di Franco LUCCICHENTI
Da sempre mi interrogo su quali siano state le vere ragioni che hanno portato molti Artisti ad abbandonare, nei primi del ‘900, la RAPPRESENTAZIONE delle cose del mondo.
L’uomo del paleolitico disegnava sulle pareti delle grotte che abitava quello che vedeva: animali, esseri umani e altro in forme sintetiche e affascinanti (fig.1).
Inutile elencare le culture che da quel passato remoto hanno FISSATO corpi, avvenimenti, ambienti sui più vari supporti. L’arte figurativa nei millenni è stata una straordinaria narrazione che, eludendo il tempo, ha custodito la STORIA dell’uomo dando senso e forma agli accadimenti della vita. RAPPRESENTARE il mondo è stata una funzione essenziale dell’Artista per trasmettere la conoscenza della realtà e delle sue dinamiche estetiche e culturali.
Quali forze all’inizio del ‘900 sgretolano l’impalcato intellettuale che per decine di migliaia di anni ha governato il fare dell’arte?
Vorrei considerare un salto culturale che in due discipline apparentemente distanti coincide però nel tempo. Nel 1905 Albert Einstein formula la celebre teoria della relatività ristretta. Nel 1910 Wassilj Kandinskij dipinge un acquarello considerato la prima opera astratta della storia dell’arte (fig.2)
I due postulati della relatività ristretta cambiano l’idea che si era consolidata da sempre nella percezione dello spazio. Il TEMPO entra come quarta dimensione e si sostanzia con lo spazio tridimensionale modificando le possibilità di rappresentazione delle cose del mondo. Molto è stato scritto sull’argomento. E su About Art ho già avanzato il ragionamento (cfr. in particolare https://www.aboutartonline.com/la-non-art-ovvero-fascino-dellinsignificanza-del-vuoto-nel-contemporaneo/)
Vorrei ora precisare che la percezione dualistica dello spazio e del tempo non esiste più. Il tempo entrando nello spazio ha inserito un principio dinamico nella rappresentazione della forma. Pensate al cinema dove la forma si sgretola in una successione di istanti e la narrazione apre a immagini che si definiscono solo nella sequenza dinamica. Il cinema nasce alla fine del XIX secolo ed è sicuramente una delle FORZE che alterano la lunghissima tradizione culturale dell’arte figurativa (fig.3).
Futurismo, astrattismo, e in seguito l’informale sono un “precipitato” del pensiero creativo che ha abbandonato la rappresentazione delle cose del mondo per PRESENTARE altro (fig.4).
L’architettura, che non è un arte figurativa ma arte del fare, ha mantenuto le sue radici legate alla funzione. Solo alla fine del 900 l’architettura “mossa” di celebri archistar ha subito a distanza qualche forte influenza dai fenomeni qui accennati (fig.5).
Il passaggio dalla “rappresentazione alla presentazione”obbedisce a un principio di superamento della materialità dell’esistere o una illusione creativa dell’uomo? Oggi la forma del mondo è percepita fisicamente toccando il MOUSE del computer. La TECNICA è un’altra delle forze modellatrici del fare arte. Le “installazioni” (fig.6) sono forse la testimonianza di un ritorno al passato e alla materia fisica delle COSE presentate così come sono, alla ricerca di qualche significato.
Franco LUCCICHENTI Roma 4 luglio 2021