Un inedito orologio a pendolo dell’orologiaio romano Raffaele Fiorelli nella prima sala della Galleria Spada.

di M. Lucrezia VICINI

RAFFAELE FIORELLI(attivo fra la fine del sec. XVIII e gli in inizi del sec. XIX)

OROLOGIO A PENDOLO

Bronzo dorato, marmo bianco, legno  laccato, stoffa

Misure: corpo superiore: cm. 55 x 38,5 x 15,5 – Basse: cm 36,5×59,5×25,5

LOGO 223090 Orologio Fiorelli

L’artista romano Raffaele Fiorelli, specialista di orologi da torre, si era distinto nel 1788 nella realizzazione di due orologi sulla facciata della Basilica di San  Pietro, uno all’italiana e l’altro alla francese, con i quadranti a mosaico circondati da una cornice in pietra e inseriti all’interno di una decorazione statuaria progettata dall’architetto Giuseppe Valadier. Nel 1805 aveva creato un orologio a castello orizzontale sulla torre del palazzo Senatorio in Campidoglio(1).

In questo periodo  Fiorelli manteneva legami con con Palazzo Spada attraverso la nuova figura di Giuseppe Spada (1752-1840), divenuto principe per aver sposato Giacinta Ruspoli de’ principi di Cerveteri.

Giuseppe apparteneva al ramo Spada di Faenza ed era stato adottato e nominato suo erede universale dallo zio Clemente Spada del ramo romano (1679-1759), dal cui matrimonio con Maria Pulcheria Rocci (+1759) non erano nati figli maschi.

Da suo figlio Clemente (1778-1866), che sposò la principessa austriaca Marianna di Beaufort (1786-1824), discende Ludovico Spada Potenziani (1880-1971), da cui Myriam (n.1903), nubile, estinta nel 1961. La Galleria insieme al Palazzo, che divenne sede definitiva dal Consiglio di Stato, erano stati acquistati dalla Stato il 30 novembre 1926(2).

Il principe Giuseppe Spada (1752-1840) acquistò l’orologio direttamente da Raffaele Fiorelli nel novembre del 1793 per scudi 320, come risulta dal seguente documento:

io sottoscritto Raffaele Fiorelli ho ricevuto dal Principe Spada a conto di un orologio con carillon vendugli per il prezzo di scudi 320 così d’accordo, dico scudi 197:95, questo di 15 novembre 1793”.

I rimanenti scudi del prezzo pattuito, furono versati dal principe in più riprese con scadenza mensile: il 10 dicembre versò scudi 41, l’11 gennaio 1794 scudi 49, l’11 febbraio 1794 scudi 32 e il saldo l’8 marzo(3).

Contemporaneamente, il 28 dicembre 1793, Spada acquistò dall’artista anche un “cipollone da viaggio” per 90 scudi come qui riportato:

Il sottoscritto Raffaele Fiorelli ho ricevuto da Sua Ecc. il Sig.Principe Spada scudi 90 e sono per pagamento di un cipollone da viaggio con ore e quarti e svegliarino, così d’accordo Roma 28 dicembre 1793” (4).

Ma i rapporti con il Fiorelli continuarono almeno fino al 1806. Il 18 marzo del 1802, il principe acquistò da lui una scomparsa tabacchiera d’oro per 69 scudi. Il 16 giugno 1806, versò al Fiorelli scudi 175 per altri due orologi, anch’essi non più esistenti, forse di fattura più modesta, come si legge nella seguente minuta manoscritta:

io sottoscritto Raffaele Fiorelli ho ricevuto da Sua Ecc. il Sig. Principe Spada, per le mani del Sig. Domenico Andreoli, scudi centosettantacinque e sono in pagamento di due orologgi, uno che suona ore e quarti scudi centoventi, l’altro poi all’uffiziale con giorni del mese di Roberto e Courvisier scudi cinquantacinque, che forma in tutto la suddetta somma di scudi centocinquantacinque, chiamandomi soddisfatto, Roma 16 giugno 1806” (5).

L’orologio Spada è citato per la prima volta nella ricognizione inventariale di Hermanin del 1925 che valuta lire 10.000 e descrive nella terza sala del Mueo, come:

Grande orologio del principio del sec. XIX  firmato Raphael Fiorelli Roma, con due colonne di alabastro con decorazioni di bronzo dorato. Base di Bronzo dorato. Suoneria”(6).

 Non catalogato da  Federico Zeri nel 1954, l’orologio diviene oggetto di interesse dello studioso nella piccola guida del Museo del 1970, redatta insieme a Luisa Mortari, allora direttrice del Museo e segnalato in prima sala, dove ancora si trova.

Nella breve scheda si legge:

un orologio a pendolo(inizi sec.XIX), firmato dal romano Raffele Fiorelli, noto per aver costruito i due orologi con quadranti in mosaico in Campidoglio. La singolarità della pendola consiste in un congegno a carillon azionante, per mezzo di un piccolo mantice, una batteria di canne d’organo rinchiusa nella scatola sonora del basamento” (7).

L’orologio a pendolo era considerato nel Settecento un oggetto di particolare valore decorativo nell’arredo di casa e negli ambienti di rappresentanza, ed aveva subito una evoluzione rispetto al passato dal punto di vista  estetico e del conteggio delle ore, scandite non più in quarti d’ora ma in cinque minuti in un cerchio continuo, con sole due lancette, come nel nostro caso (8).

Poggiato su un tavolo-console, in corrispondenza del dipinto raffigurante il ritratto del cardinale Bernardino Spada, l’elegante pendola, in stile impero, si compone di un corpo superiore in marmo bianco dove è posta la cassa del rotismo, sormontata dalla statuetta di Atena armata e sostenuta da  catenelle che si distaccano da  due colonnine laterali scanalate doriche. Queste, completate di globi, e ornate di teste di leone  e piccole sfere,  poggiano su plinti a base quadrata  arricchiti da  trofei d’arme e racchiusi entro quattro colonnette ciascuna, con catenelle. La scatola sonora di forma rettangolare che ne costituisce il basamento, si compone di colonnine e pilastri angolari e di sportelli su ogni lato rivestiti di sottili grate in bronzo dorato, quello frontale recante un serto di alloro e palme applicato contenente in sé degli strumenti musicali.

Come ritiene Federico Caiola, il pendolo Spada è un esemplare forse unico nelle raccolte pubbliche romane, appartenendo a una tipologia poco rappresentata in Italia, derivata da quella detta “a portico”, tra le più caratteristiche del periodo neoclassico in Francia (9).

Rientra quindi nella categoria degli orologi musicali da tavolo, con struttura architettonica ed è dotato di un sistema a carillon azionante, attraverso un piccolo mantice, una batteria di canne d’organo.

La firma Raphael Fiorelli/a Roma è incisa sul quadrante e sulla piastra posteriore.

M. Lucrezia VICINI   Roma 8 Gennaio 2023

NOTE

1) Morpurgo, E., ad vocem Dizionario degli orologiai Italiani, Milano 1974; Turicchia, E.,  ad vocem, Nuovo Dizionario degli orologiai italiani, Independently publiched, senza luogo di ed. 2018
2) Vicini, M.L., La famiglia Spada Veralli. Ritratto della Marchesa Maria Veralli e di cinque suoi figli, Roma 1999, p.13
3) Archivio di Stato di Roma, Fondo Spada Veralli, vol. 1106, c.135
4) Ivi, vol. 1106, c. 132
5) Ivi, vol. 1106, minuta manoscritta
6) Cannatà, R., Vicini, M.L., La Galleria di Palazzo Spada. Genesi e storia di una collezione, Roma 1992, p. 198
7) Zeri, F., Mortari,L.,La Galleria Spada in Roma, Roma 1970, p. 9
8) Simoni,A., Orologi italiani dal Cinquecento all’Ottocento, senza luogo di ed. 1965
9) Caiola, F., Arredi neoclassici nella Galleria Spada in “Gazzetta Antiquaria” n. 28, 1996, pp. 68-69