Architettura, arte e politica: il Quirinale, dai Papi a Napoleone all’Unità d’Italia.

di Francesco MONTUORI

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 M.Martini e F. Montuori

Il  PALAZZO  DEL  QUIRINALE

Il colle del Quirinale è il più alto dei sette colli di Roma. Misura 180 piedi sul livello del mare ed è formato da un unico blocco di tufo, come poi si è provato quando nel 1902 si diede mano allo scavo per una galleria sotterranea.

Il Palazzo è situato in piazza del Quirinale, una piazza da cui si gode una splendida vista sulla città, in particolare al tramonto. Sulla piazza sorgeva parte del tempio di Serapide, eretto da Caracalla dopo il 198 d.C. Durante il Medioevo gli eredi dei signori di Tuscolo si insediarono sulla collina; le prime piante di Roma del Cinquecento ci indicano nella zona solo vigne e case campestri. Si andava al colle del Quirinale soprattutto d’estate per godere di un po’ d’aria fresca e riposare passeggiando. Sorsero sul colle alcune residenze di cardinali e nobili facoltosi che sul colle si recavano per godere di un po’ di frescura e per lenire l’afa delle caldi estate (fig.1).

Fig.1 Il colle del Quirinale in un disegno di Luigi Rossini (1790 – 1857)

Sull’area dell’odierno Palazzo, della sua villa e dei suoi orti, sorgeva un tempo una delle residenze del cardinale Ippolito d’Este, già proprietario della Villa d’Este a Tivoli; nel 1550 il cardinale ottenne in affitto la villa e la vigna del cardinale Oliviero Carafa che soggiornava l’estate sul colle (fig.2).

Fig.2 Giovan Battista Nolli, il colle del Quirinale nel 1748

Paolo III Farnese, oppresso dagli anni e dalle fatiche che era costretto a sopportare, soleva spesso recarsi presso la villa dei Carafa per respirarvi l’aria pura. Sostengono che Paolo III abbia incominciato la costruzione di una casa per l’estate dato che il Vaticano, essendo basso, era per lui poco salubre (fig.3).

Fig.3 Bartolomeo Pinelli, La vigna e gli orti sul colle il Quirinale in un’incisione del 1825
Fig.4 Gregorio XIII, papa Boncompagni (1502-1585)

Purtroppo il 6 novembre 1549 fu sorpreso dalla febbre e morì il 10 dello stesso mese. Sarà Gregorio XIII Boncompagni a ricevere in dono dal cardinale Ippolito d’Este l’amena vigna; eresse un sontuoso Palazzo ove lui ed i suoi successori potevano risiedere d’estate (fig.4).

L’architetto lombardo Flaminio Ponzio fece i disegni e cominciò la costruzione che fu proseguita dal pittore e architetto bolognese Ottavio Mascherino; Martino Longhi il Vecchio pose la loggia detta Torre dei Venti entro due avancorpi e una serie di archi al piano superiore.

Al trono fu quindi assunto Paolo V Borghese. Completò il Palazzo e gli diede un assetto definitivo (fig.5).

Fig.5 Giuseppe Vasi, XVIII secolo, la piazza del Quirinale.

Fu autore del vasto cortile, circondato da tre lati da ombrosi portici sorretti da 44 pilastri e concluso nel quarto lato da una costruzione chiusa da un orologio e dalla comodissima e bella scala a chiocciola del piano nobile del portico (fig.6).

Fig.6 Il cortile interno del palazzo del Quirinale

Al piano terreno fu edificata la Cappella del Presepe e al primo piano la Cappella dell’Annunziata decorata da Guido Reni con l’aiuto del Lanfranco. Gregorio XIII vi abitò nel 1582; il suo successore Sisto V Peretti incaricò l’architetto Domenico Fontana di innalzare il fronte sinistro sulla piazza che arricchì trasportandovi dalle Terme di Costantino, che sorgevano dove ora è il palazzo Rospigliosi, i due colossali cavalli marmorei, retti dai dioscuri Castore e Polluce. Il colle fu chiamato allora Monte Cavallo anche se è più giusto riferire il termine Quirinale al tempio dedicato a Romolo Quirino, costruito in quei luoghi verso il 300 a.C. (fig.7).

Fig.7 Alessandro Specchi (1666-1729). Vista della piazza e del palazzo del Quirinale

A Domenico Fontana successe Carlo Maderno che portò avanti i lavori fino alla fine del Pontificato di Paolo V; fu completata la facciata sulla piazza con il grande portale affiancato da due colonne su un alto plinto, che sorreggono l’architrave sulla quale è inciso il nome di Paolo V. Carlo Maderno definì il cortile quadrato e continuò la fabbrica verso Porta Pia. Il prospetto si sviluppa su due ordini di finestre architravate al pianterreno e abbinate alle sottostanti finestrelle delle cantine; quelle del primo piano hanno un timpano triangolare.

Sisto V costruì la magnifica Sala Regia e la Cappella Paolina. Modellata sulla Cappella Sistina, la Cappella Paolina presenta una lunga aula coperta da una volta a botte; sulle pareti furono affrescate le fabbriche realizzate da Paolo V (fig.8).

Fig.8 La Cappella Paolina

La Sala Regia, oggi Sala dei Corazzieri, assunse un aspetto maestoso, decorato da un pavimento a differenti marmi, di un soffitto ricco di ornati ad oro e di un fregio realizzato dal Lanfranco e dal Saraceni (fig.9). Ovunque stemmi araldici dei Borghese, perché tutto intendeva esaltare il pontificato di Paolo V.

Fig.9 La Sala dei Corazzieri

Sotto il regno di Urbano VIII Gian Lorenzo Bernini si preoccupò di dare al palazzo un completo assetto architettonico. Fu eretto il semitorrione di guardia innestato all’ edificio della Dataria, e sulla facciata fu costruita la Loggia delle benedizioni (fig.10).

Fig.10 Gian Lorenzo Bernini, il semitorrione di guardia

Con Alessandro VII fu costruita la cosidetta manica lunga, un lunghissimo corpo del fabbricato che, come prolungamento del palazzo, si sviluppò per ben 360 metri lungo la via Pia, oggi del Quirinale; la lunga galleria su via del Quirinale fu affrescata da Pietro da Cortona (fig. 11).

Fig.11 Alessandro Specchi. La manica lunga
Fig.12 Le scuderie del Quirinale

Clemente XI Albani arricchì il Palazzo e i giardini; fece trasportare al palazzo la pittura di Melozzo da Forlì dalla Tribuna dei S.S. Apostoli. Innocenzo XIII nel 1722 continuò gli appartamenti di Alessandro VII; edificò le scuderie che furono disegnate da Alessandro Specchi sulle antiche rovine che erano credute facenti parte della Torre di Nerone (fig.12); una leggenda narrava che il pino cresciuto nel giardino dei Colonnesi, prossimo alle scuderie, fosse stato piantato nel 1846, giorno della morte di Cola di Rienzo.

Fig.13 La scala elicoidale

Clemente XII Corsini (1730-40), che si servì dell’architetto Ferdinando Fuga, continuò con energia le opere incompiute di Benedetto XIII. Questo papa realizzò le due scale a chiocciola che dalle cantine del Palazzo salgono fino alle soffitte (fig.13); demolendo alcune case terminò il braccio della fabbrica destinandola al Segretario della Cifra, che fu un tempo sede del prelato segretario di stato, ed è attualmente lo studio privato del Presidente della Repubblica; fu progettato da Ferdinando Fuga a compimento della manica lunga del Palazzo del Quirinale

In una saletta del mezzanino della Palazzina Gregoriana Giovanni Paolo Pannini nel 1724 aveva eseguito i suoi splendidi affreschi del paesaggio italiano (fig.14).

Fig.14 Giovanni Paolo Pannini. Piazza del Quirinale nel XVIII secolo, olio su tela
Fig.15 La Coffee Hause

Benedetto XIV Lambertini fece costruire la Coffee House nel parco, là dove un tempo gli Este avevano un padiglione; il Fuga lo concepì su tre ambienti in un piccolo edificio costituito da due corpi avanzati e un corpo centrale arretrato con tre arcate. Qui Benedetto XIV ricevette il re Carlo III (fig.15).

Nel 1798 fu proclamata dai francesi la repubblica romana; Pio VI fu portato via dal Vaticano ed il Quirinale fu devastato. Il 2 febbraio 1808, mentre Pio VII era nella Cappella Paolina, i francesi rientrarono a Roma e posero i cannoni avanti al portone; Pio VII  rimase chiuso entro il Quirinale fino a che il 6 luglio 1809, scalato il portone, lo fecero prigioniero.

Napoleone voleva farne una residenza imperiale e commissionò a Raffaele Stern nuove modifiche e decorazioni. Lo Stern divise in tre sale la cosidetta Galleria di Alessandro VII per sistemare nella sala centrale la Sala del Trono. Ma Napoleone non entrò mai a Roma e non sedette mai su quel trono. Qui tornò Pio VII nel 1814 e sarà lui a far decorare la Cappella Paolina.

Fig.16 L’obelisco con le statue marmoree di Castore e Polluce

Furono questi gli ultimi interventi pontifici sul Palazzo del Quirinale. L’otto novembre 1870, dopo la breccia di Porta Pia, il generale Lamarmora entrò nel Palazzo e ne prese possesso in nome di re Vittorio Emanuele II; questi vi giunse il 31 dicembre di quello stesso anno. Si ebbero allora altre sistemazioni all’interno dell’edificio; arrivarono numerosi arazzi provenienti dalle raccolte seicentesche di Torino, dalle arazzerie medicee di Firenze e Bruxelles.

Il Quirinale divenne nel tempo un comune Palazzo con particolari caratteri di grandiosità e di valore architettonico; tuttavia rimane, nella struttura urbanistica della città, un caposaldo della Roma barocca (fig.16).

Fu la residenza ufficiale della casa Savoia; oggi è la sede ufficiale della Presidenza della Repubblica Italiana.

Francesco MONTUORI Roma 6 marzo 2022