Il Musa apre a Torino con la mostra “One World”, arte contemporanea in anteprima

di Eleonora PERSICHETTI

Inaugurato il Musa a Torino, il nuovo spazio dedicato ad arte ed eventi.

Questo luogo magico e ricco di storia ospita l’anteprima della mostra di arte contemporanea «ONE WORLD», che verrà presentata durante la fiera «The Others», curata da Giancarlo Pedrazzini della Galleria Fabbrica Eos di Milano e con la partecipazione della Fondazione Cecilia Gilardi.

Giacomo Mafrici, Tra le montagne

Lo spazio per eventi e mostre, che si articola per 500mq su due piani (piano terra e interrato), si trova in pieno centro storico, in via della Consolata 11, proprio di fronte al Santuario della Consolata, al crocevia di quei percorsi sotterranei che univano tra di loro i palazzi nobiliari di un tempo. Il palazzo del 1600 racchiude negli interni tracce evidenti di un passato oggi tornato alla luce grazie al recupero architettonico curato interamente dal proprietario Pierluca Lobina.

Tra le opere esposte, innanzitutto, le opere in carta di Lokta di Giacomo Mafrici, un giovane artista che, grazie al sostegno della Fondazione Cecilia Gilardi, ha potuto recarsi in Nepal e imparare tutti i segreti della produzione di questo particolare materiale.

A seguire, le fotografie di Davide Bramante, definite “esposizioni multiple non digitali”,

Davide Bramante

eseguite con un’originale tecnica fotografica che consiste nella sovrapposizione in fase di ripresa di numerosi scatti, solitamente da 4 a 9, sulla stessa pellicola. Spesso si tratta di immagini in cui si sommano e convivono posti diversi di una stessa città, come avviene nella dimensione del ricordo; a volte sono composizioni dove l’artista, unendo luoghi del mondo distanti per geografia e cultura, crea le sue città ideali.

Seguono le sculture di

Dario Goldaniga

assemblaggi di colature in bronzo. Goldaniga recupera questi scarti bronzei, apprezzandone le forme casuali, e ri-assemblandoli li fa rinascere a nuova vita, d’arte. Una vera e propria resurrezione della materia; lo scarto destinato a morire, grazie all’artista rinasce nell’arte e diviene nuova scultura, moderna. L’assemblaggio del bronzo nella sua rinascita si è fatto a sua volta materia costruttiva; gli scarti uniti a formare la sagoma del mondo, si adagiano su pannelli oppure su sfere e comunicano quel senso di universalità che è prerogativa del linguaggio dell’arte. L’operazione di saldatura viene realizzata dall’artista appoggiandosi su tele o carte, la traccia del lavoro diventa visibile grazie ai segni lasciati dalle bruciature che ripropongono la sagoma del planisfero, generando così nuove opere d’arte che completano tutto il processo creativo.

Eleonora PERSICHETTI   18 ottobre 2020