Tecnologia e Beni Culturali. Il Progetto Visea applicato agli affreschi della Sala dei Capitani dei Musei Capitolini

di Nica FIORI

La tecnologia applicata ai beni culturali permette già da qualche anno di diffondere conoscenze e approfondimenti in campo artistico in maniera semplice e rigorosa al tempo stesso.

Dal 15 dicembre 2021 possiamo godere di un’ulteriore innovazione in questo campo grazie al progetto Visea, che consente di ammirare un ciclo di affreschi eseguiti dal pittore Tommaso Laureti nella Sala dei Capitani nel Palazzo dei Conservatori (Musei Capitolini), percorrendone tutto il processo esecutivo e i contenuti iconografici.

Sala dei Capitani, part

Il progetto Visea, nato nell’ambito di un bando della Regione Lazio del 2019 e promosso da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è stato ideato dal team CBC Conservazione Beni Culturali Soc. Coop. – Nergal Consulting Srl – Xtrust Srl, in collaborazione con i Musei Capitolini selezionati quale “Luogo della Cultura”.

Come ha spiegato nel corso della presentazione Claudio Parisi Presicce, Direttore Musei della Sovrintendenza Capitolina, la sala che ospita gli affreschi è il cuore del Palazzo dei Conservatori, ovvero quei magistrati che governavano la città prima della creazione dello Stato Italiano. I conservatori erano tre ed erano eletti ogni tre mesi: si riunivano in questa sala che fungeva da tribunale e sempre qui avveniva la gestione governativa ed economica.

Alcuni di essi, appartenenti a illustri famiglie capitoline (Aldobrandini, Colonna, Farnese, Barberini), sono stati immortalati nella sala in sculture marmoree con vesti da imperatori romani.

Sala dei Capitani, il conservatore Carlo Barberini in vesti da imperatore romano
Sala dei Capitani, il conservatore Marco Antonio Colonna in vesti da imperatore romano

Gli affreschi furono commissionati dal popolo romano, rappresentato dai conservatori capitolini, a Tommaso Laureti (1530 circa-1602 circa), un artista siciliano che aveva lavorato a Bologna (Fontana del Nettuno) ed era stato poi chiamato a Roma da Gregorio XIII per realizzare uno degli affreschi della Sala di Costantino in Vaticano.

Gli affreschi della Sala dei Capitani sono relativi a episodi della vita di antichi magistrati romani, che erano dei punti di riferimento per quelli del XVI secolo e si inseriscono, pertanto, nella pittura di tradizione storica che troviamo pure nella Sala degli Orazi e Curiazi, affrescata dal Cavalier d’Arpino tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento. Stilisticamente la pittura di Laureti sembra ispirarsi a Giulio Romano e Raffaello, che avevano lavorato prima di lui nella Sala di Costantino.

Il ciclo capitolino venne realizzato tra il 1587 e il 1594 e raffigura quattro episodi della storia di Roma antica tratti dall’opera di Tito LivioAb Urbe Condita” e intesi come exempla virtutis del Popolo Romano. Il primo episodio, collocato sulla parete corta, dove era il tribunale, ricordato dalle parole latine Diligite iustitiam (amate la giustizia), raffigura la Giustizia di Bruto, ovvero quel Lucio Giunio Bruto (uno dei due primi consoli della Repubblica insieme a Collatino) che fece giustiziare i suoi due figli che avevano tramato per riportare al potere l’ultimo re, Tarquinio il Superbo, dopo la sua cacciata da Roma (509 a.C.).

Tommaso Laureti, La Giustizia di Bruto

Segue sulla parete lunga (quella dove si aprono le finestre) l’episodio di Orazio Coclite, il mitico eroe del VI secolo a.C. che difese da solo il ponte Sublicio, che conduceva a Roma, contro gli Etruschi di Chiusi guidati dal loro lucumone Porsenna.

Il terzo episodio (parete corta) è quello di Muzio Scevola, che, volendo uccidere Porsenna e avendo colpito per errore il suo scriba (che indossava l’abito di Porsenna), bruciò stoicamente la propria mano dimostrando una fermezza impressionante.

Sull’altro lato lungo è raffigurata la celebre Battaglia del lago Regillo, combattuta nel 496 a.C.  (ma la data è incerta) dai Romani contro la lega latina e il cui risultato vittorioso venne attribuito all’aiuto dato in campo dai Dioscuri, secondo quanto racconta Dionigi d’Alicarnasso.

Tommaso Laureti, La Battaglia del Lago Regillo

Si tratta di Castore e Polluce, i mitici gemelli figli di Leda, che sono raffigurati a cavallo con il loro tipico copricapo orientale (pileo). I Dioscuri, detti anche Castori, erano per i romani un simbolo di concordia fraterna (si dividevano l’immortalità, che sarebbe spettata a uno solo, in quanto figlio di Zeus) e nel Campidoglio sono praticamente di casa, da quando le loro statue colossali (II secolo d.C.), che erano emerse in frammenti durante gli scavi per la costruzione del muro del Ghetto al tempo di Paolo IV (1555-1559), sono state collocate con i loro rispettivi cavalli sulla balaustra della piazza in cima alla scalinata del Campidoglio.

Per quanto riguarda il pittore Tommaso Laureti, bisogna riconoscere che doveva avere grandi capacità organizzative e imprenditoriali per compiere un’impresa complessa come questo ciclo di affreschi in tempi relativamente brevi. Bravo, anche se non geniale, fu uno dei fondatori dell’Accademia di San Luca, dove nel 1595 succedette come principe a Federico Zuccari, e nella stessa Accademia svolse un’attività didattica.

Grazie al progetto Visea, i visitatori potranno navigare all’interno degli affreschi di Laureti sulle quattro pareti della Sala dei Capitani e scoprire la sequenza temporale di esecuzione delle scene, ripercorrere le giornate di lavoro (da 55 a 94 per ogni scena) e, i gruppi pittorici realizzati nelle giornate di lavoro, cogliere i metodi tecnici usati dall’artista per passare da un disegno su carta all’intonaco, ma anche i suoi procedimenti nel dipingere e i suoi ripensamenti.

Visea
Visea

Attraverso un’applicazione avanzata su natural user interface, con lo storytelling di tipo multimediale (immagini e testo, in italiano e inglese) che accompagna l’animazione dinamica, si riceveranno approfondimenti sulla tecnica pittorica, sui personaggi principali raffigurati e su come nel tempo la sala, già nota come Salotto degli Imperatori, e poi detta dei Capitani dai capitani delle milizie, si sia arricchita di monumenti, statue e iscrizioni.

Visea
Visea

Alla proposta innovativa dei contenuti, il progetto associa una tecnologia all’avanguardia che tiene conto dell’emergenza epidemiologica da Covid 19. A differenza dei totem touchscreen, il progetto Visea è infatti installato su un totem che funziona in modalità touchless, ovvero senza contatto.

Si tratta di un software che è in grado di richiamare le informazioni con il solo movimento del dito indice (air push): un prototipo destinato in futuro a cambiare i classici totem multimediali, perché permette agli utenti di usufruire di questo tipo di offerta culturale in piena sicurezza.

Nica FIORI   Roma  19 dicembre 2021

Musei Capitolini – Palazzo dei Conservatori – Sala dei Capitani. Piazza del Campidoglio, 1 – 00186 Roma. Orario: dal lunedì al venerdì ore 9.30-19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima).

Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00) www.museicapitolini.org; www.museiincomune.it

http://www.visea.it/