Al Teatro Marconi “La strada all’altezza degli occhi”, storia di una “possibile seduzione emotiva” (fino al 28 Gennaio)

di Marco FIORAMANTI

Tu sei la mia fata. E io la tua.

Seminterrato, interno notte. Una vetrata obliqua a grandi riquadri spiove quasi in verticale fino a terra e riempie visivamente la scena.

Nella stanza una donna, da sola, in pieno tormento esistenziale, riacciuffa per qualche istante l’istinto di vita, ripercorre i ricordi attraverso i piccoli giochi d’infanzia: una macchinina che fa viaggiare lanciandola lungo il pavimento, un binocolo per rivedere con altri occhi un passato felice, sorrisi di sogni, lamenti di incubi …

Lancia sguardi all’esterno, ci mostra tutta la leggera, volatile indifferenza di chi è abituato a una visione del fuori limitata alla fascia bassa dei passanti, vaghi corpi in cammino, la strada è all’altezza degli occhi, appunto. Persone senza volto, nascoste alla vista di lei e, a sua volta, lei nascosta alla vita. Il suo dinamismo distratto e irrazionale si arresta alla sua ferma, disperata volontà – pulsione di morte – quella dell’atto estremo.

Pina il suo nome (un’affascinante Tiziana Sensi), femme publique, ha deciso di scrivere l’ultima lettera, e di nasconderla tra i seni affinché non vada perduta. Afferra una bombola del gas, la strascina accanto al lettino, apre la valvola curiosa, si attacca al tubo di gomma e ne resta disgustata.

È questa la prima di alcune battute dai risvolti comici e paradossali che dilettano il pubblico e lo portano più volte ad applausi a scena aperta. Ma il coup de théâtre è alle porte, è un uomo (Mariano Gallo, immenso, nella vita “Priscilla”) e anche qui ha un nome femminile, quello delle favole, l’oggetto del desiderio per eccellenza. Si chiama Principessa. Elegante, charmant, entra subito in azione e si posiziona al centro della narrazione. Ma la scintilla che qui scatta non ha le regole del corteggiamento finalizzato al consumo o ai giochi estremi che entrambi sono abituati a vivere nel quotidiano. La conversazione tra i due si fa intima, delicata, col tempo sempre più avvolta dall’aura magica, poetica, sensuale del salvatore.

Non oso addentrarmi nei particolari per lasciare lo spettatore nell’attesa dell’incanto notturno tra i due, nell’unione di una possibile seduzione emotiva, nell’approccio onirico senza confini nelle infinite sfaccettature del femminile. Scrive Celan in Papavero e Memoria: “Di notte, quando il pendolo dell’amore oscilla tra il Sempre e il Mai”. Là dove avvengono i miracoli.

Marco FIORAMANTI  Roma 21 Gennaio 2024

Roma, Teatro Marconi

La strada all’altezza degli occhi

Scritto e sceneggiato da Donatella Diamanti, lo spettacolo è stato mirabilmente diretto da Luca Gaeta con la stretta collaborazione di Caterina Gramaglia. Le scene sono di Alessandro Chiti, i costumi di Ilaria Ceccotti e il disegno luci di Francesco Bàrbera.

Fino al 28 gennaio