“Guernica”. Pablo Picasso contro i crimini di Francisco Franco. La storia di un capolavoro universale

di Francesco MONTUORI

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 M.Martini e F. Montuori

 Lettera da Madrid

 Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia

Guernica

Pablo Picasso contro i crimini di Francisco Franco 

La guerra civile scoppia in Spagna nel luglio del 1936; il generale Francisco Franco guida la sollevazione militare contro la giovane repubblica e il governo del raggruppamento del Fronte Popolare, una coalizione di partiti eletta democraticamente il febbraio di quello stesso anno.

Il colpo di stato franchista non fu che il preludio della seconda guerra mondiale; il risultato delle manovre che l’asse politico e militare fra Hitler e Mussolini aveva ordito per spezzare la democrazia liberale dall’Europa che ancora faceva i conti con le strage del conflitto 1915-1918. La guerra civile spagnola sconvolse il paese per quasi tre anni: migliaia di volontari spinti dall’ideale di libertà e democrazia si recarono a combattere in Spagna organizzati nelle Brigate Internazionali, finché le truppe di Francisco Franco entrarono a Madrid dando inizio ad una feroce repressione.

L’ADLAN, gli Amici dell’Arte Nuova, si schierò a sostegno del Fronte Popolare.

Un’esposizione delle opere di Pablo Picasso viene organizzata in diverse città spagnole nell’aprile del 1936 in difesa della libertà di espressione; nel settembre di quello stesso anno Picasso viene nominato dal governo repubblicano direttore del Museo del Prado di Madrid. Paul Eluard, Dora Maar, Christian Zervos ed altri intellettuali informano Pablo Picasso dei crimini commessi in Spagna dalla dittatura di Francisco Franco. Nel gennaio del 1937 Picasso realizza un incisione satirica intitolata “Songe e mensonge di Franco”, “Verità e menzogne di Franco”; la vendita di queste incisioni, con un poema dell’artista, sono destinate a sostegno del Fronte Popolare (fig.1)

1. Songe e mensonge, 1937 Museo Nazionale Picasso-Paris

Fra la fine del 1936 e il 1937 una delegazione dei repubblicani spagnoli si recò nell’atelier di Pablo Picasso. Si preparava a Parigi l’Esposizione internazionale delle Arti e delle Tecniche applicate alla vita moderna; il padiglione spagnolo poteva essere un’arma simbolica per la difesa della Repubblica. L’ambasciatore spagnolo a Parigi e gli architetti incaricati della realizzazione dell’esposizione, Joseph Lluis Sert e Lluis Lacasa, offrono a Picasso un’ intera parete sollecitandolo ad esporre un opera che sostenesse la Repubblica spagnola minacciata da Franco.

Picasso redige i primi schizzi preparatori nel mese di aprile del 1937 ma solo in un secondo momento si convincerà ad affrontare un opera che rievocasse un avvenimento contemporaneo. Il 26 aprile 1937 la piccola città basca di Guernica è attaccata dall’aviazione nazista e fascista alleata con i franchisti. E’ un’azione dimostrativa, il primo bombardamento civile di massa della storia; centinaia saranno i morti fra gli abitanti della cittadina, fotografie e testimonianze dirette vengono pubblicate dalla stampa democratica (fig.2).

2. Guernica distrutta dal bombardamento nazista Popoff quotidiano.it

La reazione di Picasso è immediata: il primo maggio realizza un primo schizzo cui altri ne seguono centrati su quell’avvenimento luttuoso; seguiranno numerosi bozzetti preparatori che costituiranno scene indipendenti ma concorreranno all’opera finale: il toro, il cavallo, il soldato morto, le madri disperate che sorreggono i loro figli senza vita.

Numerosi saranno i riferimenti iconografici che Picasso rievocherà: gli affreschi dell’arte catalana medioevale; l’affresco staccato del Trionfo della morte alla Galleria di Palazzo Abatellis di Palermo (fig.3)

3. Il Trionfo della Morte, affresco. Palermo Palazzo Abatellis
4. Guido Reni, La strage degli innocenti,
Pinacoteca Nazionale di Bologna

le incisioni dei “Disastri della guerra” di Francisco Goya; il tema della “strage degli innocenti” illustrato magnificamente da Guido Reni (fig.4), Nicolas Poussin, Peter Paul Rubens (fig.5). Nel lavoro di Picasso trovano eco motivi ricorrenti della sua opera, La Tauromochia, La Minotauromachia (1933) (fig.6) ,Corrida: la morte del torero (1933), La Crocifissione (1930) (fig.7).

Pablo Picasso e Dora Maar si incontrano nel 1936; Dora Maar fotografa surrealista di origine croata, militante antifascista e nuova compagna di Picasso lo incoraggia ad impegnarsi contro il franchismo. L’editore Christian Zervos la incarica di realizzare una storia fotografica della realizzazione dell’opera di Picasso in previsione di un numero speciale della rivista Cahier d’art. Picasso accetta di documentare il suo processo creativo.

5.  Peter Paul Rubens, Il massacro degli innocenti, Musées royaux des beaux art de Belgique

Le fotografie di Dora Maar documentano progressivamente il suo lavoro e gli permettono di verificare la sua opera mentre si concretizza nel suo atelier des Grand Augustines di Parigi, ricavato in un ex granaio. Fra i numerosi schizzi preparatori, Picasso esegue la serie delle “Femmes qui pleurent”; ispirate da Dora Maar; queste potenti e commoventi immagini costituiranno di per sé un grido di allarme sui pericoli che corre l’Europa, coinvolta di riflesso nella guerra spagnola (figg. 8 e 9).

8. Pablo Picasso. Donna che piange, Tate Modern, Londra
9. Pablo Picasso. Testa di donna piangente con fazzoletto, Musèes Nacional Picasso-Paris

L’occhio di Dora Maar partecipa alla creazione dell’opera: le sue fotografie permettono la diffusione mediatica dell’opera di Picasso nei giornali dell’epoca. Esse narrano della sequenza compositiva del capolavoro picassiano.

La prima versione di studio  di Guernica riguarda un disegno preparatorio alla dimensione finale; nella seconda versione sono precisate le figure chiave della composizione: il toro immobile, maestosa immagine di brutale violenza, il cavallo sventrato e urlante, la donna con la lampada: sono immagini simboliche, un appello al popolo spagnolo in senso dichiaratamente propagandistico (fig.10).

10. Pablo Picasso. Guernica, prima versione

Nella terza versione Picasso delinea nella parte centrale della composizione un braccio alzato con la mano stretta a pugno; il pugno stringe steli di grano davanti ad un sole cocente: è il saluto delle forze spagnole repubblicane, un segnale di speranza (fig.11).

11. Pablo Picasso. Guernica, seconda versione

Picasso è tuttavia insoddisfatto di questo simbolismo retorico che eliminerà nella versione successiva. Con la scomparsa del braccio centrale con il pugno chiuso il dipinto perde il centro focale della composizione; Picasso alza allora la testa del cavallo, rendendo più evidente la lancia che sta squarciando il suo corpo; la ferita mortale è causata dall’atto di un uomo feroce (fig.12).

12. Pablo Picasso. Guernica, particolare del cavallo Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, Madrid

Nella versione successiva Picasso sperimenta nuove tecniche.

Aggiunge colore e texture con ritagli di carta da parati, usando il rosso sangue per le lacrime della donna. Ma subito dopo ci ripensa: rimuove i colori allorché si rese conto che la tavolozza monocromatica rafforzava la potenza delle immagini. In alto a destra una donna ferita alza le braccia al cielo, fra le fiamme di un incendio. Alla sua sinistra una figura spettrale tiene in mano una lampada ad olio; più in basso avanza trascinandosi una donna svestita.

Picasso delinea quindi il guerriero caduto con la mano aperta, sulla sinistra della rappresentazione: non più un’eroica figura ma un corpo senza vita, con le armi in frantumi. Il movimento non viene più simboleggiato  dal pugno chiuso e il braccio in posizione verticale ma dalle mani tese, le dita ferite, le palme profondamente segnate. Sulla sinistra una madre stringe il figlio neonato: il collo è allungato verso l’alto in uno spasmo di dolore, la bocca è spalancata in un urlo mentre la testa del bimbo e rivolta verso il basso: gli occhi privi di vita, la bocca chiusa.

13. Pablo Picasso. Guernica, particolare della lampadina
Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, Madrid

Sulla destra un uomo urla di dolore; le braccia protese afferrano il nulla, il fuoco lo raggiunge. Le fiamme hanno la forma di aguzzi denti.

Infine Picasso aggiunge una lampada sopra la testa del cavallo; la lampadina è, nella lingua spagnola bombilla, diminutivo di bomba, metafora che indica il potere distruttivo e terrificante della tecnologia moderna (fig.13)

Il paradigma cubista garantisce la contemporaneità degli episodi; della stessa figura si danno simultaneamente più verità diverse, la forma è discontinua, ambigua carica di tensioni esplosive: la rappresentazione è un conflitto che si combatte sotto gli occhi sgomenti di chi la osserva (fig.14).

14. Pablo Picasso. Guernica, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, Madrid

Il 24 maggio del 1937  è  inaugurata  l’Esposizione internazionale dell’arte e delle tecniche;

il commissario, Josè Gaos, presenta al pubblico opere che denunciano i massacri perpetuati dai franchisti: Guernica è esposta nel patio insieme all’affresco “Paysan catalan in révolte” di Joan Mirò, a “La Montserrat” di Julio Gonzales, a “La Fontaine de Mercure” di Alexander Calder. Le incisioni “Songe et mensonge de Franco” di Picasso sono vendute come forma di sostegno alla Repubblica popolare spagnola.

La guerra di Spagna si conclude il primo di Aprile del 1939 con la vittoria del campo franchista; centinaia di migliaia di spagnoli repubblicani passano i Pirenei per rifugiarsi in Francia. Nel 1946 si crea un Comitato di Aiuti agli esuli repubblicani. Molti di loro entrano a far parte della resistenza francese contro l’occupazione nazista. Picasso realizza una pittura intitolata “Monumento agli spagnoli morti per la Francia”.

Dopo l’esposizione al padiglione della Repubblica spagnola del 1937 Guernica intraprende un lungo viaggio attraverso il mondo. Nel 1939, allo scatenarsi della Seconda Guerra mondiale, Picasso si convince a lasciare Guernica e i suoi schizzi in deposito al Museo dell’Arte Moderna di New York. Grazie all’iniziativa del suo direttore Alfred H. Barr, Guernica potrà essere vista in numerose città; sarà esposta ad Chicago, Boston, San Francisco ed altre città statunitensi ma anche a Londra, Madrid e dal settembre 1953 al febbraio 1954 a Milano.

Picasso aderisce al Partito Comunista francese; nel 1969 denuncia i tentativi del regime franchista di recuperare alla Spagna Guernica e rilascia una dichiarazione al giornale francese Le Monde in cui afferma che “Guernica rivedrà la Spagna una volta restaurata la Repubblica”. Picasso muore l8 aprile 1973, Franco il 20 novembre 1975. Il 22 novembre Joan Carlos è proclamato re di Spagna.

Le prime elezioni libere dopo quelle del 1936 avranno luogo nel 1977 e la nuova Costituzione è approvata nel 1978. Guernica può tornare in Spagna dove è esposta al Cason del Buen Retiro, prestigiosa succursale del Museo del Prado.

L’opera di Picasso sarà quindi trasferita nel 1992 al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid; la grande sala espositiva di Guernica (fig.15)

15. La sala di Guernica al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid (Foto Montuori)
16. Pablo Picasso. La Suppliante, Museo Nacional Picasso-Paris

 

è preceduta dalle sale ove sono esposte, insieme a numerosi disegni preparatori, la serie de “Les femmes qui pleurent” (fig.16).

 

Francesco MONTUORI    Madrid 4 luglio 20