di Franco LUCCICHENTI
Homo Sapiens Breve sintesi di una lunga storia.
Trenta o quarantamila fa, l’uomo cominciò a rappresentare persone , animali, cose del mondo lasciando traccia di questa attività nelle caverne dove trovava rifugio e riparo dalle forze ostili della natura .
Pitture e piccole sculture fissavano materialmente sulla roccia e con la pietra scolpita le dinamiche della vita che circondavano l’esistere. Animali sfuggenti e misteriosi, sempre cacciati e uccisi per assicurare nutrimento, una volta raffigurati sulle pareti di una caverna del paleolitico venivano catturati dalla mente e la permanenza della rappresentazione esorcizzava l’instabilità della vita e la paura del futuro.
La cosa raffigurata non aveva utilità pratica MA simbolica. Iniziava il lungo vagare dell’uomo nei territori dell’arte e dello spirito. Strani personaggi venivano dipinti sulla roccia. Demoni e Dei cominciarono così ad abitare il mondo .
Dopo un lunghissimo tempo, intorno a 5.000 anni fa, l’arte egizia, che si intreccia nei secoli con le culture vicine, comincia a stabilire regole formali di altissimo valore artistico. Arte e religione si sostanziano in un duofisismo ante litteram che durerà millenni.
Per secoli l’arte figurativa di gran parte del mondo antico, nella sua grandiosa immobile permanenza aiuterà a convincere la coscienza degli uomini ad avere diritto all’eternità. Il mondo infero diventa permeabile e i miti rafforzeranno l’idea. L’arte della scrittura emersa nell’Asia occidentale con i caratteri cuneiformi, dove significante e significato si mascherano e il significato è alla portata di pochi eletti, è la PRIMA ARTE ASTRATTA della storia. Una tavoletta incisa con caratteri cuneiformi è per l’uomo moderno un raffinato bassorilievo che trasmette una inquietante misteriosa bellezza, un amuleto di argilla intriso di passato.
Nell’arte greca classica la rappresentazione dell’uomo in scultura è perfetta quindi disumana gli dei e gli uomini convivono nella forma scolpita nel marmo. Dei e uomini si confondono con gli EROI.
I Romani, vero popolo pre- moderno, rappresentano nelle loro sculture anche le imperfezioni e i difetti tendono così a laicizzare la loro cultura. Le grandi architetture non custodiscono misteri MA terme, piazze coperte, mercati. I templi sono, diremmo oggi, edilizia economica. Il dio vero è l’imperatore che deve garantire benessere e sicurezza ai cittadini del suo impero.
Caduto l’impero romano d’occidente l’arte cambia, perde drammaticamente di qualità non di suggestione. Rimane figurativa inventando mostri, creature polimorfe, santi spaventati o spaventanti. La religione torna a prevalere con il Cristianesimo fino alla lontana Bisanzio. In gran parte del mondo orientale l’arte rimane figurativa. Le meravigliose statue di Budda dorate di legno, di marmo, dal Tibet all’India alla Cina, permangono uguali immobili in estatica inaccessibile contemplazione o in una catalessi pietrificata tra la vita e la morte.Nei templi buddisti tibetani, labirinti della coscienza fossile, le improvvise apparizioni nell’ombra di Budda dorati danno forma e sostanza al desiderio di trascendenza dell’uomo.
Il Rinascimento in Europa riscrive la bellezza del mondo antico sfiorando l’arte metafisica e facendo la fronda alle Chiese. Una ineffabile nostalgia del passato classico circola negli ambienti colti dell’epoca. Dante addirittura all’inizio del Trecento a Firenze dà sostanza e forma geometrica all’altro mondo e a questo mondo con un nuovo linguaggio. Caravaggio alla fine del ‘500 afferra dal cielo gli dei e li incarna nel nostro mondo vero e impietoso. Ineccepibile operazione estetica neotestamentaria.
La controriforma poi semina pale d’altare in tutte le chiese cattoliche. Grandi artisti rappresentano il sacroanche attraverso la sofferenza e la morte. Si vede poca resurrezione e poca felicità terrena. Santi, angeli, donatori affollano le complesse composizioni barocche rappresentando uomini e cose talvolta con maestosa mistica bellezza in bilico tra inferno e paradiso.
L’arte del Settecento in Europa celebra con tecnica raffinatissima la ricchezza del potere laico e religioso. Direi che nel Settecento prevale la rappresentazione della sontuosità e della magnificenza. Dal popolo minuto pochi traggono suggestioni estetiche.
La scienza dal Settecento comincia a definire in maniera significativa le dinamiche fisiche della natura e dell’uomo rimaste a lungo nascoste e misteriose. Anche a causa di questo la fede nelle religioni praticate nel mondo occidentale perde forza e convincimento. Alla fine dell’Ottocento e nel Novecento le scienze, la matematica, ridefiniscono l’universo e il suo funzionamento. Le macchine subiscono un salto evolutivo che non si registrava dall’invenzione della ruota .
Un TRAUMA CULTURALE culminato nelle due guerre mondiali irrompe nella vita degli uomini. L’ARTE dopo MILLENNI abbandona la rappresentazione del mondo e dell’uomo diventando astratta, informale, indeterminata e indeterminabile, come un noto principio della fisica quantistica. Solo l’Architettura religiosa, in alcuni casi, inventa luoghi suggestivi dove il ricordo degli dei trova ancora uno spazio di meditazione e raccoglimento. L’Architettura esorcizza il declino della spiritualità rileggendo l’oscurità misteriosa che ospitava l’uomo delle caverne .
CHE E’ SUCCESSO ALL’HOMO SAPIENS ? : il laicismo, figlio della conoscenza, ha fatto indietreggiare le religioni dell’Occidente. Gli dei non abitano più gran parte del mondo. Le persone , la vita, le cose despiritualizzate cambiano significato. Gli artisti del ventunesimo secolo vagano solitari alla ricerca di nuove potenti immagini creando forme che rappresentano solo se stesse . Il significante lascia indeterminato il significato. Il duofisismo millenario ARTE-RELIGIONE ha perso sostanza e forma.
Riusciranno gli uomini a scoprire ulteriori descrivibili DEI?
Franco LUCCICHENTI Roma settembre 2017