“Un ragazzo chiamato Anzio” e il Museo dello Sbarco. Eventi e pubblicazioni a 79 anni dallo sbarco.

redazione

Oggi 22 gennaio è il 79° Anniversario dello Sbarco Alleato ad Anzio e sulla “testa di ponte dell’Operazione Shingle”.

1 Donne protagoniste dello Sbarco

Il programma ufficiale delle celebrazioni promosso dalla Commissione Straordinaria e la campagna di comunicazione istituzionale è dedicata quest’anno alle Donne protagoniste dello Sbarco. https://www.comune.anzio.roma.it/archivio10_notizie-e-comunicati_0_2981.html.

2 Alfredo Rinaldi al Museo Sbarco di Anzio 1996

Si segnala inoltre che durante il mese di gennaio si avrà un’apertura straordinaria del Museo dello Sbarco di Anzio, nell’edificio comunale di Villa Adele, per mostre, visite guidate dedicate agli studenti, ai cittadini, agli ospiti della Città di Anzio, con la proiezione di filmati d’epoca e documentari nella sede museale, ricordando che questo museo fu inaugurato in occasione del 50° anniversario dello sbarco di Anzio (22 gennaio 1994)

http://www.sbarcodianzio.it/index.php?lang=it

Protagonista e fondatore, in questi ultimi anni attivo volontario in questo museo, Alfredo Rinaldi ci ha lasciato nel 2017

“Con Alfredo Rinaldi se ne va un pezzo di storia della Città di Anzio, la mascotte degli americani sbarcati nel nostro porto per liberare Roma e l’Italia. Alfredo, un uomo vero, amico dei reduci americani, ricevuto dal Presidente, George Bush, alla Casa Bianca, resterà per sempre un simbolo di Anzio insieme al Museo dello Sbarco dove, insieme a tanti amici, si è sempre impegnato in prima persona per mantenere viva la memoria nelle nuove generazioni. La Città di Anzio, tutta, è vicina al dolore della Famiglia Rinaldi”.

https://comune.anzio.roma.it/archivio10_notizie-e-comunicati_0_1127_0_3.html

3 Targa di Alfredo Rinaldi

Nel 2018 una targa affissa in via Mamma Pollastrini lo ricorda.

Copertina della 1^ ed. libro di Carla Guidi

Ma ancora di più lo ricorda Carla Guidi, collaboratrice di About Art, nonchè autrice di un libro su di lui dal titolo Un ragazzo chiamato Anzio, già pubblicato nel 2005 per Onyx Editore, poi rieditato nel 2012 per Arduino Sacco nel cui sito dove si può anche leggere gratuitamente tra i free books – https://www.arduinosaccoeditore.com/freebook/un-ragazzo-chiamato-anzio-di-carla-guidi/

L’opera, scritta in forma di diario autobiografico su Alfredo Rinaldi, artista fotografo, nato nel 1928 ad Anzio, narra della sua vita di ragazzo, prima ad Anzio e poi, dopo lo sfollamento con la famiglia a Roma, della sua avventura. Dopo aver attraversato il fronte a piedi, con grande rischio e l’assoluta incoscienza di un ragazzino che aveva in mente solo le immagini filmiche di un popolo ideale, era riuscito a farsi adottare dall’esercito, rendendosi utile in mille modi, partecipando poi a tutta la Campagna di Liberazione dell’Italia. In questo modo ha imparato a guidare e riparare le jeep ed i grandi GMC, ha imparato una nuova lingua. Tornato ad Anzio, è stato infine alle dipendenze dell’American Graves Registration Services dall’ottobre del 1945 fino alla completa costruzione e sistemazione del Cimitero Americano di Nettuno, prestando la sua opera per recuperare le salme dei caduti in tutta la regione tra Lazio e Campania, ma anche occupandosi della corrispondenza con le famiglie dei caduti, come lui stesso diceva spesso –

“Mettevo le foto dei caduti sulle tombe, le mandavo alle famiglie. Per questo il Presidente George Bush, nel 2006, mi ha ricevuto alla Casa Bianca. Dopo 46 anni ho rincontrato i soldati americani con i quali ero stato in guerra”.
5 Copertina della seconda edizione del libro di Carla Guidi

Aggiungiamo alcune note dell’autrice alla nuova edizione del libro:

 (…) Questo libro, ora alla sua seconda edizione, con la Postfazione di Vera Michelin Salomon, è stato pubblicato per la prima volta con il Patrocinio della Provincia di Roma e del Comune di Anzio, dalla Onyx Edizioni nel 2005.

Al testo rimane in calce la presentazione di Vincenzo Maria Vita, allora Assessore alle Politiche Culturali della Provincia di Roma, e del Sindaco di Anzio che nel 2005 era Candido De Angelis. Il libro è stato presentato al “Paradiso sul mare” all’interno delle manifestazioni per il 60° della Liberazione il 25 aprile 2005, organizzate dal Comune della Città di Anzio – insignita con la Medaglia d’Oro al Merito Civile dal Presidente della Repubblica C.A.Ciampi – e poi il 4 novembre 2005 a Roma, al Centro Congressi ex Novo in via Monte Zebio.

6 Un pallone di sbarramento antiaereo sorvola il Paradiso

Alfredo con la sua storia, presenta le diverse sfaccettature di un’epoca di passaggio, l’epoca della presa di coscienza di se stesse delle “masse”, con la richiesta esplicita di nuove condizioni di vita, il Sogno americano e l’idealismo alla Woodow Wilson, ma anche l’epoca degli Imperialismi. (…) Alfredo era un ragazzino innamorato del Cinema che immaginava nella realtà l’avvento degli americani-salvatori dalla nostra martoriata ed ancora contestata storia bellica, tra gli albori del fascismo ed il perdurare di un dopoguerra che approderà al boom economico detto anche “Miracolo italiano”, con le caratteristiche di una rinascita almeno economica, (da un disastro morale, materiale e sociale) che nel contempo sprofondava in una rimozione quasi totale dei suoi ultimi 30 anni.

7 Fotostorica dello sbarco

 (…) il piccolo Alfredo, classe 1928, è troppo vivace ed attento per essere ipnotizzato dal cinema, egli è già dall’altra parte della macchina dei Sogni quando incolla gli spezzoni di pellicola che si era procurato dal cineoperatore di Anzio e proietta con la cinepresa (avuta in prestito) in una cantina affollata di bambini, un eterogeneo filmato del quale si sente già regista. E’ lo stesso spirito di avventura e di indipendenza critica che gli farà fare anche delle scelte, a volte troppo rischiose, quando dopo lo sfollamento a Roma con la famiglia, torna da solo ad Anzio, attraversando con coraggio ed incoscienza il fronte (poco dopo lo sbarco dell’esercito americano, ai primi di marzo del 44) e fa del tutto (per poi riuscire infine) per partecipare a tutta la Campagna di Liberazione d’Italia insieme con i suoi eroi, che non hanno le caratteristiche dei Cowboys, ma sono ugualmente dei personaggi straordinari che gestiscono un mondo tecnologico ed economico al quale l’Italia popolare, umiliata nell’orgoglio, stracciona ed affamata, guardava con venerazione.

E la sua storia non finisce con la guerra, che gli ha fatto vivere i suoi primi contatti con la morte ma anche con l’amore e con il sesso. Alfredo rimane alle dipendenze dell’American Graves Registration Services (A.G.R.S) dall’ottobre del 1945 fino alla completa costruzione e sistemazione del Cimitero Americano di Nettuno, fa il servizio militare per lo Stato italiano, ma tra campi di Calcio e Banda militare suonando il sassofono, diventa infine fotografo professionista e rocambolescamente per puro caso ritrova i suoi antichi ragazzi dopo un intervallo di 46 anni! (…)

8 Vera Michelin Salomon – (Foto di Valter Sambucini 2012 in occasione della presentazione della seconda edizione del libro a Palazzo Valentini Roma)

In occasione della nuova edizione del libro, la postfazione di Vera Michelin Salomon, Roma settembre 2012:

Un ragazzo chiamato Anzio: una vita, un museo…

Il libro si conclude con le parole di Alfredo Rinaldi, il ragazzo chiamato Anzio, riportate dall’autrice al termine dell’intervista: …“perché la conoscenza della storia ci faccia amare di più la solidarietà e la pace come i beni più preziosi dell’umanità”. In queste parole c’è il senso della perseveranza dell’autrice nell’aver voluto una nuova edizione, a sei anni dalla prima e da quasi settanta dagli eventi che qui vengono narrati, a beneficio delle più giovani generazioni. Questa riproposta ci ricorda che gran parte della popolazione che vive ora in questa città, è figlia e nipote di famiglie, come quella di Alfredo, in fuga dalle proprie case o per imposizione dei soldati tedeschi o per sfuggire all’orrore di una guerra che già aveva fatto centinaia di migliaia di morti. Famiglie che, in parte, hanno rappresentato il primo importante incremento di popolazione della Capitale, divenuta rapidamente metropoli, profughi di allora che, pur diventando cittadini di Roma forse non hanno dimenticato le loro origini. Famiglie di un Comune, quello di Anzio, Medaglia d’oro al Merito Civile, ora di 53.924 abitanti , fiere delle loro origini e della loro storia, legate al loro territorio e spesso tornate ad abitarvi, dotate di imprenditorialità turistica e culturale.

Ora noi che abbiamo vissuto il periodo della Seconda Guerra, che abbiamo contribuito come sapevamo a riscattare la vergogna del fascismo e dell’alleanza con il nazismo, a volte ci guardiamo intorno e ci sembra che questa nostra Città, questo nostro Paese, questi nostri giovani non abbiano ricevuto in dote quel bagaglio necessario ad affrontare il futuro che deriva dalla conoscenza del passato, dalla percezione della fatica di padri e di nonni per uscire dai disastri della guerra, dalla violenta distruzione di luoghi, di bellezze e di cultura … Noi che abbiamo creduto fosse possibile costruire un nuovo mondo, diverso e più giusto.

9 Il giovane Alfredo alla prima lezione di guida di una jeep.

Nella fuga di Alfredo da Roma “città prigioniera”, un ragazzino magro ed affamato che corre dietro al suo sogno, in una corsa che rappresenta la sua avventura vitale, possiamo rappresentarci l’ansia del desiderio di una vita migliore e di una speranza dopo la tragedia. Il voler rivedere la casa materna, forzatamente abbandonata, incontrare gli americani e l’America, immaginata come un film western, lo possiamo leggere come il suo modo inconscio di reagire alla desolazione del presente e andare incontro al futuro forse idealizzato, ma fortemente desiderato. E lo vediamo, alla fine della sua corsa, incontrarli questi giovanottoni biondi e cordiali che lo accolgono quasi divertiti, che gli danno cibo, vestiti caldi, abbondanza di tutto quello che serve per affrontare al meglio la guerra, la vita e la morte.

Gli viene squadernato davanti il favoloso mondo della meccanizzazione avanzata, che impara a padroneggiare guidando, lui ragazzino, la jeep e vivendo, quasi facendone parte, le più sofisticate, per quei tempi, macchine di guerra come gli enormi GMC, attraverso istruzioni che gli saranno, e non solo a lui, di vitale importanza nel difficile dopoguerra italiano, quando le sole tecnologie funzionanti saranno proprio quelle americane.

Alfredo accompagnerà fino a Livorno l’avanzata dei suoi eroi, diventerà rapidamente adulto e forse questa sua avventura allontanerà dai suoi occhi, velandoli di meraviglia, la crudeltà e lo spreco insito nella guerra, così come avverrà alla popolazione di Roma quando accoglierà i liberatori in un abbraccio già pronto alla rimozione.

Alfredo Rinaldi saprà costruire, su queste esperienze e sulla sua veloce maturazione, una vita consapevole e creativa, diventerà anche un bravo fotografo, riallaccerà i suoi rapporti con i vecchi amici americani e darà un contributo importante alla Memoria collaborando nel tempo alla costruzione del cimitero americano di Nettuno ed al Museo dello sbarco di Anzio. Se riflettiamo sul nostro presente, così affannato nel suo vivere giorno per giorno, protetto dai tanti “non sapevo”, riteniamo sia ancora necessario riproporre i ricordi di chi ha partecipato e si è reso protagonista, affinché questi frammenti divengano memoria collettiva e contribuiscano a fare Storia.

Vera Michelin Salomon, nata a Carema (Torino) il 4 novembre 1923, antifascista, fu arrestata a Roma, studentessa, il 14 febbraio 1944 per la sua attività di propaganda tra i giovani contro il fascismo e contro l’occupazione nazista. Fu incarcerata in via Tasso e poi a Regina Coeli. Processata e condannata dalle SS a tre anni di carcere duro da scontarsi in Germania, passò una notte nel lager di Dachau il 24 aprile 1944 prima di essere trasferita in vari campi. Sarà liberata dagli alleati nel 1945, dal carcere di Aichach. Presidente della sezione romana dell’Aned per diversi anni, dal marzo 2016 era presidente onoraria.

Ricordiamo che il 25 aprile 2004 nel corso di una solenne cerimonia al Palazzo del Quirinale il Gonfalone della Città di Anzio è stato decorato con la Medaglia d’Oro al Merito Civile. La ricompensa al Merito Civile, ai sensi della L. 20 Giugno 1956 n. 658, è intesa a premiare le persone, gli Enti e i Corpi che si siano prodigati, con eccezionale senso di abnegazione, nell’alleviare le altrui sofferenze o, comunque, nel soccorrere chi si è trovato in stato di bisogno. L’onorificenza è stata conferita dal Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, con la seguente motivazione:

La Città di Anzio, centro strategicamente importante del litorale tirreno, durante l’ultimo conflitto mondiale, fu teatro di violenti scontri fra gli opposti schieramenti, subendo devastanti bombardamenti e feroci rappresaglie che causarono la morte di numerosi concittadini, tra cui molti bambini, e la quasi totale distruzione dell’abitato e delle strutture portuali. La popolazione, costretta allo sfollamento e all’evacuazione nonché all’abbandono di tutti i beni personali, dovette trovare rifugio nei paesi vicini o in grotte improvvisate, tra stenti e dure sofferenze. I sopravvissuti seppero reagire, con dignità e coraggio, agli orrori della guerra e affrontare, col ritorno alla pace, la difficile opera di ricostruzione. Ammirevole esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio.”

Roma 22 Gennaio 2023