Un capolavoro della pittura napoletana nel Nord Italia: l’Estasi di San Gaetano Thiene di Francesco Solimena

di Francesco CARACCIOLO

Francesco Caracciolo (Maddaloni, 1978), è docente di ruolo in Storia dell’Arte presso il Liceo Scientifico Statale “Leonardo Da Vinci” di Arzignano (Vicenza). Ha conseguito la laurea presso l’Università degli Studi “Luigi Vanvitelli” di Napoli nell’anno 2002. Ha frequentato la scuola di specializzazione per la formazione degli insegnanti della scuola secondaria di II grado presso l’Università della Calabria iniziando successivamente ad insegnare nella provincia di Vicenza. Nel 2001 ha partecipato al seminario internazionale dell’Ecole du Louvre, in collaborazione con l’Istituto Veneto di Arti, Scienze e Lettere, dal titolo “L’Anjou e la Tourainne, tra Medio Evo  e Rinascimento”. Ha vinto una borsa di studio per aver partecipato al Seminario di Storia dell’Arte “Al di là di Luigi Vanvitelli: Storia e Storia dell’arte nella Reggia di Caserta”, organizzato dall’Istituto per gli Studi Filosofici, tenuto da Rosanna Cioffi. Il suo ambito di ricerche e di studi riguarda la pittura caravaggesca, l’ambiente artisitico napoletano del ‘600 e la pittura veneta tra Controriforma e tardo barocco.

All’interno della Chiesa di San Gaetano Thiene di Vicenza, guardando in direzione della parete sinistra dell’unica navata e corrispondente al secondo altare, campeggia uno splendido dipinto di Francesco Solimena, straordinario esponente della pittura tardo-barocca napoletana tra la fine del 600’ e il primo quarto del secolo successivo.

La figura di San Gaetano, santo titolare della chiesa vicentina nonché fondatore dell’Ordine dei Teatini, è caratterizzata da un moto ascensionale che lo fa librare in cielo inginocchiato sopra una nube dalle tonalità grigio-azzurrognole che mostra una consistenza materica ed un peso tale da apparire palpabile e tangibile. Il santo veste l’abito talare nero sul quale è indossata una cotta bianca con la stola color oro. Il grande dipinto, un olio su tela centinata, è racchiuso da una complessa struttura architettonica di impianto barocco con due coppie di colonne di marmo rosso di Francia sormontate da capitelli corinzi. Di forma concava ed impreziosito da elementi decorativi quali angioletti e vasi in marmo bianco, il bellissimo altare che racchiude la pala del Solimena venne commissionato dalla nobile famiglia Thiene presumibilmente nel 1725.

Il dipinto mostra una straordinaria sintesi pittorica di luci ed ombre ben calibrate e distribuite partendo dal basso dove prevale uno spazio vuoto dominato da una tonalità cupa; la grande nuvola sulla quale è inginocchiato il santo si stacca da terra e sospinge quest’ultimo verso il trascendente ed il divino. Bisogna essere in presenza davanti al dipinto per cogliere questo effetto d’ innaturale sospensione verso il cielo che solamente Francesco Solimena poteva esprimere con un effetto illusionistico che lo colloca a pieno nell’alveo della pittura barocca napoletana. San Gaetano distende le braccia formando una diagonale che non soltanto accresce la tridimensionalità della composizione ma opera una netta separazione tra il mondo terreno e quello ultraterreno, accentuando maggiormente il carattere mistico ed ascetico della raffigurazione sacra.

Accompagnano la salita verso la dimensione ultraterrena tre angioletti alati che sembrano compiere delle ardite acrobazie con il loro gesto di librarsi in cielo come se volteggiassero in maniera disinvolta e diafana attorno alla figura monumentale del santo il cui sguardo è rivolto all’insù. L’angelo in basso a destra funge da leggio sostenendo un libro aperto che segue la stessa diagonale delle braccia del santo, enfatizzando maggiormente l’effetto ascensionale impresso alla composizione. Un vibrante fascio di luce penetra da sinistra verso destra lasciando in ombra la porzione del dipinto corrispondente al braccio destro del santo mentre in alto a destra appaiono, completamente avvolti dalle nuvolette, dei cori angelici che concludono il moto ascendente di tutta la composizione. La diagonale delle braccia del santo è ben equilibrata dalle linee sinuose e curvilinee disegnate dalle nuvole che sfumano delicatamente con dei toni trasparenti e nitidi mentre l’unico tocco di colore vivace è dato dallo svolazzo del mantello del santo di un rosso vibrante e tendente all’arancio.

Questo celebre dipinto del Solimena sopravvisse al bombardamento avvenuto nel 1944 poiché venne trasferito in un luogo sicuro dalle Belle Arti. La pala si data al 1730 circa.

Francesco CARACCIOLO