“Ut Pictura Natura”. Estetica e caos: il legame profondo tra le forme d’arte e l’opera della Natura

di Franco LUCCICHENTI

“L’artista futuro troverà belle forme anche per dipingere il disordine e il caos”

F. Dostoevskij

Tra le numerose definizioni di caos cito dall’enciclopedia Treccani quella riferita alle antiche cosmologie greche:

” iI complesso degli elementi materiali senza ordine che preesiste all’universo ordinato”.

Con tutti i suoi limiti rispetto alle moderne ricerche fisico-matematiche sul caos la definizione è suggestiva. Propongo una interessante comparazione tra la superficie dell’acqua di una piscina mossa dalle limitate correnti degli impianti di filtrazione e una porzione fortemente ingrandita della faccia esterna del sole.

fig 1

Il disordine apparente delle forme evidenzia una misteriosa somiglianza come se una qualche regolarità nascosta strutturasse l’impronta formale delle due superfici. Per inciso tutti sanno che senza la luce, il calore del sole e l’acqua, la vita non sarebbe stata possibile sulla terra e io non starei qui a scrivere. Una insignificante piscina e la foto di una stella sono metafora delle pietre angolari di un universo apparentemente “dis-ordinato” che obbedisce alle leggi della fisica e che hanno permesso alla BELLEZZA di abitare il mondo.

Le due immagini confrontate hanno un loro intricato-intrigante fascino.

La natura si manifesta  con innumerevoli immagini di simile dis-ordinata complessità, la materia che struttura il mondo mantiene spesso forme complesse apparentemente “caotiche” o come direbbe Benoît Mandelbrot  “frattali”.

Le forme di una foresta fig2,

di una barriera corallina fig3.

delle venature di un marmo fig4

sono legate da un filo invisibile che si snoda dalla notte dei tempi.  .

L’azione di dare forma alla bellezza è da millenni affidata all’arte.

Una bella immagine di arte persiana antica ha una curiosa affinità formale con il sole e l’acqua  rappresentate sopra nella comparazione (fig5) e con le altre immagini.

Un sottile ma forte legame tra queste configurazioni fa pensare a una matrice strutturale comune tra l’opera dell’uomo e quella della natura.

L’architetto sostanzia l’idea dell’abitare, pittura e scultura FISSANO la fluttuazione disordinata delle configurazioni estetiche, la musica afferra l’attimo fuggente che apre l’emozione del suono, la poesia stabilizza per sempre l’incanto dell’essere.

Riguardo la pittura mi limito solo a far vedere tre famosi quadri che secondo me rappresentano in modo significativo le forze antagoniste che cercano l’ordine nel caos e il legame tra la natura e il fare dell’uomo.

Il cretto di Burri (fig6) presenta la corruzione della materia complice il tempo.

Mondrian (fig7) cerca disperatamente regole razionali che scandiscano lo spazio della tela.

Albers (fig8) inventa una figura TOTEMICA di geometria elementare antagonista del disordine.

Le immagini che ho rappresentato in quese brevi riflessioni testimoniano una APPARTENENZA dell’uomo arte-fice al processo del divenire dell’universo conosciuto.  Sembra una misteriosa scrittura quella che emerge dalle superfici. Nessuno oggi può decifrarla, forse la famosa canzone di Alan Sorrenti “Noi siamo figli delle stelle” nasconde la chiave  di decrittazione.

Franco LUCCICHENTI   Roma 20  settembre 2020