L’ “Ovile” di Carlo Maria Causati; una suggestiva interpretazione del rapporto spazio tempo.

di  Francesca PERTI

E’ stata inaugurata lo scorso luglio presso lo Studio Fioramanti la mostra Ovile, di Carlo Maria Causati, lavoro con il quale l’autore raggiunge la sintesi della sua ricerca sulla quarta dimensione, ossia il rapporto spazio-tempo.

Carlo Maria Causati, Ovile (© Carte Segrete)

La quarta dimensione è stata oggetto di riflessione su fatti che riguardano il tempo, la percezione del mondo e la natura della realtà. Non solo scienziati ma anche filosofi hanno esplorato la nozione di tempo simultaneo, indicando come tutti i momenti passati, presenti e futuri coesistano in un’entità unificata. Tale concezione del tempo sfida la nostra comprensione lineare e sequenziale e ci invita a considerare il tempo come compreso in un unico istante in cui le relazioni tra gli eventi possono essere viste in modo univoco.

La fotografia con la sua capacità di cogliere istanti specifici nel tempo e nello spazio contribuisce ad indagare ulteriormente il concetto di quarta dimensione, diventa un medium per fissare e condividere esperienze di un momento specifico, consentendo di esplorare la nostra percezione soggettiva del tempo e il principio di istantaneità.

Ha scritto Achille Bonito Oliva:

Carlo Maria Causati realizza con “Ovile” una istallazione che mette in scena la complessità del linguaggio fotografico e della sua fruizione”

Ogni immagine rappresenta un gregge di pecore ed ogni immagine è attraversata da un segno nero a rappresentare nella sua totalità il presente ma contenendo in sé il futuro e il passato. “Ovile” è l’incontro tra il procedimento meccanico del linguaggio fotografico e l’imprevedibile animalità del gregge. Nasce così una danza emozionale dove Causati cattura l’essenza unica del gregge che sfugge ad ogni tentativo di controllo.

Inserendo le sue fotografie all’interno di un labirinto, simbolo antico ed enigmatico, Causati trasporta lo spettatore in un percorso imprevedibile dove tutto si capovolge, dove le pecore del gregge sembrano guardarci e riconoscerci simili, come nella danza giocosa del Minotauro di Friedrich Dürrenmatt e ciò che sembra apparentemente estraneo e antagonista, rivela la sua permeabilità oltre che permutabilità.

L’Ovile e il Labirinto diventano metafora dell’esperienza umana, due facce della stessa medaglia: l’ovile è il punto di partenza, il labirinto è il percorso che ci porterà lontano.

Francesca PERTI Roma 27 Agosto 2023