“Caravaggio. Emozioni e impressioni”; vita e opere del genio lombardo secondo l’originale lettura di Francesca Saraceno.

di Simone ANDREONI

Un promettente esordio: recensione a Caravaggio emozioni e impressioni di Francesca Saraceno (2022).

Caravaggio emozioni e impressioni

Etabeta, Lesmo (MB), 2022

554 pagine. 22 euro.

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Francesca Saraceno, <<da sempre appassionata di arte e letteratura>>: chi è costei?

Quando ho preso tra le mani il suo Caravaggio emozioni e impressioni è stato naturale, per me, domandarmelo. Tutte quelle pagine, ben 554!, per un curriculum sintetizzato in maniera tanto minimale nella quarta di copertina:

<<Dopo gli studi magistrali si dedica all’attività di famiglia ma continua a condurre i suoi studi umanistici su autori classici e contemporanei … Diversi i saggi e gli articoli che hanno ottenuto notevole riscontro su varie testate online … nonché l’apprezzamento di alcuni autorevoli rappresentanti della storiografia e della critica caravaggesca>>.

Ho aperto questo libro temendo, perciò, di trovarmi di fronte a un tentativo in minore di coniugare l’anonimato tattico de L’Amica Geniale a un autore di sicura presa come il Merisi. Mi sono ricreduto sin dalle prime righe dell’Introduzione. Le riporterò integrali, con la stessa punteggiatura, così il lettore comprenderà perché ho capito di essermi sbagliato:

<<Perché un libro su Caravaggio? L’ennesimo…

Perché per me è il primo. Perché forse nessuno aveva ancora pensato a mettere nero su bianco emozioni e impressioni, anziché notizie. E perché dovevo “far pace” con quest’uomo. Con l’idea sbagliata che m’ero fatta di lui. Come quando incontri una persona arrogante e subito la tieni a distanza. Non la vuoi nella tua vita. Finché un giorno non ti accorgi che ha anche un’anima e allora cominci a guardarla con altri occhi. E senza quasi che tu ne abbia coscienza te ne innamori. Perdutamente>>.

A mio avviso, Francesca Saraceno ci ha appena consegnato la sintesi della sua opera, e del suo prosare: saremmo di fronte a un dialogo letterario con i quadri del Caravaggio, secondo l’esempio di Gabriele D’Annunzio o di Melania Mazzucco, in forma di monologo interiore.

Ma non è proprio così. Il periodare della Saraceno ha una qualità musicale evidente già nel passaggio dalla prima alla seconda riga, e delle aspirazioni da cinema di qualità, come rende manifesta la concatenazione dei periodi, tanto brevi. L’autrice, dunque, è prima di tutto una avida lettrice di ottima narrativa e poesia, e un’amante del cinema. Ha letto, ha visto. E ha capito: dote piuttosto rara.

Perciò, non siamo di fronte a pagine di diario sistematizzate. Caravaggio emozioni e impressioni, infatti, è un ottimo libro che funzionerebbe davvero bene come manuale per un corso introduttivo sul Merisi: l’autrice ha letto tutta la bibliografia in materia, l’ha capita e dunque la sintetizza con una facilità ammirevole. Anche perché ne ha stima, positiva e propositiva; naturale e gioiosa:

I Bari, Fort Wort, Kimbell Art Museum
<<Vorresti entrare nel quadro [i Bari] e scuoterlo, magari afferrando proprio quello straordinario panneggio setoso che gli gonfia il braccio, e dirgli: “Attento! Ti stanno ingannando!” Ma il damerino, lì, non mi sente, non mi vede. E ho idea che i due compari al tavolo con lui non sarebbero affatto contenti della mia intrusione. Allora desisto e lascio l’elegante sprovveduto al suo destino mentre io mi inoltro con curiosità nelle trame esegetiche di questo magnifico dipinto>>. (p. 61)

Ciò malgrado, i lettori e le lettrici noteranno che il libro della Saraceno ha un tono complessivo alquanto diseguale: talora si dimostra capace di individuare dettagli cruciali nelle opere del Merisi che possono facilmente passare in sordina, come la nobiltà costante di Gesù nei suoi quadri (p. 249). Altre volte tende fin troppo al parlato:

<<Con Caravaggio è la bellezza che ci frega tutti, caro il mio integerrimo cardinale…>> (p. 65)

Mi è sembrato di cogliere, infatti, tra le pagine una certa dose di immeritato autosabotaggio, portato avanti con ammirevole coerenza:

<<Quello che proverò a fare in queste pagine è accompagnare il lettore in questa esperienza, raccontando ciò che io ho visto e sentito nelle opere del Caravaggio, con l’unico filtro della mia personale sensibilità e l’aiuto prezioso di qualche buon testo dove ho trovato riscontri e notizie, ma anche tante conferme alle mie “impressioni”…Emozioni e impressioni, quindi. Senza alcuna velleità didattica, meno che mai dottrinale>> (p. 25).

Sarebbe tutto così coerente, in questa autodescrizione. Ma, come anticipavo, Francesca Saraceno è tutt’altro: una narratrice talmente emotiva, e in soggettiva, che con lucidità notevole passa dal trattare il problema legale del furto della Natività di Palermo, all’analisi puntuale del lessico usato dal Baglione e da Gaspare Celio per descrivere il successo romano di Caravaggio (pp. 282-292): dieci pagine degne di una studiosa, non di una Emily Dickinson, o forse figlie di un inedito punto di incontro fra i due modi di narrare gli eventi.

A mio avviso, dunque, Francesca Saraceno è una narratrice promettente, dotata di grande intelligenza e sensibilità, che sembra essere in grado di padroneggiare sia il registro fine sia quello popolare, talmente sensibile da non volere ricorrere a soluzioni facili o compiacenti per trattare un pittore tanto in voga come Caravaggio (p. 286). In un’opera prima di tanta ambizione, perciò, le disarmonie tonali sono un peccato veniale, che i suoi ultimi studi dimostrano già superato.

Simone ANDREONI  Roma 15 Gennaio 2023