Flavia Ganzenua “La colonia orfana. Racconti” pp. 92, € 15,00 Affiori, Roma 2024

di Marco FIORAMANTI

In un alveare, proprio come nel gioco degli scacchi, la perdita della Regina crea una sorta di panico nell’intero sistema organizzativo. Ma in entrambi i casi esiste la possibilità di recuperarla, la Regina. L’autrice parte da questo vacuum per raccontarci undici storie tutte, o quasi, al femminile. Undici perdite, undici condanne la cui catarsi sola potrà garantire a ciascuna una riuscita salvifica.

Da sempre, ogni storia di Flavia è un elemento-cella ferito all’interno del suo microcosmo alveatico, fatto di inciampi, di vuoti improvvisi, di strani meccanismi comportamentali, fino alla temuta, finale, attesa del baratro. Il suo stile, tecnica e poetica inconfondibili, avvolgono il lettore, lo inchiodano fin dalla prima frase degli accadimenti. Sono immagini cariche di emozioni che ci offrono sul piatto il dramma e l’angoscia, come quella del disertore, “un padre che crede di trasformarsi in albero per scontare la colpa di essere sopravvissuto ai propri figli”, o quella della donna “che non riesce ad abbandonare la sua amica immaginaria”. Io, mia madre, mio padre, cicatrice, paura, fuoco, parole che ritornano, sibilano come boomerang impazziti, lanciati con violenza giù nel precipizio. I verbi, tutti al presente, risuonano come rivolti all’imperfetto, a conferma che il ricordo di una deriva non cede alla rassegnazione, perché in Flavia tutto è sì devastazione, lacerante sofferenza, perdita dell’essere, e l’anima ne è dilaniata, “ma da queste profonde ferite” – come scrive Alda Merini – “usciranno farfalle libere”.

Marco FIORAMANTI  Roma  3 Marzo 2024