L’Arte trafugata. Il “Satiro”, l’ “Efebo” e don Ciccio … Una indagine di Sky Tg 24.

di John PEDEFERRI

Trafug’Arte #29 IL SATIRO E L’EFEBO

Castelvetrano non è soltanto la città natale di Matteo Messina Denaro. È anche l’antica Selinunte, con il suo parco archeologico più grande d’Europa. Prima che il parco fosse costituito, erano migliaia i reperti trafugati ogni anno, perlopiù all’estero. Si dice che Francesco Messina Denaro, il padre di Matteo, con il traffico di antichità abbia mantenuto tutta la famiglia. Due statue greche preziosissime del V secolo a.c. sono stati per anni oggetto del desiderio dei Messina Denaro.

L‘Efebo di Selinunte, “lu pupu“, come lo chiamano affettuosamente a Castelvetrano, fu rubato negli anni ’60 da Francesco “Ciccio” Messina Denaro e recuperato sei anni dopo a Foligno solo grazie all’intervento dello 007 dell’arte, Rodolfo Siviero. E poi, più di recente, il Satiro danzante, affiorato dalle acque del canale di Sicilia alla fine degli anni ‘90.

Secondo le deposizioni dei pentiti, Matteo Messina Denaro ne avrebbe commissionato il furto e solo un imprevisto capitato la notte prima che il Satiro fosse trasferito a Roma per essere restaurato, lo avrebbe evitato. Il Satiro e l’Efebo – dicono i siciliani – rappresentano un simbolo, quello del riscatto di un territorio che vuole essere conosciuto soprattutto per i suoi tesori, che oggi finalmente non sono più in fuga.

Ne abbiamo parlato con castelvetranesi doc come il professor Giuseppe L. Bonanno e l’avvocato di Giovanni Miceli – legale di Gianfranco Becchina – lo scrittore e giornalista Fabio Isman, il regista Salvo Cuccia, il presidente della fondazione Sebastiano Tusa, Valeria Livigni e il luogotenente in dei Carabinieri del Tpc – oggi in congedo – Salvatore Morando.

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Roma  5 Marzo 2023