Transizione energetica e sostenibilità ambientale, la svolta’green’ e la salvaguardia dei beni paesaggistici e ambientali.

di Franco LUCCICHENTI

Oggi la tragica guerra in Ucraina ha evidenziato la fragilità del sistema energetico in parte del mondo.  La svolta green con l’inserimento di norme vincolanti rende il problema di difficile soluzione. Non dimentichiamo che miliardi di persone, causa la povertà, aspettano di accedere a maggior benessere quindi a maggiori consumi di energia. Purtroppo è evidente che le energie rinnovabili per ora non possono risolvere il problema l’unica soluzione sembra essere il nucleare pulito. Ritengo possano interessare alcune riflessioni sulle problematiche ambientali in area urbana che ho maturato negli anni essendomi occupato a lungo di impatto ambientale.

“Costruire significa collaborare con la terra, imprimere il segno dell’uomo su un paesaggio che resterà modificato per sempre e contribuire inoltre a quella lenta trasformazione che è la vita stessa delle città …” (M. Yourcenar,  Memorie di Adriano).
fig 1

Le città sono diventate nel tempo sempre di più attrattori di criticità ambientali.  Il paesaggio urbano caratterizzato da imponenti quinte architettoniche e da una estesa porzione di territorio impermeabilizzato (fig.1) favorisce un microclima particolare con conseguente dispersione di energia residuale dovuto agli impianti di condizionamento  e di riscaldamento delle abitazioni oltre l’inquinamento da traffico e altro. Tentare di “naturalizzare” l’ambiente urbano per diluire le criticità è diventata una azione indispensabile.

Rilevata con ragionevole approssimazione quella che anni fà definii in un articolo su una rivista specializzata (Cfr. Gazzetta Ambiente, 2004) ” membrana entropica” (superficie virtuale relativa ad un territorio definita dai valori di energia inquinante in dispersione nello spazio e nel tempo) questa può essere rimodellata facilitando  la realizzazione di una rete ecologica composta da aree a bassa dispersione di energia inquinante realizzate a mosaico, dove possibile, integrandole con luoghi di calma energetica già esistenti come parchi giardini specchi d’acqua (fig.2). Teniamo presente che le aree abbandonate, da un punto di vista ambientale, possono diventare  un valore aggiunto.

fig 2
fig 3

La forza dell’economia che definisce il divenire delle città deve far emergere “reti ambientali” proporzionate al peso antropico che ogni nuovo intervento edificatorio determina. Ogni progetto deve essere portatore di un principio ambientale attivo che ha come fine il riequilibrio e la diluizione delle criticità ambientali (fig. 3)

Per quanto riguarda i bacini culturali dei centri storici essi sono a rischio di perdita di significato: deterioramento fisico,  uso incoerente, inserimento di elementi estranei all’aura culturale ed estetica dei luoghi, per non parlare di possibili demolizioni. Capaci architetti possono essere portatori di poetiche espressive frutto di elaborazioni individuali. Il linguaggio architettonico che emerge è spesso una “cifra” tipica dell’autore refrattaria a eventuali condizionamenti formali e culturali del luogo. La matita e il computer fissano il sogno estetico del progettista  che si confronta poi con i costi di costruzione e le funzioni dell’opera (fig.4). Il risultato può determinare nella sua possibile estraneità al sito un “disturbo” formale alterando la fascinazione del luogo accumulata e stratificata nel tempo.

fig 4

Due esempi: la piramide del Louvre di I.M.Pei (fig.5) è entrata col tempo nell’immagginario collettivo come trasparente evocazione di antiche geometrie meravigliose anche se come oggetto rimane estraneo al contorno.

fig 5

L’edificio dell’Ara Pacis  di Meier (fig.6) significativo esempio di architettura moderna, ha creato una nuova e articolata fruibilità intorno al reperto archeologico ma è formalmente estraneo alla porzione di architettura al contorno.  Forse col tempo la nuova installazione sarà “metabolizzata” dall’aura del luogo.

fig 6

La rete dei siti storici urbani costituisce l’impalcatura estetico-culturale del territorio, l’itinerario che apre alla fruizione permette alla bellezza del mondo di esistere nella coscienza degli uomini priettando nel tempo l’anima delle cose che danno significato alla vita e alla storia (fig.7).

fig 7

Va tenuto conto che quando  si interviene in luoghi storici dove il processo di sedimentazione e stratificazione di valori estetici e culturali è stato lento, la lentezza ha  permesso alla diversità di metabolizzarsi (fig.8).

fig 8
fig 9

Inserire un manufatto vuol dire partecipare al processo di stratificazione materiale della storia senza effetti dirompenti che possono alterare la fascinazione della zona in maniera irreversibile. Una discontinuità anche forte per portare valore aggiunto al luogo non deve competere con il clima culturale che gli appartiene ma riverberare in qualche modo nel presente una storia antica.  Concludo con un esempio lampante di costruzione ALIENA che, nel centro di Parigi, col tempo è diventata perfettamente compatibile (fig.9)

Franco LUCCICHENTI   Roma  6  Marzo  2022