Un concerto sullo stile musicale irlandese per l’inaugurazione dei concerti IUC del sabato

di Claudio LISTANTI

 Alla Istituzione Universitaria dei Concerti l’inaugurazione dei concerti del sabato pomeriggio

Irish Baroque. Da musica per Principi a musica per Gentlemen. Questo è il titolo (e sottotitolo) del concerto che lo scorso 24 ottobre ha inaugurato la stagione concertistica del sabato dell’Istituzione Universitaria dei Concerti (IUC) con un ottimo successo di pubblico che ha dimostrato con gli applausi estremo gradimento per la proposta musicale creata da Alessandro Tampieri che si è esibito, oltre che come violinista solista, anche alla guida del complesso Accademia Bizantina.

Fig. 1 Alessandro Tampieri con l’Accademia Bizantina in un recente concerto

Si è rivelato un concerto veramente piacevole non solo per l’indiscusso valore degli interpreti musicali saliti sul palco dell’Aula Magna della Sapienza ma anche per il valore musicologico e storico musicale delle composizioni prescelte.

Fig. 2 Il violinista e direttore Alessandro Tampieri

Alessandro Tampieri, infatti, ha proposto uno speciale viaggio nella musica partendo dal periodo tardo seicentesco per giungere fino alla prima metà del ‘700; è questo un lasso di tempo ricco di fermenti musicali che hanno contribuito alla diffusione degli stili compositivi dai luoghi di origine, nei quali la scuola italiana era tra le più fervide, per espandersi a macchia d’olio nel resto d’Europa.

Come si evince leggendo il titolo e il sottotitolo del concerto che stiamo recensendo, Tampieri ha voluto mettere in evidenza una relazione, anche piuttosto stretta tra l’Italia, grande ‘potenza musicale’ e l’ambiente musicale anglosassone, specificatamente quello irlandese, e come questo sia stato chiaramente influenzato dai nostri musicisti.

Fig. 3 Francesco Trevisani (attr.) – Ritratto di Arcangelo Corelli, Castello di Charlottenburg, Berlino

Il percorso intrapreso dal creatore di questo pregevole concerto parte da Arcangelo Corelli, uno dei più chiari rappresentanti di coloro che, nella Roma Barocca di fine seicento componevano per quei Principi evocati nel sottotitolo, molti dei quali veri e propri appassionati, se non addirittura fanatici, della musica a loro contemporanea, al punto di divenire in alcuni casi (non sporadici) anche straordinari mecenati, favorendo con il loro interessamento, lo sviluppo dello stile musicale. Il viaggio si è concluso con Francesco Saverio Geminiani, un altro italiano di grande fama che si trasferì dapprima in Inghilterra per poi giungere in Irlanda, a Dublino, dove si concluse la sua esistenza terrena, producendo opere le cui fondamenta erano solidamente costruite sullo stile ‘italiano’ ma che, con ogni evidenza, sfociano in uno stile ‘irlandese’ dai riflessi di carattere sicuramente popolare ma anche borghese, in omaggio ai quei ‘Gentlemen’ evocati nel sottotitolo ai quali diamo il significato di persone non aristocratiche ma senz’altro colte e dotate di una solida cultura.

Tra questi due estremi tre autori ‘intermedi’ che evidenziano tappe essenziali di questo progressivo mutamento ‘stilistico’, nel concerto messe in evidenza da composizioni di Nicola Matteis, musicista napoletano anch’egli transitato per Londra, di Henry Purcell musicista dai caratteri biografici tuttora quasi sconosciuti ma che operò a Londra riuscendo ad essere il musicista più rappresentativo della scuola musicale inglese e di James Oswald nato e vissuto nel ‘700 nelle cui opere si intravvedono caratteri di musica specificatamente ‘irlandese’.

Contenuti del programma del concerto

Alla Ciaccona in sol maggiore op. 2 n. 12 per due violini e basso di Arcangelo Corelli è stato affidato il ruolo di ‘incipit’ del concerto. Un brano di indiscutibile solennità adatto a quell’ambiente di nobili e aristocratici al quale era dedicato.

Non disponiamo di testimonianze sonore del concerto che stiamo recensendo ma riteniamo opportuno far ascoltare ai nostri lettori altre esecuzioni dei brani in oggetto per chiarire direttamente con la musica i contenuti e la validità di quel percorso intrapreso dagli esecutori. Come l’ascoltatore potrà notare il brano è intriso di quella ‘solennità’ prima evocata che si esplicita non solo nell’armonia ma anche nell’elegante dialogo tra i due violini solisti e dal contrasto del Largo iniziale che lascia il campo, dopo poche battute, ad un delizioso Allegro.

Audio 1

Arcangelo Corelli, Ciaccona in sol maggiore op. 2 n. 12 per due violini e basso

Musica Antiqua Köln. Direttore Reinhard Goebel. Edizione Archiv

https://www.youtube.com/watch?v=iOiJfBhPzOE

Fig. 4 Il compositore Nicola Matteis, in un ritratto di Godfrey Kneller

Alla Ciaccona di Corelli seguiva un brano di Nicola Matteis, la Suite in mi minore per due violini e basso da ‘Ayres for the Violins’una composizione pubblicata a Londra nel 1685, lo stesso anno della precedente di Corelli; una contrapposizione che nell’ambito del concerto ha assunto il significato di un primo passo avanti verso il raggiungimento di uno stile dai caratteri popolari di stampo anglosassone. Per comprendere l’importanza di Nicola Matteis, soprattutto per le connessione tra musica italiana e nascente musica inglese, vogliamo citare le parole di Roger North, un biografo coevo di Matteis, molto opportunamente citate da Alessandro Tampieri nel programma di sala:

“Come gradita eredità alla nazione Inglese, (Matteis) lasciò in essa un generale favore per il gusto Italiano dell’armonia, e dopo di lui quello Francese fu lasciato completamente da parte, e nessuno in città aveva un condimento senza una spezia italiana. E i maestri qui cominciarono a imitarlo, testimone Mr H. Purcell nella sua nobile raccolta di sonate”.
Fig. 5 John Closterman, Henry Purcell. Olio su tela, 1695, National Portrait Gallery, Londra

Queste ‘Ayres’ evidenziano uno spiccato senso del ritmo, una suite certo coinvolgente nell’insieme della quale vogliamo porre in evidenza il ‘Ground’ finale basato sull’improvvisazione ed in possesso dei chiari connotati di musica popolare, espressione inequivoca della musica di stampo anglosassone. Tutto ciò si può notare nell’ascolto che proponiamo.

Audio 2

Nicola Matteis. Suite in E Minor VII. Ground

Nicholas McGegan The Arcadian Academy

Edizione ℗ harmonia mundi usa

https://www.youtube.com/watch?v=8qvVC_TRGVk

Di Henry Purcell era il terzo brano della serata, Ciaccona in sol minore Z.807 per due violini e basso, un brano pervaso da un indiscutibile senso di malinconia ispirato ad una composizione in lingua italiana di Lully che Purcell, magistralmente, adatta al suo stile

Audio 3

Henry Purcell. Son

Fig. 6 Il compositore James Oswald in una stampa d’epoca

ata VI “Chaconna”, Z. 807 4Musica Antiqua Köln

Musica Antiqua Köln. Direttore Reinhard Goebel. Edizione Archiv

https://www.youtube.com/watch?v=y5BIoPVGAa0

Il programma proseguiva con uno dei più emblematici musicisti della tradizione musicale anglosassone irlandese: James Oswald. Scozzese di nascita, la sua vita si svolse completamente in ambito settecentesco; fu organista e violinista di chiara fama e, buona parte della sua attività, ebbe come sede proprio ad Edimburgo come anche a Londra senza dimenticare i legami con il nostro paese che visitò come viaggiatore. La sua produzione fu piuttosto vasta; oltre ad essere attivo nel campo strumentale fu molto presente anche in ambito teatrale e, soprattutto, nella musica popolare. Nel programma sono stati inseriti due brani. La Sonata in re maggiore per due violini e basso è un chiaro esempio della tradizione irlandese-scozzese dove i titoli di ogni brano si rifanno a canzoni, più specificatamente a tunes, una sorta di melodie senza testo molto apprezzate nell’ambiente popolare e borghese.

Queste spiccate caratteristiche sono presenti nel secondo brano in programma When she cam ben she bobbed (Quando entrò in salotto, si inchinò) un testo il cui titolo evoca caratteri licenziosi nel quale risalta una evidente ed una affascinante sensualità. Nel concerto il brano è stato eseguito a violino solo come indicato da Oswald stesso nel suo A curious collection of Scot Tunes.

Proponiamo l’ascolto di questo brano in una esecuzione per ensemble strumentale nella quale questi elementi emergono con chiarezza anche se si perde quella dimensione strettamente cameristica evidenziata, nell’ambito del concerto, dallo strumento solista.

Audio 4

James Oswald When She Cam Ben, She Bobbit

Kitty’s Wishes – Les Musiciens de Saint-Julien – François Lazarevitch. Edizione Alpha Classics

https://www.youtube.com/watch?v=NRTqaTU0Z0Q

Fig. 7 Il compositore Francesco Saverio Geminiani in una pittura d’epoca

Gran finale del concerto con Francesco Saverio Geminiani e due suoi straordinari brani:  Song The lass of Peaty’ Mill e la Sonata n. 1 in fa maggiore per due violini e basso. Proprio quest’ultima composizione può essere considerata come il giusto suggello al significato intrinseco di tutta la serata in quanto in essa si materializza quella perfetta fusione tra lo stile musicale italiano e quello irlandese con i due elementi che si sovrappongono e si integrano a vicenda per divenire uno stile nuovo ed indipendente. Tutto ciò si può verificare nell’audio che proponiamo il cui ascolto ci fa comprendere, forse, che questa musica settecentesca contiene anche i prodromi di quella musica che dopo molti anni varcherà l’oceano per divenire una delle basi di quella musica ‘Folk’ o ‘Country’ che sarà una delle prerogative musicali del Nord America.

Audio 5

Francesco Saverio Geminiani. Sonata 1. The Broom of Cowdenknows – Bonny Christie

Manfredo KraemerThe Rare Fruits Council

https://www.youtube.com/watch?v=l0yIt2s31wQ

Edizione ℗ Ludi musici

I protagonisti dl concerto

Per quanto riguarda l’esecuzione c’è da dire innanzitutto che in essa è apparsa evidente la passione che ha animato Alessandro Tampieri nel costruire questo interessante programma al quale ha dedicato un’interpretazione del tutto convincente, intensa ed appassionata, con una particolare cura di quei dettagli, come suono, abbellimenti, ritmi e colori. Il tutto grazie anche al contribuito fondamentale dell’Accademia Bizantina, formazione di grande professionalità e specializzazione nell’ambito della musica barocca molto apprezzata a livello internazionale e composta da solisti conoscitori della tecnica strumentale necessaria all’esecuzione di questo tipo di repertorio: Ana Liz Ojeda violino II, Paolo Ballanti violoncello, Giovanni Valgimigli violone, Tiziano Bagnati liuto e Valeria Montanari clavicembalo.

Fig. 8 Alessandro Tampieri con l’Accademia Bizantina in un recente concerto

Il concerto ha elettrizzato il pubblico della IUC convenuto all’Aula Magna della Sapienza nel pieno rispetto delle misure anti-covid.

Lunghi e fragorosi applausi hanno sottolineato il termine dell’esecuzione ottenendo dagli interpreti come ringraziamento un bis di altrettanto grande spessore musicale: la Fuga dalla Sonata a 4 di Georg Friedrich Händel.

Era il 24 ottobre e la IUC, dopo l’inaugurazione del ciclo serale del martedì, con l’occasione apriva anche i concerti del ciclo pomeridiano del sabato.

Noi e, immaginiamo tutto il pubblico, eravamo entrati in sala con la convinzione di aver finalmente ripreso le nostre abitudini dell’ascolto della musica ‘in presenza’ dopo lo stop della scorsa primavera. Con grande tristezza abbiamo appreso il giorno successivo che i luoghi come questo sono stati di nuovo bloccati convinti anche di aver subito una grande ingiustizia rispetto ad altre forme di vita sociale.

Purtroppo, mentre scriviamo questa recensione, i numeri della condizione sanitaria del nostro paese stanno costantemente peggiorando per cui compendiamo che le disposizioni emanate sono, purtroppo, necessarie.

Concludiamo con la speranza di rivederci tutti, non solo noi appassionati di musica classica, opera lirica e balletto, ma anche cinefili e amanti del teatro di prosa, nei luoghi deputati alle rappresentazioni di queste forme di Arte per permettere alle nostre passioni e ai nostri interessi culturali, di essere coltivati per il bene del nostro spirito interiore.

Claudio LISTANTI   Roma 8 novembre 2020