Il “Sinite Parvulos” un tema religioso di Artemisia Gentileschi; presentato il dipinto restaurato

redazione

Il tema del Sinite Parvulos,  “Lasciate che i pargoli vengano a me”, o anche -più internazionalmente-  Suffer the little children to come unto me, se non Christ Blessing little Children  non è precisamente uno dei più rappresentati in ambito artistico, e tuttavia dal punto di vista realizzativo se ne conoscono versioni che appaiono autentici capolavori, tra questi quello realizzato da Artemisia Gentileschi di cui verremo a parlare più avanti (fig. 1).

fig 1 Artemisia Gentileschi, Sinite Parvulos  (dopo il restauro) foto Stefano D’Amadio

Prima in effetti occorre precisare che il soggetto conobbe un certo seguito soprattutto dopo che, negli anni Trenta del XVI secolo, venne dipinto da Lucas Cranach il Vecchio (fig. 2), il quale lo realizzò nel pieno dei violenti contrasti sorti in Germania dopo lo scisma luterano, tra i seguaci del monaco e gli anabattisti, notoriamente contrari ad accettare che tale sacramento venisse imposto ai bambini. Cranach, al contrario, che aveva in effetti abbracciato molto presto la fede riformata, raffigurò la scena dei piccoli con le madri per sostenerne  la legittimità, cosa che com’è noto era certamente di vitale importanza anche per i cattolici, che su questo tema sarebbero intervenuti più volte. E non per caso.

fig 2 Lucas Cranach the Elder, Christ Blessing little Children 

Non è un mistero infatti che il capitolato approvato al Concilio di Trento a questo riguardo non lasciava adito a dubbi; nella VII Sessione del 3 marzo 1547, che aveva affrontato proprio il tema dei Sacramenti, i padri conciliari avevano messo in chiaro ai punti 12 e 13:

12.Se qualcuno afferma che nessuno debba essere battezzato, se non all’età in cui fu battezzato Cristo, o addirittura in punto di morte: sia anatema.

13. Se qualcuno afferma che i bambini, poiché non hanno la capacità di credere, ricevuto il battesimo non devono essere considerati cristiani e quindi divenuti adulti, devono essere ribattezzati; o che è meglio omettere il loro battesimo, piuttosto che battezzarli nella fede della chiesa, senza un loro atto di fede (184): sia anatema.

In ambito artistico, dunque, l’illustrazione dell’episodio rispondeva a precisi intenti religiosi, che soprattutto nelle regioni che erano restate fedeli al Papato, assunse il significato di un vero e proprio messaggio atto a ribadire le verità della chiesa di Roma, com’è dimostrato peraltro dalle tavole di vari importanti pittori dell’epoca controriformata. Per restare nell’ambito artistico del caravaggismo, il movimento -se si può dire- che nei primi decenni del Seicento rivoluzionò la scena artistica internazionale, l’episodio del Sinite Parvulos è stato illustrato non senza quella che appare una profonda emotività partecipativa da Nicolas Tournier (Montbeliard, 1590 – Tolosa, 1639), in un dipinto oggi ben fruibile da tutti nella bella mostra Il Tempo barocco ancora in corso ( fino al 3 ottobre) a Palazzo Barberini (fig 3).

Nicolas Tournier, Cristo e i fanciulli, 1624-25, Roma Galleria Corsini

Ma il tema è tornato attualmente ancor più di attualità a seguito del restauro di una pala di notevole invenzione che, dopo varie peripezie attributive, viene oggi riconosciuta dalla comunità sceintifica alla mano di Artemisia Gentileschi (Roma, 1593 – Napoli, 1653). In proposito infatti sono intervenuti studiosi specialisti della materia quali Riccardo Lattuada, Gianni Papi, Gianluca Forgione e Francesco Saracino , con argomentazioni del tutto convincenti.

Il tema riprende, come si sa, un noto passo evangelico (Marco 10, 14), secondo il quale  Gesù ebbe a redarguire gli apostoli per aver tentato di proteggerlo dalla vivacità dei bambini, che essi stessi avevano portato al suo cospetto affinché li accarezzasse. Ma la creazione proposta da Artemisia è piuttosto distante tanto dall’idea di Cranach, quanto dalla invenzione di Tournier, che, come si vede, presenta una donna con in braccio il piccolo e alle spalle del Cristo gli apostoli quasi rabbuiati e in qualche modo umiliati per la reprimenda del Signore; è come se l’artista tolosano volesse proprio evidenziare, dentro un forte controllo formale, la forza espressiva racchiusa in un sentimento religioso che pretende sia fortemente appalesato, quasi a ribadire la verità della sua conversione da ugonotto a cattolico.

Molto diverso l’approccio di Artemisia Gentileschi, laddove Gesù, mentre tocca la fronte del bambino con la mano destra, con l’altra indica il cielo; qui nè madri nè apostoli, come a voler rimarcare una sorta di isolamento del Cristo che si rivolge allo spettatore per un coinvolgimento, per stimolarlo ad una riflessione personale sul significato di quanto appare, cioè che l’infanzia è degna del regno dei cieli se toccata dalla grazia di Dio, nel nostro caso dal battesimo.

Il dipinto di Artemisia Gentileschi, proprietà della chiesa romana dei Santi Ambrogio e Carlo al Corso, è una delle opere più affascinanti e poco conosciute di Artemisia, riscoperta solo qualche decennio fa dopo secoli di oblio; ebbe un posto d’onore nell’Apostolato commissionato dal Duca d’Alcalà nel 1625 ad alcuni dei “più illustri pittori che si trovassero in Italia in quell’anno”.

Jane Adams davanti al dipinto di Artemisia Gentileschi durante la presentazione post restauro; foto Stefano D’Amadio

E’ stato appena riproposto dopo l’accurato restauro frutto del progetto di conservazione ideato dalla restauratrice Elda Nerina Mariotti nel 2018 e realizzato grazie a Jane Adams, Co-fondatrice con Roberta Lapucci dell’Associazione Culturale Caravaggio & Contemporary, motore nel guidare il coordinamento dell’intero team coinvolto nel progetto del Sinite Parvulos di Roma con Mark Smith, Presidente di Private Italy Tours, come sponsor. Il progetto è dedicato alla memoria di Elda Mariotti, scomparsa prematuramente nel 2019, che diede l’impulso giusto per fare una promessa, quella di restaurare il dipinto e riportarlo alla luce della storia e della critica avvalendosi anche di mirate indagini scientifiche.

Va detto che l’incontro tra Jane Adams e Mark Smith, avvenuto nel corso della realizzazione di un altro progetto, è stato essenziale, dal momento che ha prodotto progetti incentrati sulla riscoperta e valorizzazione dell’arte delle donne, un tema che la Adams coltiva da sempre e di cui ha fatto una vera missione. Mark Smith, professore di Arte del Rinascimento italiano e dell’Età dell’oro olandese, è rimasto affascinato dall’opera di Artemisia Gentileschi:

“È la forte passione e l’impegno nei confronti del suo lavoro e l’attenzione agli altri artisti suoi contemporanei che mi ispira … L’eredità che ci ha lasciato questa artista è una responsabilità che mi assumo con passione e cura.  Questo è il fulcro del mio impegno per questo restauro di fondamentale importanza rispetto alla storia dell’arte”.

Un team ben collaudato di restauratori, tecnici, storici dell’arte e scienziati della conservazione è stato coinvolto nel progetto fin dal suo inizio. Il restauro è a cura di CBC Coop – Conservazione e Restauro dei Beni Culturali (Matteo Rossi Doria, Caterina Barnaba, Alice Tognoni). Prima e durante il trattamento è stata eseguita un’ampia campagna diagnostica (Imaging Multispettrale, Radiografia, Analisi Chimiche) da Emmebi diagnostica artistica (M. Beatrice De Ruggieri, Marco Cardinali, Matteo Positano). Inoltre, sotto la supervisione di Giulio Frizzi, un team fotografico e video a Roma ha curato digitalmente la registrazione critica del restauro.

Nel 2022, in presenza del dipinto, è prevista una presentazione ufficiale ad opera del team scientifico, con la presentazione delle nuove scoperte ottenute.

Il 2 e 3 ottobre, 2021 Jane Adams, co-fondatrice di Caravaggio & Contemporary con Roberta Lapucci terranno il simposio “Da Artemisia agli altri. Donne di Caravaggio”, presso Palazzo Museo Bourbon del Monte a Monte Santa Maria Tiberina, PG.

Questo restauro può essere considerato il primo di una serie di molti progetti di conservazione e valorizzazione dell’arte femminile e dell’arte sacra presenti nelle chiese di tutta Italia e organizzati da Caravaggio & Contemporary.

Redazione 12 settembre 2021

INFORMAZIONI & CONTATTI

Artemisia Gentileschi, Sinite parvulos, olio su tela, 134.6 x 97.7 cm, Roma, Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo al Corso, Sagrestia

Proprietà: Arciconfraternita dei Santi Ambrogio e Carlo, Roma

Supervisione e Alta Sorveglianza: Soprintendenza Speciale di Roma – Soprintendente Daniela Porro; dott. Alessandra Lanzoni)

Sponsorship: Mark Gordon Smith –  Jane Emma Adams

Intervento conservativo: CBC Conservazione  Beni Culturali Soc. Coop, Roma – Matteo Rossi Doria, Caterina Barnaba, Alice Tognoni

 Indagini scientifiche: Emmebi diagnostica artistica, Roma – Maria Beatrice De Ruggieri, Marco Cardinali, Matteo Positano: Imaging multispettrale (VIS-UV-IR), Riflettorgafia infrarossa (1700 nm),Radiografia, Stratigrafie su sezione lucida e microanalisi al microscopio elettronico a scansione (SEM-EDS)

——

Per ulteriori informazioni: Jane Adams jane@caravaggioandcontemporary.com

www.caravaggioandcontemporary.com

Mark G. Smith  www.private-italy.com

www.soprintendenzaspecialeroma.it

www.cbccoop.it

www.emmebi-arte.it

www.arciconfraternitasantiambrogioecarlo.it

http://www.carano4children.org