“La terra di Figline e Incisa 1387-1901: capolavori restaurati”; in mostra al palazzo Pretorio i Grandi maestri toscani

di Roberto CIABATTINI

Si è aperta una bella mostra nel Palazzo Pretorio di Figline Valdarno  (FI) (ingresso libero, il sabato e la domenica (9-13/15-19), “La terra di Figline e Incisa 1387-1901: capolavori restaurati”, curata da Giovanni Serafini. Le opere esposte sono notevoli per importanza e qualità, dislocate nei tre piani del Palazzo Pretorio.

Figline Valdarno si è sviluppata sulle rive dell’Arno. Era un centro fortificato protetto da alte mura difensive, in parte visibili ancora oggi che hanno concesso nel passato, alla popolazione di essere protetta, al sicuro dalle incursioni nemiche e di poter, in tranquillità, sviluppare  e prosperare i propri commerci con i centri limitrofi, in particolare con Firenze.

Gli scambi commerciali erano basati sull’ agricoltura, data la sua vicinanza con il fiume Arno. Era una cittadina con un grande interesse per l’artigianato, ma principalmente si segnalava per essersi dotata di un ospedale e di una spezieria per la cura sia dei propri concittadini che dei pellegrini che si fermavano lì diretti a Roma.

Giovanni di Tano Fei (Firenze, doc. dal 1384 – post 1401) Figline, Antica Spezieria dell’Ospedale Serristori, Madonna col Bambino e angeli, 1399.
Bicci di Lorenzo (Firenze, 1373 ca. – 1452)
Gaville (Figline), Pieve di San Romolo, San Cristoforo che traghetta il Bambino Gesù, 1430.

Figline V.no era finanziata dalla potente famiglia fiorentina dei Serristori, che aveva sempre  investito  presso la città con la costruzione di Edifici Sacri e dotandola di opere d’arte sacra per le proprie esigenze, come le cappelle delle quali avevano il padronato e nelle quali avevano le loro sepolture.

La mostra comincia con una bella tavola con laMadonna col  Bambino tra angeli di Giovanni di Tano Fei del 1399, proveniente dall’Antica Spezieria dell’Ospedale Serristori.

Il Fei era un artista fiorentino che lavorava oltre che per la famiglia Serristori, anche per la potente famiglia Datini di Prato, per l’ordine dei Francescani mendicanti, inviando le proprie opere ad Avignone dove risiedeva la curia papale.  Nel passato le  opere di questo artista erano state assegnate al Maestro del 1399.  La mostra segue con una grande tavola di Bicci di Lorenzo (Firenze, 1373-1452), raffigurante il grande San Cristoforo che traghetta sulle spalle il Gesù Bambino, della Pieve di San Romolo a Gaville (una bellissima Pieve sopra Figline che vale la pena visitarla). Bicci di Lorenzo, è stato un’importante artista a Firenze nella fine del Trecento e primo Quattrocento, nella cui bottega sono transitati importanti artisti tra i quali, Stefano d’Antonio, Lo Scheggia, Masaccio e Andrea di Giusto Manzini, nella cui Collegiata, nel Museo annesso, è collocato il suo capolavoro, il polittico con l’Adorazione dei Magi al centro, affiancata dai Santi Andrea e Giovanni Battista e Giacomo e Antonio Abate,realizzato nel 1436; recentemente trasferito lì, dalla chiesa di Sant’Andrea a Ripalta, realizzato nel 1436.

Giovanni del Biondo (Pratovechio (AR) – notizie a Firenze dal 1356 al 1398). Figline, Sala Capitolare del Convento di San Francesco, Madonna col Bambino in trono, datata 1392.

Segue la Madonna col Bambino di Giovanni del Biondo (Firenze, doc. dal 1356 – !398), un allievo dell’Orcagna,  datata 1391,  che faceva parte di un grande polittico, che era posto nella cappella a sinistra dell’altare maggiore della Chiesa di San Francesco di Figline, commissionato  nel 1384 da Baldo da Figline e, smembrato,  prima del 1785.  Le parti superstiti si trovano nella Collezione di Nino Pirrotta di Roma.

Il Quattrocento è presente con la bella tavola di Francesco d’Antonio (Firenze, doc.  dal 1393 al 1433), firmata e datata 1427 o 1429, proveniente dalla Chiesa di Loppiano di  Incisa Valdarno  dedicata ai santi Vito e Modesto, allievo di Lorenzo Monaco, amico di Giovanni da Ponte, di Bicci di Lorenzo e di Paolo Schiavo.

Francesco d’Antonio è per  Figline importante, perché realizzò nelle due  pareti  in fondo alla Chiesa di San Francesco  un ciclo di affreschi  che sono considerati il suo capolavoro.

Ma Francesco d’Antonio resta importante nella Storia dell’Arte, perché risulta collaboratore di Masolino negli affreschi di Santo Stefano a Empoli, poi per una questione di soldi, fu allontanato da Masolino che si mise insieme a Masaccio nella realizzazione degli affreschi della Cappella Brancacci del Carmine di Firenze.

Francesco d’Antonio (Firenze, 1393 – 1433). Loppiano (Incisa), Chiesa dei Santi Vito e Modesto, Madonna della Cintola,1427 o 1429.

Una splendida monografia su Francesco d’Antonio è stata realizzata da Angelo Tartuferi, per me il massimo studioso della pittura fiorentina del Trecento e primo Quattrocento (cfr. A.Tartuferi, Francesco d’Antonio a Figline Valdarno (e altrove), microstudi 28, novembre 2012).

In mostra sono stati collocati due tavolette di Angeli di Bartolomeo di Giovanni, un allievo di Domenico Ghirlandaio, al quale erano state precedentemente attribuite, che ornavano la cuspide della famosa Maestà della Collegiata di Figline dello ancora sconosciuto Maestro di Figline, un seguace e collaboratore di Giotto, certamente l’opera d’arte più importante di Figline, collocata nelle vicina Collegiata di Santa Maria Assunta, ma certamente proveniente dalla vicina chiesa di San Francesco.

Bartolomeo di Giovanni (Firenze, 1458 circa – 1501). Figline, Museo della Collegiata di Santa Maria Assunta, Angeli adoranti.

In una parete di una sala è collocata la grande tavola attribuita a Giovanni Andrea de Magistris da Caldarola, datata 1539. L’importanza di questa tavola non sta nella qualità pittorica che è dura nel disegno delle figure rappresentate, ma importante per il fatto che il San Romolo riprodotto, che è il patrono di Fiesole, sotto la cui diocesi è Figline Valdarno, tiene in mano l’antica pianta di Figline, circondata dalla sue mura e dalle sue torri. Gli alti livelli qualitativi pittorici di questa mostra si hanno nella grande tavola di Bastiano Mainardi (San Gimignano 1460 ca. – Firenze 1513), con la Madonna col Bambino in trono trai santi Domenico, Lorenzo, Giovanni Battista e Lucia, eseguita tra il 1505 e il 1507 per la Chiesa di San Lorenzo a Cappiano e ora conservata nel Museo d’Arte Sacra dell’Oratorio del Crocifisso di Incisa Valdarno (FI).

Bastiano Mainardi (San Gimignano 1466- Firenze, 1513), Incisa Valdarno (FI), Museo d’Arte Sacra dell’Oratorio del Crocifisso, Madonna col Bambino in trono tra i santi Domenico, Lorenzo, Giovanni Battista e Lucia, tra il 1506 e il 1507.

Questa notevole tavola è stata oggetto da parte mia nella presentazione il 2 Luglio scorso del dossale che ho attribuito insieme a Lisa Venturini a  Bastiano Mainardi  nella Chiesa di Santo Stefano a  Palazzuolo sul Senio (FI), reso noto anche in  About Art, 6 Giugno 2021 (Cfr. https://www.aboutartonline.com/il-dossale-con-madonna-col-bambino-in-trono-e-santi-di-palazzuolo-sul-senio-fi-dopo-il-restauro-si-conferma-opera-da-attribuire-a-bastano-mainardi/ ).

A Piero del Donzello (Firenze, 1452 – 1509)  è la bella pala con la Madonna col Bambino in trono tra i santi Giulitta, Quirico, Bartolomeo e il committente, che dovrebbe essere un componente della famiglia Castellani, originari del luogo, che possedevano beni anche a Firenze.

Pietro del Donzello (Firenze, 1452 – 1509), Incisa, Museo d’Arte Sacra dell’Oratorio del Crocifisso, Madonna in trono col Bambino tra i santi Quirico, Giulitta, Bartolomeo e il commitente della famigllia Castellani.

Per inciso, la famiglia Castellani è stata quella che ha commissionato a Masaccio il trittico di San Giovenale, ora nel Museo di Cascia (Reggello, Firenze). Piero del Donzello era confuso in precedenza con Giuliano Bugiardini  (Firenze, 1476 – 1555), che era un artista assai noto  a Firenze. Era stato ingaggiato dalla famiglia Frescobaldi per eseguire le pale d’altare nelle sue cappelle  poste nell’abside della Basilica fiorentina di Santo Spirito.

Certamente il  dipinto a parer mio più bello e interessante della mostra è la grande pala con la Madonna col Bambino in trono tra i santi Pietro, Girolamo, Francesco e Paolo, proveniente dalla Chiesa di San Pietro al Terreno a Brollo (Figline Valdarno), riferita a Lorenzo di Credi e alla sua bottega.

Lorenzo di Credi (Firenze, 1459/1460 – 1537) e Giovanni Cianfanini (Firenze, 1462-1542), Figline, Chiesa di San Pietro al Terreno, Madonna col Bambino tra i santi Pietro, Girolamo, Paolo e Francesco.

Molteplici ipotesi sono state fatte sugli artisti che hanno collaborato con Lorenzo di Credi a questa tavola, che è troppo lungo citarli. Uno solo, per me, sembra il più plausibile collaboratore del Credi per questa tavola che è Giovanni Cianfanini (Firenze, 1462 – 1542), il cosiddetto Maestro della Conversazione di Santo Spirito per la sua pala collocata nell’abside della Basilica di Santo Spirito a Firenze.

Giorgio Vasari (Arezzo, 1511 – Firenze 1574), Figline, Refettorio del Convento della SS. Annunziata, Ultima Cena, 1567 – 1569

Del Cinquecento è esposto un piccolo gioiello una Ultima Cena di Giorgio Vasari (1511-1574) eseguita  tra 1567 e il 1569, proveniente dal refettorio del convento delle Suore Francescane della SS. Annunziata di Figline, acquistata  dai Serristori per la  stessa istituzione nel 1691 dagli eredi stessi del Vasari.

Il Seicento è rappresentato da tre capolavori di Ludovico Cardi detto il  Cigoli (1559- 1603), il primo, l’Annunciazione della Cappella dello Spedale Serristori di Figline mirabilmente descritta da Antonio Natali, ex direttore degli Uffizi, che ha contribuito molto alla valorizzazione delle opere d’arte di Figline Valdarno (cfr. A.Natali, voce Cigoli, in Arte e Restauri in Valdarno, a cura di C.Caneva, Firenze, 1991, pp. 69-70);

Lodovico (o Ludovico) Cardi detto il Cigoli (Cigoli di San Miniato, 1559 – Roma,1613). Figline, Cappella del Convento della SS. Annunziata, Annunciazione, 1580.
Lodovico (o Ludovico) Cardi detto il Cigoli (Cigoli di San Miniato, 1559 – Roma,1613)
Figline, Museo della Collegiata di Santa Maria Assunta, Madonna Addolorata, 1587 ca.
Lodovico (o Ludovico) Cardi detto il Cigoli (Cigoli di San Miniato, 1559 – Roma,1613)
Figline, Collezione Giovanni Pratesi, Adorazione dei pastori.

il secondo è  l’anta della Madonna  Addolorata della sacrestia della Collegiata di Santa Maria Assunta di Figline, attribuita dal sottoscritto al Cigoli  in Michelangelo Vestrucci, Firenze, 2014, pp. 87-88, tavv. X e XI e pubblicata successivamente da Alessandro Grassi con i relativi documenti in “Paragone”, Arte, Terza serie 138, Marzo 2018, Ancora il Cigoli a Figline, pp. 66-77. La terza opera del Cigoli è una bella Adorazione dei pastori dell’antiquario Giovanni Pratesi, il quale a  Figline ha la sua Fondazione, pubblicata da Roberto Contini, in Pitture Fiorentine del Seicento, Firenze 1987, pp. 17-19.

Il Seicento è ancora presente con un’opera attribuita a Orazio Fidani, un Arcangelo Michele che pesa un’anima,  proveniente dalla Chiesa di San Michele a Mormiano e attualmente esposta nel Museo d’Arte Sacra dell’Oratorio del Crocifisso di Incisa e una Testa di Cristo di Matteo Rosselli, proveniente dall’Antica Spezieria dell’Ospedale Serristori. 

Attribuito a Orazio Fidani (Firenze, 1576 – 1644), Incisa, Museo d’Arte Sacra dell’Oratorio del Crocifisso, San Michele Arcangelo che pesa le anime.

L’altro dipinto prestigioso del Seicento è La Trinità e la Vergine di Agostino Melissi (Firenze, 1616 ? – 1683), un allievo del Bilivert, firmata, proveniente dalla Chiesa di San Pietro al Terreno, documentata da Francesco  Baldinucci, esposta  per sicurezza nel Museo della Collegiata di Figline.

Agostino Melissi (Firenze, 1616 – 1683), Figline, Museo della Collegiata di Santa Maria Asunta, La Trinità e la Vergine, 1574, proveniente dalla Chiesa di San Pietro al Terreno.

L’Ottocento è rappresentato con diverse opere del suo illustre concittadino, Egisto Sarri (Figline Valdarno, 1837 – Firenze, 1901),  allievo di Giuseppe Bezuoli e di Antonio Ciseri.

Egisto Sarri (Figline, 1837 – Firenze, 1901) Figline, Monastero di Santa Croce, Sant’Agostino nello studio, 1888.
Luca della Robbia il Giovane (Firenze, 1475 – Parigi, 1548). Figline, Museo della Collegiata di Santa Maria Assunta, San Giuseppe.
Scultore fiorentino del primo Cinquecento, Benedetto da Rovezzano? Gaville (Figline), Pieve di San Romolo, San Sebastiano

Nella mostra sono presenti anche opere scultoree: un bel San Giuseppe di Luca della Robbia il Giovane (Firenze, 1475 – Parigi 1548), della Bottega di Lorenzo Ghibertiuna Madonna col Bambino, della bottega di Benedetto da Rovezzano, un bel San Sebastiano e di Anton Francesco  Bugiardini un bel Crocifisso dei primi del Cinquecento,  proveniente dalla Pieve  di San Romolo di Gaville.

 

BIBLIOGRAFIA
M.Boskovits, Pittura fiorentina alla vigilia del Rinascimento, 1370 – 1400, Firenze, 1975, p. 306; Capolavori a Figline. Cinque Anni di Restauri, a cura di C.Caneva, Firenze, 1885; C.Caneva, in Capolavori e restauri, Catalogo della mostra, 1986, pp. 352-3; C.Caneva, in Arte e Restauri, 1991, pp. 63-64; Arte a Figline, Da Paolo Uccello a Vasari, a cura di Nicoletta Pons, Ospedaletto (Pisa), 2013; La terra di Figline e Incisa, 1387-1901, capolavori restaurati, a cura di Giovanni Serafini, Figline Valdarno 2021.

Roberto CIABATTINI  Firenze  5 Dicembre 2021