Un libro “verità” di chi “alla scuola deve tutto”. Lucia Azzolina ripercorre le straordinarie tappe di un incarico vissuto pericolosamente.

di Consuelo LOLLOBRIGIDA

E’ uscito a novembre 2021, per Baldini+Castoldi,  “La vita insegna. Dalla Sicilia al Ministero. Il viaggio di una donna che alla scuola deve tutto” di Lucia Azzolina.

Ministro dell’Istruzione, e già sottosegretaria nello stesso Dicastero, Lucia Azzolina ha diretto un Ministero cardine nell’ordinamento dello Stato, in uno dei periodi più drammatici nella storia dell’Italia repubblicana: l’anno della pandemia da Covid-19. Il 10 gennaio 2020 ha prestato giuramento nel governo Conte bis, quando nessuno ancora poteva immaginare quello che sarebbe successo poco più di mese dopo. La pandemia da Covid-19 ha rivoluzionato le nostre vite e marcato un confine tra due epoche, tra un prima e un post, come in una guerra mondiale. Risuonano nelle orecchie di tutti noi i bollettini letti dal commissario Domenico Arcuri e dal presidente Giuseppe Conte che ogni sera aggiornavano sull’andamento dell’epidemia, costringendo gli italiani, primi nel mondo occidentale, a “restare a casa”. Sono diventate familiari parole come zona rossa, lockdown, indice rt, mascherine chirurgiche e FFP2, distanza di sicurezza, tamponi rapidi e molecolari, recovery fund.

Tra il disorientamento della popolazione e l’incertezza del “cosa accadrà”, il governo è stato chiamato a prendere decisioni e dare riposte difficili e dolorose. Anche la Scuola, motore sociale, civile, economico, etico di questo Paese, ha dovuto affrontare la sua battaglia, di cui la Azzolina ricostruisce nel suo libro le fasi, le sfide, le lotte, le vittorie e le sconfitte.

Il libro si legge d’un fiato. Dalla prima all’ultima pagina. L’autrice sa tenere viva la curiosità e l’attenzione con una prosa diretta, avvincente ed emozionante. Perché, sì, in più passaggi ci si emoziona.

Ma andiamo per gradi. Iniziamo dal titolo. “La vita insegna” è un traslato della historia magistra vitae, della storia personale della donna Lucia Azzolina che grazie alla scuola, da un piccolo paese del sud-est della Sicilia è diventa Ministro della Repubblica. Tra autobiografia personale e politica, come scrive Liliana Segre, nella prefazione, Lucia Azzolina ci guida nella sua storia che ad un certo punto diventa la storia di un Paese.

I capitoli si susseguono con la freschezza delle pagine di un diario, dove i ricordi di bambina nelle belle vie di Ortigia – che l’autrice definisce la scoperta del bello –  corrono fino agli anni dell’Università a Catania e al primo incarico di insegnamento a La Spezia e poi il ruolo a Biella. Perché la Azzolina è una che la scuola la conosce. Da dentro. E l’amore per l’educazione, che l’ha condotta a scegliere la professione, è l’amore che ha riversato durante la difficile guida del Ministero durante la pandemia. Un lavoro nuovo, caratterizzato da scelte inedite che a volte non sono state capite e condivise più dalla classe politica che da chi la scuola la fa, tutti i giorni, e dai cittadini. Quello che esce fuori è un resoconto dettagliato di un anno di attività, dall’insediamento a viale Trastevere alla caduta del governo Conte bis e all’avvento del nuovo, e ancora in carica, ministro Patrizio Bianchi.

Mentre si leggono le parole della ex-Ministra, è difficile non cadere nella tentazione di una valutazione politica, e lo è quindi anche per chi scrive. Ma un elemento caratterizzante e super partes, che poi è stato il fondamento dell’agenda politica della Azzolina, c’è:  l’amore per la scuola e per i suoi protagonisti, dagli studenti ai docenti, dai dirigenti al personale Ata.

Lo stravolgimento causato dalla pandemia ha sicuramente modificato le idee e gli obiettivi originari: una riforma organicamente costruita della scuola. Perché scuola è conoscenza, è opportunità, è inclusione, è mobilità sociale. E Lucia Azzolina con la sua storia ne è orgogliosa dimostrazione e modello esemplare.

Consuelo LOLLOBRIGIDA   Roma  13 Febbraio 2022