Per un nuovo museo della ceramica, nasce il “Museo della ceramica di Gerace”.

redazione

Si inaugura con l’apertura di una mostra permanente dal titolo Cretae Pictae 2, Maioliche di Gerace dal XVI e XVIII secoli un nuovo museo dedicato alle produzione di ceramiche e di maioliche di Gerace in Calabria.

Quando si parla di maioliche  italiane rinascimentali e seicentesche vengono ai più alla memoria i note centri produzione di Albissola il Liguria, Faenza, Castelli in Abruzzo, Deruta in Umbria e nel sud Caltagirone in Sicilia e Laterza in Puglia ma pochissimi sono a conoscenza di una piccola cittadina della Calabria ionica, in provincia di Reggio Calabria, la splendida Gerace perfettamente conservata,  nata quale incastellamento in età tardo-antica degli abitanti di Locri magnogreca prima e  romana successivamente.

Gerace fu per circa due secoli – dalla seconda metà del Cinquecento alla seconda metà del Settecento – e quindi in un periodo importante per la storia artistica italiana che ricopre tutto quell’arco di tempo che comunemente chiamiamo Barocco, un noto e importante centro di produzione ceramica della Calabria. Dal secondo Cinquecento, infatti, i vasai di Gerace sperimentarono con successo la tecnica della maiolica, aiutati dalla grande qualità̀ dell’argilla locale, con risultati per certi versi sorprendenti che ebbero un enorme successo. Gabriele Barrio, autore del De antiquitate et situ Calabriae, attesta che già̀ intorno al 1570 a Gerace si producevano vasi nobili, cioè̀ “maioliche”.

Nel 1617, il pittore lacovo Cefalì volle consacrare il suo nome alla Storia lasciando la propria firma su una serie di vasi prodotti nella sua bottega impiantata a Gerace.

Decorate dai colori vivaci del giallo sole, del verde prato e del blu oltremare, le maioliche di Gerace, ad imitazione delle più̀ celebri raffinate maioliche prodotte a Venezia, acquistarono una fama tale da attirare l’attenzione di importanti committenti quali i Cavalieri di Malta o i rettori del Grande Ospedale di Messina per i quali produssero decine e decine di opere, in molti casi destinate a costituire interi corredi da farmacia.

È per riportare all’attenzione del grande pubblico e degli amanti dell’arte su una tradizione, in auge per più̀ di due secoli e che poi scompare lasciando spazio ad altri centri di produzione, che nasce l’idea di creare presso la Cittadella Vescovile di Gerace un museo nuovo che possa raccontare questa straordinaria storia di uno dei 100 borghi più̀ belli d’Italia.

Nell’ambito delle Giornate Europee del Patrimonio 2023, con l’esposizione permanente dal titolo Cretae Pictae 2, Maioliche di Gerace dal XVI e XVIII secolo di 14 maioliche, provenienti da collezioni pubbliche e private, attraverso una sinergica collaborazione tra la Diocesi di Locri-Gerace, il Comune di Gerace e il Ministero della Cultura – Sapab di Reggio Calabria, si è inaugurata per esporre per la prima volta un primo nucleo di opere del costituendo Museo della ceramica geracese” al fine di raccontare, nel loro luogo di produzione, un momento importante della storia di Gerace e della Calabria.

Alle 14 maioliche di Gerace nate quale corredo da Farmacia e raccolte grazie alla generosità di molti privati che hanno concesso in comodato d’uso parte della loro collezione e accostato un rarissimo esempio di mortaio da Farmacia, di grandi dimensioni essendo alto circa 40 cm e con un diametro di 35 cm realizzato in pietra calcarea bianca e rosa di Prestarona, un piccolo centro presso Gerace.

Cretae Pictae 2, Maioliche di Gerace dal XVI e XVIII secolo fa seguito all’esposizione di maioliche geracesi e veneziane provenienti da Malta tenutasi sempre presso la Cittadella Vescovile nell’estate del 2022 dal titolo “Cretae Pictae. Maioliche di Gerace per i Cavalieri di Malta”, a cura di Sante Guido Alfredo Ruga (Cfr https://www.aboutartonline.com/cretae-pictae-maioliche-di-gerace-per-i-cavalieri-di-malta-arte-storia-e-cultura-di-un-territorio-tra-tardo-rinascimento-e-barocco-fino-al-22-0ttobre/ ) )

L’attuale progetto, ideato da Giuseppe Mantella e dall’Associazione Arte e Fede della Diocesi di Locri-Gerace, è curato da Monica De Marco, la più̀ nota studiosa di maioliche geracese, da Vincenzo Cataldo e Sante Guido, Università di RomaTre,  mentre all’Università̀ della Calabria – Dipartimento di Scienze della Terra e a Mantella Restauri S.r.L si devono le indagini scientifiche eseguite su alcuni reperti in mostra che, in una prossima pubblicazione, daranno conto di nuovi e importanti dati sulle tecniche di realizzazione delle maioliche geracesi.

I restauri sono stati eseguiti dalle ditte: Sante Guido Restauro Opere D’Arte di Roma e Mantella Restauri S.r.l.
Sponsor tecnici: Athena Antichità di Palermo, Antichità Imbimbo di Bari, Italtecnica di Davoli (CZ). Un particolare ringraziamento va a: Anacleto Cardoni, Anna Condò, Jaya Di Domenico, Felice Spanò e Francesco Maria Spanò.

Roma 24 Settembre 2023