Disegni inediti di Raffaele Stern per le “dipendenze” del Quirinale Napoleonico

di Natale MAFFIOLI

Dopo l’annessione dello Stato della Chiesa all’impero francese e la proclamazione di Roma a seconda città dell’impero, l’antico Palazzo Papale del Quirinale era stato scelto da Napoleone come sua residenza nella capitale della cristianità.

Il 25 febbraio 1811 all’architetto romano Raffaele Stern[1] fu affidato l’incarico di trasformare il Palazzo in una nobile e rappresentativa dimora della coppia imperiale e della corte napoleonica[2], nonché di adattare le antiche ‘dipendenze’ dello stesso Palazzo per accogliere i membri della corte e per le esigenze di protocollo. L‘architetto si trovò, dunque, a dover rivedere il Palazzo vero e proprio, la cosiddetta Manica Lunga (il lungo fabbricato che tutt’oggi fiancheggia via del Quirinale e collega il corpo principale del Palazzo con la Palazzina del Fuga) il complesso della Panetteria con la Dataria, il Casino (denominato anche Palazzino), la cosiddetta Maison de Babuccio e l’articolato edificio denominato di San Felice, collocato sul versante opposto del palazzo della Panetteria, e le Scuderie.

Nella revisione del complesso erano compresi i giardini ai quali l’architetto dedicò alcuni interessanti disegni.

Tutti i progetti, attualmente in mani private e analizzati in questo studio, provengono con certezza, dall’archivio personale dell’architetto Raffaele Stern[3] e sono caratterizzati dalla non ufficialità e in gran parte inediti[4], e alcuni di questi trovano precise corrispondenze sia nei disegni della raccolta del castello di Avrilly[5] sia nei documenti dell’Archives Nationales di Parigi. L’analisi e la loro sequenza cronologica è fatta unicamente su questi che appartengono al manipolo che si è salvato dal naufragio delle carte dell’architetto. Oltre questi della raccolta privata, in Italia non si conservano altri disegni di questo momento della progettazione dello Stsrn.

Assunto l’incarico, primo impegno dello Stern fu quello di rilevare, in una planimetria sommaria, il rapporto tra i diversi fabbricati delle dipendenze. Un disegno (fig. 01 )[6] che ha come intestazione: ”Plan des dépendances du Palais Imperial de Rome appellées la Panetterie, la Daterie, le Casino et la Maison du Babuccio”, ha tutte le caratteristiche per essere annoverato tra quanti approntati per una operazione preliminare.

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Infatti l’architetto schematizza la superficie degli stabili lungo la “Rue de la Datarie“, colloca laPanetterie” tra la “Tour” addossata al palazzo imperiale e la successiva “Daterie“, i due edifici sono separati dalla “Petite Rue du Babuccio” ma uniti da un “Passage” aereo. All’angolo estremo della Panetteria, un corpo di fabbrica, definito in “mauvais etat“, fa parte del complesso, ma non è coinvolto negli interventi dell’architetto. La “Daterie” è collegata ad un edificio denominato “Casino” da un ulteriore “Passage“. Alle spalle della Dataria c’è la cosiddetta “Maison du Babuccio“.

Panetteria

Il palazzo della Panetteria, così denominato perché vi erano installati i forni che un tempo fornivano il pane alla corte pontificia, è un casamento che fiancheggia la discesa di via della Dataria ed è collegato al Palazzo del Quirinale all’altezza della torre di Urbano VIII. La facciata barocca, è corredata da un portale importante sormontato dallo stemma di papa Clemente XIII Rezzonico (Venezia, 1693 – Roma, 1769) (l’accesso fu rifatto nel 1776 perché la porta era “vetustate corruptam“). Alle sue spalle ci sono due cortili, una piccola “Cour interieur” e la più ampia “Cour des Cuisines“.

Essendo condizionato dal pendio della “Rue de la Daterie“, l’edificio è segnato da un forte dislivello ed è all’altezza della “Petite Rue du Babuccio” che il palazzo mostra i sette piani della sua altezza complessiva, ma solo i due piani superiori sono completi, mentre i rimanenti cinque sono di lunghezza e altezza variabile, in progressione scalare.

I disegni di questa parte delle “dépendances” conservati nella raccolta privata, fanno parte di un insieme omogeneo e sono tutti relativi al “Budget du 1813” datato 4 agosto ed indirizzato a “Son Excéllence Monsieur le Baron Costaz Conseiller d’Etat” l’originale è conservato nell’Archives Nationales di Parigi e noi ci avvarremo di parti delle trascrizioni riportate da M. NATOLI – M. A. SCARPATI[7]. Oltre al testo, negli Archives sono custodite anche diverse planimetrie, ma ciò che rende unica la raccolta privata è la presenza di numerose redazioni degli stessi disegni, con molteplici ed esclusive variazioni.

La successione degli ambienti descritta nel “Budget” non trova corrispondenza nella sequenza logica dei disegni: probabilmente lo Stern li ha descritti partendo dai più importanti per la loro rappresentatività, del testo degli “Archives” estrapoliamo la parte relativa alle “Dépendances” che descrive, sommariamente, gli ambienti del complesso:

Bâtimens dit de la Panetterie de la Daterie, autre petit Palais à côte et Maison appelée du Babuccio. Dans ces Bâtimens il faut faire bien des Travaux à fin d’y combiner et attranger comme ci-aprés.
1°. L’Appartement du Grand Maréchal du Palais compose d’Anticambres, premier Salon, grand Salon, salle à manger, Cabiner, Chambre a coucher &.
2°. L’Appartement pour la Dame d’Honneur de l’Impératrice dans le quel outre pour service personnel  il y a encore des Piéces pour représentation tel qu’une Antichambre, une Salle à manger et un salon.
3°. L’Appartement de la Dame d’Atour de l’Impératrice. – Nota. Ces deux Dames auront une communication intérieure avec les Appartements.
4°. Le Logement d’un Aide de Camp de l’Empèreur.
5°. Une Salle à manger et Salon pour les Officiers de la Maison. – Nota. Ces Piéces sont en communication facile avec les Appartements de Leurs Majestés et les personnes de Service qui vont à manger à table seront dérangèes de moins possible.
6°. Les cuisines doivent être entiérement construites parceque celles qui existent actuellement  sont trés petites et mal places.
7°. Les Offices de même ansi quel es Cuisines.
8°. Les Lingeries avec les Appartements des Directrices de la Lingerie.
9°. Les Appartements des femmes de Chambre de l’Impératrice et du roi de Rome.
10°. Logement de quelque valet de Chambre et valet de pied.
11°. Bureaux des Bâtiments.” [8]. La descrizione continua con la presentazione degli ambienti aulici: l’”Appartement du Grand Maréchal”, per passare all’”Apartement de la Dame d’Honneur de Sa Majesté l’Impératrice” per proseguire all’”Appartement de la Dame d’Atours” per entrare, infine, nel vivo dell’edificio, alle “Cuisines”.

Iniziamo pertanto l’analisi dei disegni, avendo come supporto descrittivo innanzitutto le diciture che compaiono nei disegni stessi e, a seguire, parte del testo del “Budget”.

Lo Stern, con la professionalità che lo contraddistinse, iniziò la revisione dell’edificio dellaPanetteria”, in modo sistematico, dal livello più basso, ovvero dallo spigolo determinato dall’incontro della “Rue de la Daterie” con la “Petite Rue (du Babuccio)” (che nei disegni è segnato come “l’angle B”). In due disegni descrive i due piani sovrapposti e decisamente defilati: a livello inferiore un “Souterrains ou sont des Caves in tres bon état qui pourront faire partie des Echansonneries“, (fig. 02 )[9] sovrastato dal”Etage où sont les Echansonneries et Caves. Nota. Cet Etage forme le Rez-de-chaussée à l’angle B” (fig. 03 ).

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Il primo, segnato in alto a sinistra come “num° 8”, è composto da otto vani collegati da passaggi e da stretti corridoi (quasi completamente privi di prese di luce con l’esterno) e si apre su un cortiletto denominato “Caves” raggiungibile tramite una scala interna. Al secondo, contrassegnato sempre in alto a sinistra con il “num° 6” (sopra questo numero compare l’annotazione, forse autografa dello Stern, “6 Original), si accede attraverso una porta aperta su “Petite Rue du Babuccio” (che attualmente è denominato vicolo Scandemberg), è composto da dieci ambienti in gran parte finestrati, tra loro connessi da camminamenti e vani di passaggio e il corridoio principale si apre (protetto da una balaustra) sul cortile interno, la “Cour des Caves[10], mentre una scala mette in comunicazione con i locali superiori. Il “Budget” dell’archivio parigino, si interessa di questa parte dei sotterranei e all’”Article 8éme” descrive brevemente nei dettagli questi elaborati: “Article 8émme

l’“Eshansonnerie. Voyex plan N. 6. 8. Premier piéces: caves tout  en partour – Buffet. 4. Deuxeiéme Piecé – Armoir. – Tablettes.–Robinet d’eau avec bache. – 1. 2. 3. 5. 6. 7. Cave. – Chantier pour les Bariques.– Cases pour les bouteilles –  Planches  à bouteilles. – 9. Entre du côte de la petite Rue. – Les piéce 4. 8. 9. Sont au niveau de la Rue même. – 10. Corridors. – 11. Escalier qui monte  aux étages supérieurs pour communiquer aux Appartements. – 12. Porte et escalier  qui descend aux autres Caves ci-dessous. (…) Les autres Caves ci-dessous indiqueés dans le plan N. 8 et pour être destinèes a l’usage que l’on voudra[11].

Dalle indicazioni che compaiono sotto l’intestazione si può desumere che Stern intendesse riqualificare gli ambienti come luogo di conservazione e di allestimento dei contenitori del vino da distribuire ai commensali. Punto di riferimento per l’individuazione del piano è, comunque, l'”angle B“; l’informazione compare anche su disegni seguenti, dove, l’incontro dei due assi viari, determina la sequenza dei piani successivi.

PIANO DEGLI UFFICI

Un’analisi accurata dei rilievi preparati dall’architetto per il fabbricato consente di ipotizzare una loro scansione se non cronologica certamente strutturale.

Per il livello sovrastante l’“Eshansonnerie” lo Stern ha sicuramente preparato numerosi disegni, tre dei quali si conservano nella raccolta privata, ma non tutti hanno la stessa rilevanza[12]. Uno, l’elaborato più completo (fig. 04)[13], è corredato dall’intestazione usuale: “Dipendance du Palais imperial de Rome. Panetterie” ed è segnato con il “Num.o 5” con accanto una annotazione autografa a matita “5 Original”; seguono alcune indicazioni necessarie per la presentazione all’autorità competente: “Second Rez-de-chaussée óu sont les offices.

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Nota

Cet Etage est dessous le niveau de la grande pour des cuisines, mais forme le 2em etage Sur la rue de la Datarie a l’Angle B. La piéce 6 dans la partie qui communique a la piéce 5 cest au niveau de la Rue de la Daterie“,

con questa nota lo Stern intende mettere in risalto che, iniziando dal vano segnato con il numero 6, fino all’ambiente con il numero 9 e al pianerottolo n.°10, l’organismo si colloca ad un livello inferiore dell’asse viario.

Gli altri due disegni degli “offices” sono privi di indicazioni, forse accompagnavano l’elaborato principale. Stern era sempre attento al contesto urbanistico degli edifici di cui si interessava ed anche questi due disegni obbedivano a questa sua preoccupazione. Infatti il tracciato del primo si allarga interessando la sagoma di parte del Palazzo (fig. 05) e della Panetteria; nel secondo (fig. 06) lo sguardo si estende fino a includere la “Daterie”, la “Maison du Babuccio” che erano parti integranti di tutto il complesso; e forse l’architetto li ha utilizzati per visualizzare a se stesso e ai committenti l’inserimento della struttura nel quartiere.

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Un elemento costante nelle tre planimetrie è un forno, di notevoli dimensioni (fig. 07), per la cottura del pane, forse ereditato dalla primitiva funzione di questa parte delle cucine.

Si diceva sopra che nell’Archives Nationales di Parigi sono custodite anche numerose planimetrie[14], ma queste ultime due, della collezione privata, sono uniche e non hanno riscontri nelle collezioni pubbliche e private francesi, così come altre che sono frutto di variazione in corso d’opera e per questo reperibili solamente tra quante provenienti dall’archivio personale dello Stern.

A commento di questi disegni e completando ciò che è scritto sul disegno stesso, ci avvaliamo di alcune annotazioni del “Budget” dell’agosto del 1813.  All’”Article 7éme Offices. Voyez le plan N. 5”, compare una breve postilla sugli “Officies. Voyez de plan n. 5” collocandoli immediatamente sotto le cucine:

“Les Officies sont placès immédiatement au dessous les Cuisines, avec les quelles ils sont une communication trés comode par l’Escalier17.Les Offices sont dégagés par le Corridor16. une portion du quel est éclairée par le haut. L’escalier 10, sert de communication aux Apparteménts[15].

Segue una lista di ambienti usati come uffici e magazzini; al termine una nota specifica la collocazione di parte dell’edificio in rapporto con la via della Dataria che è una chiarificazione di quanto enunciato nell’intestazione

Nota.

La piéce 6 dans la Partie qui communique à la piece 7 est au niveau de la Daterie mais comme cette Rue descend rapidement, en conséquence la piéce  des 7 sur  l’Angle est au 2émme Etage sur la Rue  même, etla pieces 1. 2. 3. 4. 5. 8. 9. 10. 11 sont des souterrains,dont le plus profond c’est la Cave 9 et les piéces 4. 5. sont trés peu au dessous du plan de la Rue. Par le moyen de l’Escalier 17, on descend à l’échansonnerie ci-dessous.”[16].

È interessante notare che al margine della “Court des cuisines” è segnata una “Cour” di ridotte dimensioni separata dal corpo della fabbrica da tre aperture balaustrate.

PIANO DELLE CUCINE

La serie dei disegni di cui ci stiamo interessando prosegue prendendo in esame il piano sovrastante. Come i precedenti anche questo è limitato a causa del pendio della “Rue de la Daterie” e le cucine vere e proprie si sviluppano sui due lati del grande androne di accesso alla “Court des Cuisines”.

Quest’ala a livello del cortile, secondo il disegno dello Stern e alcune affermazioni del “Budget (“,Est formée de six piéces ouvertes des grandes Arcades. Ce local est trés bon eclairé et aerée par le moyen de dixhuit croisées[17]) è porticata ed è contigua ad uno spazio decisamente ridotto denominato “Cour Interieure“, quest’ultimo è generato da un corpo di fabbrica che unisce il Palazzo  all’edificio della “Panetteria” (nei pressi dell’accesso alla scala del Mascarino), il fondo è chiuso da un “Piéce pour le Service des Cuisines”. La struttura fu realizzata, con tutta probabilità, durante il pontificato di Urbano VIII (1623-1644) nell’ambito delle opere di ampliamento del Quirinale; su via della Dataria, si può leggere chiaramente questo innesto (dopo la torre detta appunto di Urbano VIII) a causa del dislivello dei piani, nella variazione del paramento murario e nelle cornici delle finestre.

Non pare che esistessero ambienti di ragguardevoli dimensioni con questa specifica funzione nel vecchio Palazzo papale, almeno così come è descritto nella prima versione dei progetti dello Stern. L’architetto definì questi apparati essenziali alla vita dell’antico Palazzo con termini chiari anche se misurati; così si esprime nel Devis Genéral dell’11 settembre 1811:

Les cuisines doivent être entièrement construites par ce que celles qui existent actuellement sont très petites et mal placées[18].

Tra le numerose planimetrie del piano c’è un “Plan des dependences du Palais Imperial de Rome jadis appellées la Panetterie, Daterie cet etage qui est au niveau de la cour compren des cuisines” (fig. 08), che probabilmente è il primo disegno, tra quelli custoditi nella raccolta privata, di questa parte del fabbricato.

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Lo stesso conserva una annotazione a matita in alto a sinistra (sicuramente autografa dello Stern)Non va bene – Variato” (fig. 09), è questo un chiaro indizio dell’intenzione dell’architetto di modificare in parte la distribuzione degli ambienti che non erano in sintonia con la sua pianificazione, ma è pure un segno della professionalità dello Stern che, all’inizio di una nuova progettazione, analizza lo stato di quanto è in essere.

La provvisorietà del disegno è accentuata da un particolare: la parte di fabbricato che si affaccia sullaPetite Rue du Babuccio” (che nella pianta generale del quartiere è vicina alla “maison en mauvais etat“) è stata inizialmente rilevata ma, in seguito, annullata con tratti di penna e nei successivi disegni non sarà mai più presa in considerazione; questo disegno è un ‘unicum’ appunto perché problematico e non trova corrispondenti nelle raccolte francesi.

Analizziamo ora i cinque studi successivi, tre dei quali segnati con il “Num.o 4” in alto a sinistra e corredati della medesima didascalia: “Dependance du Palais Imperial de Rome. Panetterie“, “Premier shez-de-chaussée, où sont les cuisine (qui) es est au niveau de la grande cour des cuisines. Du vestibule B, et du portique 20. Nota. Cet Etage en consequence de la pente rapide de la rue de la Daterie, forme le troisiem Etage a l’Angle A“. Il disegno, che è il più completo,[19] (fig. 10 ) mostra, oltre il piano della cucina, il passaggio ai sotterranei del Palazzo con il collegamento alla scala elicoidale del Mascarino, il tutto descritto con puntuale accuratezza[20].

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Un particolare interessante per la gestione del piano è la scala esterna, a doppia salita, sul corpo di fabbrica che chiude la piccola “Cour Interieure“, forse è un rimasuglio di quanto è stato realizzato all’epoca di Urbano VIII, giacché mentre tutte le scale di collegamento tra i piani sono interne, questa invece, dalla “Court des Cuisines” comunica con il piano superiore, detto “Lingeries” dove sono riposte le ceramiche, e le argenterie.

Un disegno privo di intestazione e della numerazione degli ambienti, ripropone non solo la struttura del piano fino alla “Rue du Babuccio” ma allarga la visione fino ai palazzi adiacenti, inserendola nel contesto urbanistico del quartiere (fig. 11); disegni siffatti erano stati, presumibilmente, approntati non per la committenza, ma per eventuali necessità nel prosieguo della progettazione. Sarebbe bastato aggiungere l’intestazione ed erano utilizzabili.

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Essendo gli ambienti riservati alla cucina, questi disegni sono ricchi di riferimenti esplicativi: tavoli per i cuochi, forni, fuochi e lavelli. Questi prodotti grafici, oltre che manifestare la professionalità dell’architetto, mostrano il desiderio dello Stern di conservare ogni particolare, fosse anche minuto, della sua progettazione anche la meno importante, fosse anche un doppione; non ritengo che ciò sia da attribuire ad una qualche mania ma alla consapevolezza del valore del suo lavoro, di tutto il suo lavoro.

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Assieme a questi disegni dettagliati, la collezione conserva pure un disegno del piano tracciato unicamente a matita (fig. 12), Stern non era estraneo a simili elaborati che pare gli servissero come riferimento per i progetti definitivi, forse ad uso dei suoi assistenti; comunque una grossa macchia d’inchiostro sul tracciato lo ha reso inservibile se non per il suo archivio personale.

L’architetto riorganizza l’immobile finalizzandolo ad una più funzionale gestione degli spazi e alla razionale distribuzione dei luoghi di lavoro (fig. 13): aumenta i pianali dove confezionare le vivande, sgombera i passaggi per far giungere celermente i cibi alle tavole.

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Sono disegni particolareggiati, tanto che l’architetto indulge a finezze come la coloritura di azzurro dei depositi dell’acqua necessaria alla confezione degli alimenti e per la pulizia delle stoviglie (fig. 14).

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Certamente più completa ed esaustiva è la descrizione delle cucine nel testo del “Budget”. Di cui si riportano alcuni passaggi

Les Cuisine ont été placées dans le Bâtiment dit de la Panetterie à l’étage qui est au niveau de la Cour des Cuisines et du portique 20 et du vestibule d’entrèe B. Cet étage en conséquence de la pente rapide de la Rue de la Daterie, forme le Troisiéme ètage à l’Angel A. La surface de ce Bâtiment n’a pas permis de placer les offices et placiéres au même niveau des Cuisines.
Cette apparente irrégularité produit un trés bon effet par la raison que les offices et glaciéres qui sont ci-dessous ont à leur niveau des trés bonnes caves qui est un emplacement trés recherché, et presque indispensable pour avoir  des bonnes glaciéres dans notre Climat. La grande Cuisine 8. 8. 8. 8. Est formée de six piéces ouvertes des grandes Arcades. Ce local est trés bon eclairé et aerée par le moyen de dixhuit croisées. Dan cette Cuisine il faut des grandes cheminées avec potence à le crémaillère [21].

 PIANO MEZZANINO O DELLE “LINGERIES” 

La serie di disegni in mani private prosegue interessandosi di un piano superiore della Panetteria e più precisamente di quello che potrebbe essere definito come un mezzanino. Di questo settore la raccolta conserva soltanto due elaborati: uno tracciato a penna (fig. 15) e l’altro a matita (fig. 16),  il primo è corredato con una interessante didascalia “Dependance du Palais Imperial de Rome – Panetterie – Entresol où sont la lingerie, l’Argenterie, la porcellaine”;

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il piano era formato da una serie di ambienti dove erano custodite le biancherie, le argenterie e le porcellane in uso degli occupanti del piano superiore: il “Grand Maréchal”, le “Dame  d’honneur” e le “Dame d’Atours[22]. Per avere una chiara cognizione della distribuzione e l’uso degli ambienti è conveniente rifarsi alla trascrizione curata da Natoli e Scarpati.

Les Lingeries ainsi que les autres dépendances sent aux entresols qui sont au dessus des Cuisines et au dessous de l’Appartement du Grand Maréchal. Voes le plan 17 nn°7.
Ces entresols par le moyen  de l’escalier 44 ont une communication aux étages inférieurs et supérieurs.
Par l’escalier 23 l’on  descend au rez de chaussé au vestbule qui sert dentrée du coté de la Rue de la Daterie et par le moyen de l’escalier 43 er du Corridor 20 ces Depéndances  ont une communication à l’escalier oval et aux Appartements de Leurs Majestés.
  1. case de la grande Cuisine.
  2. 46. Porcellaine et verreire.
  3. 16. 32. 33. 34. Argenterie.
  4. 14. 28. 29. 30. 31. Lingeries.
Toutes les autres piéces de cet Etage marquées 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 17. 18. 19. 21. 22. 24. 25. 26. 27. 36. 38. 40. 41. 42. Sont pour les Lingeries personnelles de Leur Majestés , ainsi que pour les Appartements   des directrices et quelque  femme de chambre, une partie des quelles seront logées aux autres entresols dessus l’Appartement du Grand Maréchal et dans autres Dépendances etc.    
  1. Escalier de communication aux Cuisines pour le Service du Grand Maréschal.

Nota.

Pour l’arrangement de cette Lingerie l’on se servira de tous les armoires qui existent  dans les Propriétés de la Couronne. Ces Armoires serviront  aussi pour les autres Dépendances.
Quelque valet de Chambre et valent de pied seront alogés dans cette depéndance des autres au Palais de la Daterie  et à la Maison du Babuccio marquée lettre B au plan N. 3.
Les Boreaux des Bâtiments sont places dans la Dépendance appellée le Casino de la Daterie marqué lettre A au plan N° 3”. [23]

Considerando che, probabilmente, i beni custoditi erano di valore, il piano era un luogo sicuro, raggiungibile con tre rampe importanti di scale (numerate con i numeri 23, 43, 44 sulla pianta e da altre brevi salite limitate all’attico). I due disegni si potrebbero qualificare come fasi successive nella preparazione di un progetto definitivo e questo è certificato dalla numerazione associata agli ambienti.

Nel primo, più completo, è puntualmente delineata la facciata verso l’esterno, su via della Dataria, sono tracciati gli spessori dei muri perimetrali, rilevati con scrupolo, tanto da evidenziare una struttura portante che separa i due settori del piano e si presta ad interessanti osservazioni sull’evoluzione di questa parte del Palazzo. L’innesto con il corpo di fabbrica, che forma la piccola “Cour Interieure“, termina con un muro di dimensioni importanti che, con tutta probabilità, delimita un organismo realizzato antecedentemente al resto, all’epoca di Urbano VIII; anche le finestre che sia aprono sulla gradinata della “Rue de la Daterie“, come si diceva, si differenziano dalle altre, hanno tutte cornici piatte in travertino e sono munite di inferriate.

Il disegno tracciato a matita ha tutte le caratteristiche di un primo abbozzo, di un lavoro in divenire, le componenti della struttura sono chiare, l’architetto ha evidenziato la struttura dell’edifico più antico, con muraglie spesse e aperture più distanziate; compaiono anche alcuni accenni all’attrezzatura tipica di una cucina: fornelli e due forni imponenti; è degna di nota la presenza di latrine, quasi tutte collocate in luoghi strategici: sul pianerottolo delle scale. La nota al termine del testo del “Budget” chiarisce la collocazione degli appartamenti destinati alla servitù e al Boreaux des Bâtiments nel vicino “Casino”, altrove denominato “palazzino”.

APPARTAMENTI DEL GRAND MARECHAL, DELLE DANE D’ONNEUR E DELLE DAME D’ATOURS

Il piano successivo è il più rilevante nell’economia della gestione degli ambienti del palazzo, qui si trovavano gli appartamenti del Grand Maréchal, delle Dame d’Honneur e delle Dame d’Atours, tutti personaggi importanti nella corte napoleonica.

Nella raccolta privata sono custoditi cinque disegni di questa parte dell’edificio, Tutti provengono, come si è già detto, dall’archivio privato dello Stern, tre sono preparatori e concernono solo una parte del piano, i rimanenti due si interessano, anche se in modo diverso, di tutto il piano; i prototipi, quelli presentati a Son Excellence Monsieur le Duc de Cadore Intendant General de S. M. il 16 luglio 1813, sono custodite nel castello di Avrilly, nella raccolta Tournon.

I tre disegni preparatori obbediscono a momenti diversi della progettazione, il primo (fig. 17) è una presentazione dello stato di fatto prima dell’intervento trasformatore dell’architetto.

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Nel successivo (che è replicato) l’architetto si interessa del corpo di fabbrica che chiude laCour interieur“, e che comprende l’”Antichambre” e il “Premiere salon” e l’attenzione è focalizzata su un particolare mirabile dove, appunto nell’”Antichambre”, è coinvolta una breve doppia rampa di scale che termina in una grande nicchia, fatta apposta per ospitare una statua. Questo particolare è al centro del disegno singolare dove è prospetta una duplice opportunità, e qui l’architetto ha messo in opera un curioso ammennicolo: sui vani interessati ha applicato una banda mobile di carta (figg. 18-19) che si sovrappone, come un’anta, al foglio del fondo; sulla linguetta è disegnata l’alternativa di un nuovo riordino dei vani.

L’ultimo disegno (fig. 20) di questo piccolo gruppo è quello che presenta la soluzione definitiva, con l’ampliamento delle prime stanze dell’appartamento del Grand Maréchal, quella che sarà confermata nelle scelte successive.

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Il primo disegno della coppia che è proposta alla nostra attenzione è ilPlan des dépendances du Palais Imperial de Rome jadis appellées la Panetterie et la Datarie pour les Appartements du Grand Maréchal de la Dame d’honneur” ed è un perfetto duplicato di quello conservato nella raccolta Tournon, è firmato dallo stesso architetto (la segnatura è in basso a destra) (fig. 21)

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È una pianta dettagliata e le diverse unità abitative sono definite con colori diversi; descrive il penultimo piano della “Panetteria” che va dalla Torre di Urbano VIII fino all’edificio successivo, alla ”Dataria” denominato “Palazzino” ed è accompagnato da una lunga didascalia che riassume il testo che troviamo nel badget del 1813:

Suivant les recrtifications ordonnée le 6 Juillet 1813 pour Son Excellence Monsieur le Duc de Cadore Intendant Général de S. M. La surface lavée en rouge est l’Appartement du Grand Maréchal. Cet Appartement suivant les Ordres indiqué a été renfermé aux Pieces suivantes savoir
1,  Antichambre. 2, Premier Salon. 3, Salle à Manger. 4, Grand Salon. 5, Cabinet.  5’ Chambre a Coucher.
6, Arrière – Chambre. 7, 11,12,13. Pièces de Service. 14, Couloir.
29, 28 Pièce de Service de la Salle à manger avc l’Escalier qui descend aux Cuisine. Les Bureaux de S. E. seront dans l’entresol ci-dessus, ou dans les Pieces à coté.
L’Appartement de la Dame d’Honneur de S. M. l’Imperatrice a ètè réunit comme ci-aprés
50, Escalier. 51, Antichambre.
N er . Dans cette Antichambre on occurira une Porte à la Pièce 60.
59, Salle à manger. Cette Salle sera formée de deux Pièces. 58, Pièce de Service de La Salle à manger avec une Escalier de Communication aux Cuisines
60, Premiere Salon. 61, Grand Salon. 62, Cabinet. 63, Chambre à coucher. 64,65,66,67, Toilette, et Piéces de Service de la Chambre à coucher. La communication 71 est inutile. 52,53,54,55,56,57,68,69,70, Salon e Salle à manger des officiers et autres  dépendences  et Logements.
Cettes Pieces ont leur communication avec les cuisines par le moyen du Passage 72 qui sert mème de Communication de l’Appartement de la Dame d’Honneur au Palais.
7,8,32,32’,33.33’34,34’10,9,35,36,37,38,39,40. Appartements  pour la Dame d’Atours de S. M. l’Imperatrice pour une Aide de Champ de S. M. l’ Empereur.
15,16,17,18,19,20,21,22 Depèndances de Service de S.M. l’Imperatrice.
23,24,26,27,29,30,31, et 44,45,46, Appartement à destiner. 43, Escalier
N 1eme Les Deux Salons 3,4 ainsi que les  Salles  53, 59 ne sont pas exécutès. Les demolitions et les constructionsqui sont nécessaires pour les former, ansi que toutes les Décorations de ces Appartements Seront etre faites sur le fond du Budget du 1813.
N 2eme Il faut remarquer que le Palais dit de la Daterie qui est celui oú est placè l’Appartement de la Dame d’Honneur lavé en Bleu est dans un niveau plus bas de celui du Grand Maréchal, et par conséguence le Corridor 72 qui est au   2 eme étage de la Daterie qui est celui oú plan des cuisines dans la Panetterie.
Cette difference de niveau que l’on à un inutil de remarques sur le Plan, est produit de la pente rapide qui a la Rute de la Daterie.
  1. Maison appellée il Palazzino ou sont à present les Bureaux des Batimens
  2. Maison dite du Babuccio (in questo casamento erano ospitati anche alcuni valletti: “Quelque valet de Chambre et valent de pied seront alogés dans cette depéndance des autres au Palais de la Daterie”).
Nota. Cette nouvelle distribution sans etre moins concorde de la precedente procure la plus grande Economie à l’ammeublement de ces Appartements”.

La descrizione grafica comprende scale di comunicazione tra i diversi piani, una passerella di collegamento della “Panetteria” con la “Dateria” ossia tra le due parti dell’appartamento della “Dame d’Honneur”

L’excursus sul progetto dello Stern non può prescindere da una citazione, anche se sommaria, di quanto contenuto nel “Budget” e affrontato sulla scorta della trascrizione di Natoli – Scarpati:Appartement du Grand Maréshal.

Voyez plan N° 3. Cet Appartement sera compose des Piéces suivantes. 1°. Antichambre. Dans cette piéce l’on construit un joli escalier à deux rampes qui forme la communication du portique de la grande Cour du Palais en cet appartement. Cette piéce est commune avec les piéces 17. 16. 15. 14. 42. qui servent de passage de la grande Cour aux autres Appartements de cette Etage [24].

Segue la descrizione dei diversi saloni e camere e termina con l’elenco dei lavori da eseguire per rendere idonee le stanze.

Il “Budget” continua con la descrizione di questa porzione del palazzo occupato in parte dalle “Damme d’Honneur”, dico in parte perché, come si accennava sopra, grazie ad una passerella che supera il vicolo di Babbuccio, si estende anche nel limitrofo palazzo della “Daterie

Article 2eme. Appartement de la Dame d’Honneur de Sa Majeste l’Imperatrice voyez plan n° 3. Le meilleur local pour placer la Dame d’Honneur de Sa Majeste l’Imperatrice, et le seul  qu’il il y a dans les Dépendamces du Palais Impérial de Rome le plus propre à cet usage, c’est la Dépendance appellée le Palais de la Daterie. Cet Appartement a une communication intérieure parle moyen passage”72.

Il disegno non prescinde dalla situazione degli ambienti prima dell’intervento napoleonico. Alcune delle stanze riservate al Grand Maréshal (le sale segnate n° 3 e 4) rivelano, sotto il tracciato della soluzione definitiva, una suddivisione delle ambienti diversa: le sale interessate erano meno ampie e più articolate.

La complessa planimetria mostra anche alcuni edifici che si allineavano lungo la discesa dellaRue della Daterie: AA. Maison appellée il Palazzino” (subito dopo laDataria) ou sont à present les Bureaux des Batimens; BB. Maison dite du Babuccio, un edificio che da cui deriva la denominazione del vicolo limitrofo.

La raccolta riserva interessanti sorprese: un elaborato, tracciato unicamente a matita (fig. 22 ) sorprendentemente corredato di particolari che poi saranno ripresi  in uno dei disegni definitivi, è fornito di alcune indicazioni autografe dello Stern:

la surface lavè en bleu numeranté depuis 50 segné en 71 c’este l’appartement de la Dame d’honneur. N.(ot)a Cet appartement a communication au palais par la moyan du passage 72 et du corridor pou est defrons a celui marginé 42”.
22

Abbiamo qui la versione preparatoria di un elaborato successivo a quello che abbiamo già analizzato, l’originale è conservato nel castello di Avrilly. È tracciato, con grande evidenza lo stato degli ambienti prima delle ultime trasformazioni, come si diceva sopra, l’intervento dello Stern aveva abolito alcune suddivisioni e creato ambienti più vasti nell’appartamento del Grand Maréshal e in quello destinato e alla “Dame d’Atours” (vedi i n° 32, 33, 34).

L’ATTICO

L’edifico della Panetteria termina con un piano che copre quasi per intero la lunghezza del palazzo, l’unica porzione che non viene coinvolta è il settore dell’edifico realizzato all’epoca di papa Barberini a cui si è più volte fatto cenno e che delimita, sul versante opposto alla “Rue de la Daterie”, la piccola “Cour Interieure“.

Come abbiamo più volte affermato, questa porzione di fabbrica è facilmente leggibile anche suRue de la Daterie” e va dalla torre di Urbano VIII fino alla importante lesena liscia. Tutta la parte successiva che è impostata al di sopra del cornicione maggiore di coronamento e che fa da poggiolo alla serie di finestre la possiamo definire come attico. Un disegno interessante della raccolta privata (privo di intestazione e di una numerazione risolutiva dei diversi ambienti) (fig. 23) ci offre la planimetria di questa porzione di edificio.

23

La descrizione inizia dalla cannoniera della torre barberiniana e della scala interna che raggiunge la postazione. Prosegue con uno spazio neutro, che corrisponde alla fabbrica barberiniana, per riprendere la porzione dell’attico vero e proprio.

Il rilevamento dell’immobile lascia sconcertati perché è privo di qualsiasi indicazione, non ha didascalia, non compare la numerazione dei singoli vani, che siamo avvezzi a riscontrare in altre prodotti similari, non siamo neppure in grado di definire con compiutezza di quale parte dell’edificio si tratti, tutte le congetture sono state formulate grazie al numero delle finestre e alla presenza della torre di difesa. La suddivisione degli ambienti è regolare: su “Rue de la daterie” ogni stanza è illuminata da due finestre e la stessa sequenza ricorre anche sul lato opposto dove due aperture danno luce agli ambienti aperti sul terrazzo e questo percorre il piano in tutta la sua lunghezza e sovrasta i “Corridor” sottostanti.

L’attico è raggiungibile da due rampe principali e da alcune scale di collegamento con il piano sottostante. L’insieme ha delle caratteristiche che lo rendono autonomo: è attrezzato uso cucina ed è dotato da numerose latrine, tutte collocate in ambienti riservati.

PALAZZO DELLA DATARIA

L’edificio della “Dataria” è limitrofo alla “Panetteria” ed è separato dalla “Petite Rue de Babuccio”. I due edifici sono però collegati da un camminamento aereo che, come si diceva sopra, mette in comunicazione l’”Appartement de la Dame d’Atours”, con l’”Appartement de la Damme d’Honneur” nella “Dataria”. La collezione privata conserva, come si è visto, due disegni dei due edifici contigui e tre disegni specifici del casamento della “Dataria”, questi ultimi sono privi di qualsivoglia didascalia e di riferimento all’utilizzo degli ambienti; il solo pianterreno è riconoscibile per il portale di accesso al cortile interno (fig. 24).

24
25

Il disegno si qualifica anche per la ricchezza dei particolari: al fondo del cortile è sistemata una vasca semicircolare, forse si tratta di un abbeveratoio per i cavalli, accanto, in uno stanzino appartato, c’è una latrina.

Il terzo disegno, rappresenta l’ultimo piano (fig. 25) e può essere compreso nella sua complessità grazie alle annotazioni del “Budget” del 1813 e del relativo disegno (fig. 26) che lo descrive unito alla “Panetteria”: “L’Appartement de la Dame d’Honneur de S. M. l’Imperatrice a ètè réunit comme ci-aprés

25
  1. Salle à manger. Cette Salle serà formée de deux piéces.
  2. Piéces de Services de la Salle a manger avec un escalier de communication aux c
Cusines.

Nota.

Si l’on le croirait a propos l’on pourra réunir la piéce 57 pour le Service de la Salle à manger.
  1. Premier Salon.
  2. Grand Salon.
  3. Cabinet.
  4. Chambre a coucher.
  5. 65. 66. 67. Toilette et Piecés de Service de la Chambre a coucher. Les Ecuries, les Remises son au Rez-de Chausèe dans le même Palais.

Nota.

Dans cet Appartement il faut des petittes restaurations au pave et il faut cirer quelques pieces. Il faut restaurer les Dormans battants des portes, dormans et battants des Croisées, point de peintures.

Nota.

Les Piéces 57. 52. 53. 54. 55. 56. 68. 69. ne seront pas meublées et serviront comme dépendances de l’Appartement de la Damme d’Honneur  ou pour quel’quautre usase à destiner” [25].
27

Il terzo disegno (fig. 27) non presenta riferimenti sufficienti per collocarlo ad un qualsiasi livello nel palazzo. Due rampe importanti di scale e una suddivisione degli ambienti sono inadeguati a determinare le caratteristiche del piano.

L’EDIFICIO DI SAN FELICE

Fanno parte della collezione privata numerose planimetrie dell’edifico che fronteggiava la “”Panetterie” denominato di “San Felice”; esso fu riedificato nel 1860 dove precedentemente sorgeva un convento di frati Cappuccini abitato a suo tempo da San Felice da Cantalice. Si può conoscere lo stato dell’edificio al momento della progettazione dello Stern dalla mappa della città di Roma di Giovanni Battista Nolli del 1748. Questi disegni sono privi di qualsiasi intestazione e rilevano lo stato del fabbricato che, a quanto si riporta nel “Budget” dell’agosto del 1813, non necessitava di interventi importanti:

Batiment de St Felix. Une grande partie de ce Bâtiment a été destiné pour ordre de Monsieur le Baron Daru Intendant de la Couronne pour Garde meuble général du Palais. Les piéces qui restent à destiner pour les personnes de Service de la deniére Classe ont besoin de quelques restaurations de peu d’intêret don’t de montant cera de francs 1.284[26]. (figg. 28-32).

MANICA LUNGA E SCUDERIE

Tra i numerosi disegni che hanno fatto parte dell’archivio personale dell’architetto Raffaele Stern ve ne sono alcuni che hanno la prerogativa di essere unicamente esemplificativi, senza alcuna intenzionalità da parte dell’architetto di presentarli all’autorità competente per essere approvati e di far parte del ‘carnet’ delle opere definitive. Tra questi ve ne sono alcuni che presentano la pianta della cosiddetta “Manica lunga”, il fabbricato che si affianca all’attuale via del Quirinale (fig. 33-35)

33
34
35

Partendo dal Palazzo fino alla cosiddetta Palazzina del Fuga e delle “Scuderie” (fig. 36). La raccolta privata ne annovera alcuni duplicati.

36

GIARDINI

Nel Budget del 1813 è riportata una interessante nota esplicativa:

Nota.

Relativament au Jardin il faut attendre de Paris le plan qui sera arrêté pour l’arrangement genéral”[27].

Da questo si può dedurre che l’architetto aveva già approntato dei piani per la riorganizzazione dei giardini del Palazzo e li aveva già spediti a Parigi, ma la situazione politico-economica aveva interrotto qualsiasi risposta. Comunque la raccolta privata conserva tre disegni di questa parte del Quirinale, forse si tratta di copie di quelli spediti, oppure sono gli stessi originali che sono tornati al mittente senza un adeguato chiarimento.

I disegni sono del tutto privi di intestazione, solamente il primo della serie è corredato di una parte scritta, un “Renvoi” (fig, 37).

37

È questo un disegno che ha tutte le caratteristiche di essere stato steso di getto e presenta un’ampia descrizione degli elementi presenti sul sito:

1) Grande entreé du Jardin. 2) Grand Bassin pour arroser le Jardin potager. 3) Fontaine de Junon. 4) Jardin d’Orangen avec une Fontaine au milieu. 5) Voliére avec Fontaines et Maison du Jardinier au dessus. 6) Fontaine actigone. 7) Autre Voliére. 8) Cadran. 9) Etruve des ananas. 10) Porte avec grilles qui communique a la Tampe. 11) Tampe qui conduit au Jardin inferieur, qui reste … metres au dessons, du niveau du plan N° 11. 12) Chambre pour mettre a convert les gots a fleurs. 13) Petit bassin. 14) Ecurie et grenier a foin. 15) Grande Cabane proche aux aveés de fleurs. 16) Alleés de Fleurs. 17) Petit bassin. 18) Chambre pour garder les storas. 19) Fontaine dite de la pluie. 20) Fontaine dite du Déluga. 21) Pot a Fleurs. 22) Egout. 23) Vigne. 24) Grille a l’emtée dite de la grande Place dite de l’orgue. 25) Idem du Milieu, de la rampe que communiques a la dite Place. 26) Grande Place dell’Orgue. 27) Vivier dell’Orgue. 28) Poulailler. 29) Entreé du coté de la cour dite la Panetterie. 30) Orgue avec le jeux del l’eau. 31) Petit Jardin superieur avec une Fontaine dite de l’arme. 32) Fontaine des Tortues. 33) Maisonetta du Fontainier. 34) Caffeaus. 35) Encainte as Fontaine au milieu dite la Stillatore. 36) Place audevant du Caffeaus. 37) Fontaine dit di Porphyre. 38) Fontaines de differente grandeur dans les Jardins. 39) Endroit pave et orné, de balustres, et de Fontaines. 40) Chambres de la Tour. 41) Enceinte et Fontaines au milieu. 42) Fontaine dite Rustica avec de Jeaux d’eau. 43) Jardin des Lapins avec Fontaine. 44) Petite Cabane dite de la Nove.45) id des Travailleurs. 46) Grande Cabane des Stores. 47) Saupiraux des Souterrains. 48) Souterrains. 49) Portique orné de peintures et Fontaines. 50) Porte derobeé du Jardin. 51) Fontaine d’Apollon. 52) Grande Placeé 53) Statues et autres monumens antiques. 54) Conduits d’eau coevantes pour arroser le jardin”.

In questo disegno l’architetto ha dato sfogo alla sua fantasia, mettendo in risalto un elemento che in seguito sarà abbandonato: la grande piazza con due ampie esedre di testa; altri elementi importanti, come la Fontana dell’organo oppure la Caffeaus con il grande spazio antistante contornato da piante sono appena accennati, anche se tracciati con linee precise. All’estrema destra, incombente sui bastioni, lo Stern ha creato un bosco con una grande fontana centrale, una sorta di giardino alla francese, un omaggio all’imperatore.

Il secondo elaborato (fig. 38) si interessa specificatamente di ciò che emerge da terra, la Caffeaus, la grande piazza circondata da statue antiche, qui con un‘unica esedra, il grande slargo con profilo mistilineo posto di fronte alla terrazza.

38

L’attenzione dello Stern è tutta orientata a creare un tipico giardino all’italiana, ricco di filari di piante, di statue e di fontane, di sicuro il nuovo progetto aveva come riferimento l’antico assetto dei giardini, come si può acclarare sulla scorta della pianta di Roma di Giovanni Battista Nolli del 1748.

Il terzo disegno (fig. 39) è tanto ampio da abbracciare non solo il giardino ma pure i bastioni di protezione,

39

il Palazzo, le Dipendenze, san Felice, la Manica Lunga e perfino le scuderie insomma è una completa visione di insieme del quartiere,  il bosco laterale muniti di una grande fontana, la Fontana dell’Organo. Il progetto non è puntuale, è piuttosto una visione di massima.

Natale MAFFIOLI  1 agosto 2021

NOTE

[1] Per i dati biografici più interessanti riguardanti l’architetto e per una corretta presentazione della bibliografia si veda: N. MAFFIOLI, Palladio, Rivista di storia dell’architettura e restauro, n. 56, p. 107, nota 3, Roma 2015.
[2] La trasformazione del palazzo ad opera dello Stern è già stata analizzata in un precedente saggio comparso nella rivista Palladio, cfr. N. MAFFIOLI, Palladio n. 56, pp. 83-110, Roma 2015
[3] Non ci sono documenti che certificano questa asserzione, ma le numerose annotazioni autografe a matita presenti nei disegni, le copie di lavori ufficiali conservate nelle raccolte pubbliche e private francesi avvalorano questa supposizione.
[4] Parte dei disegni della collezione privata è già stata presentata nel catalogo di una esposizione a Varazze nel 2007 cfr. AA. VV., Il bozzetto ritrovato. Il concorso del 1782 per la decorazione della volta del Palazzo Ducale di Genova, Arenzano 2007, pp. 62-73 e sulle pagine della rivista del Quirinale cfr. N. MAFFIOLI, Disegni inediti del Quirinale in epoca napoleonica, in Il Quirinale. Rivista d’arte e storia, Loreto 2011, pp. 40-54;
[5] Il Castello di Avrilly (Moulins sur Allier in Alvernia) fu acquistato nel 1873 da Philippe Antoine, figlio di Camille de Tournon (1778-1833) che fu prefetto di Roma dal 1809 al 1814 al tempo del governo francese. Philippe vi raccolse le memorie paterne che, nella sua qualità di prefetto dell’Urbe, aveva seguito la progettazione di numerosi edifici voluti dall’autorità francese per la città di Roma. Dopo la caduta di Napoleone, al suo ritorno in Francia portò con sé numerosi disegni che erano pervenuti al suo ufficio. Non poté trattenere per sé quelli che, per motivi professionali, erano conservati negli studi e negli archivi personali degli architetti.
[6] Disegno cm….., penna, acquerellato due colori.
[7] M. NATOLI – M. A. SCARPATI (a cura di), Il Palazzo del Quirinale, il mondo artistico a Roma nel periodo napoleonico, Roma 1989, vol. II, pag. 239-248.
[8] M. NATOLI – M. A. SCARPATI (a cura di), Roma 1989, vol. II, pag. 240.
[9] Disegno cm….., penna acquerellato.
[10] L’Archives Nationales di Parigi conserva due disegni analoghi, probabilmente consegnati dallo Stern al responsabile della riqualificazione del palazzo e pertinenze cfr. M. NATOLI – M. A. SCARPATI (a cura di), Roma 1989, vol. I, pag. 59.
[11] M. NATOLI – M. A. SCARPATI (a cura di), Roma 1989, vol. II, pag. 244.
[12] Anche questo è conservato in copia nell’Archives Nationales di Parigi, cfr. M. NATOLI – M. A. SCARPATI (a cura di), Il palazzo del Quirinale, il mondo artistico a Roma nel periodo napoleonico, Roma 1989, vol. I, pag. 59.
[13] Disegno cm….., penna, acquerellato due colori.
[14] cfr. M. NATOLI – M. A. SCARPATI (a cura di), Roma 1989, vol. I, pag. 59
[15] M. NATOLI – M. A. SCARPATI (a cura di), Roma 1989, vol. II, pag. 243.
[16] M. NATOLI – M. A. SCARPATI (a cura di), Roma 1989, vol. II, pag. 244.
[17] M. NATOLI – M. A. SCARPATI (a cura di), Roma 1989, vol. II, p. 242.
[18] A.N.P., O2 1083 in M. NATOLI – M. A. SCARPATI (a cura di), Roma 1989, vol. II, p. 185. Il testo è ripreso dal  Budget del 4 agosto 1813, in M. NATOLI – M. A. SCARPATI (a cura di), Roma 1989, vol. II, p. 240.
[19] Un analogo disegno, che reca la firma dell’architetto, è conservato nell’Archives Nationales di Parigi, cfr. M. NATOLI – M. A. SCARPATI (a cura di), Roma 1989, vol. I, pag. 59.
[20] Nel lavoro precedete sul Palazzo sono stati presentati i rilievi dello Stern sull'”Entresol” in perfetto accordo con questo disegno. Cfr. N. MAFFIOLI, Palladio, Rivista di storia dell’architettura e restauro, n. 56, Roma 2015.
[21] M. NATOLI – M. A. SCARPATI (a cura di), Roma 1989, vol. II, p. 242.
[22] Nel Palazzo esistevano degli ambienti, dei mezzanini, in uno di questi erano parimenti conservate le biancherie, gli argenti e le porcellane.
[23] M. NATOLI – M. A. SCARPATI (a cura di), Roma 1989, vol. II, pp. 244-245.
[24] M. NATOLI – M. A. SCARPATI (a cura di), Roma 1989, vol. II, pag. 240.
[25] M. NATOLI – M. A. SCARPATI (a cura di), Roma 1989, vol. II, pag. 241.
[26] M. NATOLI – M. A. SCARPATI (a cura di), Roma 1989, vol. II, pag. 246.
[27] M. NATOLI – M. A. SCARPATI (a cura di), Roma 1989, vol. II, pag. 245.