla mostra in lingua inglese.
[1] Modularità relazionale è un termine utilizzato da Saun Santipreecha che si riferisce ad una struttura che è sia una perseveranza che una resistenza all’inesorabile monologismo della linearità, enfatizzando la relazionalità sempre in movimento dei moduli che compongono un lavoro, un’identità od un sé, in un dialogismo polifonico che sfida la nostra percezione della leggibilità e del significato.
[1] Termine coniato da Augusto Boal per il Teatro dell’Oppresso