Dipinti che ‘parlano’. A Capodimonte una sintesi visiva del tema del “Male”.

di Franco LUCCICHENTI

La Forma del Male

Sono custodite al museo di Capodimonte due opere d’arte che rappresentano e presentano materialmente la FORMA del MALE.  Sono la Strage degli innocenti di Matteo di Giovanni (fig.1 particolare)

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e un enorme CRETTO di Burri (fig. 2 particolare).

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Da Platone ad Agostino da Ippona a Kierkegaard filosofi, pensatori, scrittori, hanno esplorato il male  per definire i territori dell’ESSERE che lo abitano. Ricerca ardua dai confini indeterminati destinata forse a rimanere per sempre in una situazione di incertezza sospesa  nel tempo.

I due dipinti di Capodimonte  materializzano con magistrale sintesi  la FORMA del MALE.  Non parlo di profondità simboliche o di forme-pensiero nascoste relegate nel regno delle cose invisibili.  Nel nostro caso la “Strage degli innocenti” di Matteo di Giovanni è una concreta meravigliosa rappresentazione della parte più malvagia del male. L’osservatore può vedere e toccare il male. Un’opera d’arte può essere più efficace e sintetica di lunghe letture e meditazioni.

Il Cretto Nero di Burri è un monumento al TEMPO che corrompe la materia sgretolandola lentamente per poi distruggerla. E’ un monumento al secondo principio della termodinamica che  in sintesi dice “un sistema energetico isolato diventa  col tempo isotermico” cioè a non avere più scambi energetici e in definitiva a non esistere più. Il secondo principio è il demone che porterà l’universo alla morte termica (fig. 3).

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Il Cretto Nero di Burri fissa l’inizio del processo di decomposizione della materia. Moderna FORMA per raffigurare il male.

FrancoLUCCICHENTI Roma 27 Febbraio  20220