Un Museo per Enrico Caruso al Palazzo Reale di Napoli. La presentazione a Roma.

di Giulio de MARTINO

A breve sarà aperto al pubblico il Museo Nazionale delle memorie e dei cimeli del celeberrimo tenore Enrico Caruso (Napoli, 25 febbraio, 1873 – Napoli, 2 agosto 1921).

Sarà situato nel Palazzo Reale di Napoli, adiacente il Teatro di San Carlo. Il nuovo Museo proporrà una visione storica documentata, ma fruibile, del leggendario tenore napoletano, della sua voce e della sua carriera artistica, facendo ricorso alle più aggiornate tecnologie di riproduzione.

È stato presentato il 17 febbraio a Roma – nell’anno in cui si celebrano i 150 anni dalla nascita del cantante napoletano – nella sala Spadolini del Ministero della cultura dal Ministro Gennaro Sangiuliano, dal Direttore generale dei Musei Massimo Osanna, dal Direttore del Palazzo Reale di Napoli Mario Epifani e dalla curatrice del “Museo Caruso”, la musicologa Laura Valente.

L’inaugurazione è prevista per il 20 luglio 2023 alla presenza del sindaco di New York Eric Leroy Adams e del direttore della “Metropolitan Opera House” – il teatro dove Caruso si esibì dal 1903 al 1920 – Yannick Nézet-Séguin.

Fig. 1 Enrico Caruso, Prints and Photographs Division, “Library of Congress”, Washington, DC.

L’apertura del museo era stata preannunciata – anni addietro – dal Ministro Dario Franceschini. Fu a Napoli, il 17 settembre del 2021,  a margine del summit dei 30 ministri della Cultura del Mediterraneo. Era allora in discussione la futura destinazione del Palazzo di Reale Napoli in Piazza del Plebiscito e Franceschini disse: «È una grande opportunità, la Biblioteca Nazionale di Napoli deve essere anche un luogo di incontro e questo può avvenire a Palazzo Fuga – in piazza Carlo III -, mentre il Palazzo Reale sarà destinato a Polo Museale da dedicare a Totò e ad Enrico Caruso».

La visione attualizzante di Caruso – nell’anno dedicato alle celebrazioni e alle rivisitazioni della vita del «cantante dei due mondi» – era stata anticipata dalla Mostra “Enrico Caruso. Da Napoli a New York” svoltasi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli dal 22 dicembre 2021 al 24 aprile 2022.

Fig. 2 La locandina della Mostra “Enrico Caruso. Da Napoli a New York” al MANN, dal 22 dicembre 2021 al 24 aprile 2022

Caruso fu tra i primi cantanti d’opera a valersi del mezzo di riproduzione fonografico e incise – nell’aprile del 1902 a Milano – dieci dischi per conto della casa discografica inglese “Gramophone & Typewriter”. Avrebbe venduto più di un milione di dischi con l’aria Vesti la giubba tratta dall’opera Pagliacci, incisa negli Stati Uniti con l’etichetta “Victor”.

La sua figura e la sua vita romanzata sono state raccontate molte volte al grande pubblico: dal film Il grande Caruso (The Great Caruso), diretto nel 1951 da Richard Thorpe, fino alla popolare canzone “Caruso” di Lucio Dalla nel 1986.

Fig. 3 Enrico Caruso accanto al grammofono Victrola,Prints and Photographs Division, “Library of Congress”, Washington, DC.

Il Museo Caruso sarà disposto nella monumentale “Sala Dorica” – 500 metri quadrati – all’interno del Palazzo Reale di Napoli e non prevederà soltanto una esposizione di cimeli, ma proporrà animazioni in 3D, postazioni multimediali, approfondimenti tematici e installazioni musicali e cinematografiche.

Caruso sarà ricordato come esempio di bel canto, ma anche come personaggio mediatico e come esponente di prima fila di quella schiera di artisti italiani che – nel corso del Novecento – hanno avuto rilievo nell’industria dello spettacolo a livello internazionale diffondendo una immagine non soltanto oleografica e agiografica dell’Italia.

Fig. 4 Enrico Caruso con Dorothy Benjamin, sposata il 28 agosto del 1918.

Il Ministro Sangiuliano – dopo i riferimenti alla «storia identitaria», al «genio italico» e agli «umili natali» del tenore napoletano – ha contestualizzato il revival di Caruso nella strategia espositiva del “Piano Strategico Grandi progetti dei Beni culturali”. Si tratta di

“incrementare l’offerta e la domanda di fruizione dei Beni culturali» adoperando le tecnologie digitali per far convergere i consumi turistici con l’accesso alle memorie scientifiche e culturali italiane”.

Nel suo intervento il Direttore generale dei Musei Massimo Osanna, ha sottolineato che

«i musei italiani ancora una volta dimostrano la loro capacità di aggiornarsi e di dare voce, con linguaggi innovativi, alla nostra storia, alla nostra cultura e all’arte in tutte le sue espressioni».

La curatrice Laura Valente ha ricordato che

«Caruso più di ogni altro è stato icona di una italianità nobile e leggendaria, con la sua doppia anima di tenore lirico osannato nei più importanti teatri del mondo e di ineguagliabile interprete di melodie immortali della canzone napoletana. È stato il primo interprete dell’industria discografica a vendere un milione di dischi, entrando nell’Olimpo delle voci più popolari della storia della musica».
Fig. 5 Sala del “Museo Enrico Caruso” a Villa Caruso – Bellosguardo, Lastra a Signa, Firenze.

Fondamentale è stata la sinergia con Luciano Pituello, promotore dell’Associazione “Museo Enrico Caruso – Centro Studi Carusiani” di Milano, che ha dedicato tutta la sua vita a collezionare cimeli e incisioni originali e che ha donato al Museo i rari materiali da lui raccolti come atto di generosa condivisione di un progetto nazionale.

Fig. 6 La locandina del Concerto di Caruso a Milwaukee (Wisconsin) il 13 maggio 1919.

Il Fondo Pituello – in altra parte affidato al Comune di Lastra a Signa (FI), dove ha sede il “Museo Caruso” di Villa Bellosguardo, la residenza italiana di Caruso – costituirà il fulcro della nuova esposizione di Napoli: costumi, dischi, grammofoni d’epoca, spartiti con annotazioni autografe dell’artista, per un valore complessivo stimato intorno al milione di euro.

Per concessione del Comune di Lastra a Signa e della sindaca Angela Bagni all’inaugurazione del Museo di Napoli saranno in mostra il costume di Canio – dai Pagliacci di Ruggero Leoncavallo – appartenuto al tenore e gli acquerelli colorati di Caruso, a cui si aggiungeranno le sue celebri caricature dei grandi della musica, da Toscanini a Verdi. Infatti, il tenore fu anche un versatile disegnatore, scultore e pittore.

Il giorno 25 febbraio 2023 – a 150 anni esatti dalla nascita di Caruso – al Museo e Archivio Storico del Teatro di San Carlo di Napoli “Memus”, ci sarà un incontro con Luciano PituelloUgo Piovano alla presenza del direttore Mario Epifani. In quell’occasione il Comune di Napoli donerà al Museo Caruso gli atti di nascita e morte del tenore, conservati nell’archivio del Municipio. Saranno presenti il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, il sovrintendente del Teatro di San Carlo Stéphane Lissner, la direttrice generale Emmanuela Spedaliere.

Fig. 7 Una Sala della “Casa Museo Enrico Caruso”, in via santi Giovanni e Paolo (san Giovanniello) 7, Napoli.
Fig. 8 Enrico Caruso, “Rigoletto”, 1890 © Photo by Hulton Archive/Getty Images.

Una lunga storia di interesse e di affezione per Enrico Caruso, la  sua voce, la sua biografia italo-americana, i suoi dischi e cimeli – opera di melomani e antiquari – ha preceduto l’iniziativa del Ministero della Cultura. Il nuovo museo di Palazzo Reale sarà però diverso dalla “Casa Museo Enrico Caruso” – inaugurata il 2 agosto 2021 in via santi Giovanni e Paolo 7, a Napoli, luogo natale del grande tenore – per quantità e per qualità.

Quel piccolo museo fu realizzato da Armando JossaRaffaele Reale e Gaetano Bonelli, nel centenario della morte dell’artista, con il contributo della famiglia Caruso, dello storico Guido D’Onofrio e di Aldo Mancusi e trasferì alla Casa Museo oggetti e reperti provenienti dall’”Enrico Caruso Museum” di Brooklyn. Lì si respirava un’atmosfera stracittadina, i cimeli e il collezionismo ne costituivano la ragion d’essere, insieme alla rievocazione delle umili origini di Caruso e alla sua faticosa ricerca della celebrità e dell’agiatezza.

Nella “Casa Museo” il successo e la ricchezza costituivano la conclusione di una vita e di una impresa. Caruso era descritto come il rappresentante – per i tanti emigrati italiani di Oltreoceano – del «sogno americano»: un uomo di umili origini che con il suo talento, con tenacia e passione, con impegno e coraggio, riusciva a diventare una star internazionale.

Tutt’altra estetica e sociologia sarà quella del nuovo Museo nel Palazzo Reale. Qui, lo sforzo sovrumano compiuto da Caruso per raggiungere il successo costituirà il punto di partenza dell’esposizione. E i suoi venti anni di trionfi spettacolari e  artistici in tutto il mondo risplenderanno nella luce del mito.

Giulio de MARTINO  Roma 19 Febbraio 2023

 Il Museo

“Museo Caruso”. Sala Dorica, Palazzo Reale di Napoli. 2.000 documenti digitalizzati, 14 collaborazioni, 60 originali (costumi, locandine, manifesti, fotografie, grammofoni, rulli e arredi originali), 1 cronologia, 500 metri quadrati spazio-museo, 11 tavoli e mappe digitali

MAIN PARTNER

Comune Di Lastra a Signa, Museo Villa Caruso – Bellosguardo,, Associazione Caruso Milano, Luciano Pituello.

PARTNER

Archivio Ricordi, Fondazione Puccini, Cineteca di Bologna, Teatro alla Scala di Milano, Teatro San Carlo di Napoli, Metropolitan Archives, New York, Archivissima, Torino, Festival di Torre Del Lago, Archivio di Stato di Napoli, John Hopkins Peabody Institute, Baltimora, Comune di Napoli, Teche Rai, Discoteca di Stato.