Seconda Edizione “Back to Nature” a Villa Borghese Roma fino al 25 luglio 2021

di Silvana LAZZARINO

Seconda edizione di Back to Nature a cura di Costantino D’Orazio.

Per ripensare ad un nuovo rapporto tra uomo e natura, attraverso installazioni, e opere distribuite negli spazi di Villa Borghese presso il Parco dei Daini e Piazza di Siena, e al Museo Carlo Bilotti dove viene proposto un percorso ulteriore sul tema del rapporto tra arte e natura.

Attraverso diversi linguaggi per dare voce ad un immaginario che è visivo ed emotivo, l’arte contemporanea propone percorsi unici ed evocativi riferiti a contesti umani e sociali, ma anche legati ad aspetti ecologici in linea con i cambiamenti dovuti al progresso e alle nuove tecnologie, oltre che alle mode del momento. Dalla pittura spesso materica alla fotografia, dal digitale al video, fino all’installazione e alla performance, attraverso l’unicità di ciascuna espressione viene messo al centro l’uomo con il suo bisogno di affermarsi attraverso il successo e il potere, ma allo stesso tempo emergono da questo atteggiamento le difficoltà nel costruire rapporti autentici con gli altri, mentre la Natura viene sfruttata nelle sue risorse diventando specchio di questa distanza e indifferenza.

Parallelamente al progresso che sempre più avanza grazie alle moderne tecnologie è lo sfruttamento delle risorse naturali, l’inquinamento dell’aria e dell’acqua, i continui disboscamenti che stanno fortemente incidendo sui cambiamenti climatici e sull’equilibrio dell’ecosistema danneggiando anche l’uomo.

Anche con la seconda edizione del progetto espositivo a cura di Costantino D’Orazio, “Backe to the Nature” che è iniziato lo scorso 12 maggio 2021, attraverso l’arte si invita il pubblico a riflettere sul futuro del mondo e sulla necessità di costruire un nuovo rapporto con la natura. L’uomo allontanatosi dalla Natura e quindi da quel sentire autentico in linea con l’armonia dell’universo, ha smarrito preziosi valori di riferimento da recuperare per salvaguardare l’ambiente e l’intero Pianeta di cui è parte integrante, ma non padrone.

Attraverso opere di arte contemporanea tra installazioni progettate all’aperto, dipinti, video, collocate a Villa Borghese presso il Parco dei Daini e nell’area di Piazza di Siena, nonché entro gli spazi del Museo Carlo Bilotti- Aranciera di Villa Borghese,  il progetto espositivo invita ad interrogarsi su quello che sarà il futuro dell’uomo e sui cambiamenti climatici, sul significato di libertà da intendersi quale diritto di tutti e di ogni forma vivente, per sottolineare l’importanza di rispettare la natura.

Le quattro sezioni del percorso “Paesaggi”, “Prospettive aeree”, “Abitare la natura”, “Acque” suggerendo l’importanza di recuperare un legame autentico con ogni aspetto della Natura a partire da una nuova consapevolezza, mettono in campo un dialogo di particolare suggestione tra opere concepite in origine con intenti ed in momenti storici diversi, a dimostrazione di quanto l’arte possa essere sempre pronta ad aprirsi a nuove possibilità espressive.

Promosso e prodotto da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura. Radio partner Dimensione Suono Soft,, il  progetto espositivo  vede protagonisti artisti di rilievo internazionale tra cui: Loris Cecchini, Leandro Erlich, Giuseppe Gallo, Marzia Migliora, Michelangelo Pistoletto, Pietro Ruffo, Tomás Saraceno, Marinella Senatore e il collettivo Accademia di Aracne,  le cui opere dialogano con il parco, con le piante, gli specchi d’acqua e i viali di Villa Borghese tra le ville  più amate di Roma, dando l’occasione ai visitatori di sperimentare in modo inedito e innovativo la corrispondenza tra il segno contemporaneo, le architetture del parco e le piante che lo abitano.

Accademia Aracne

Si tratta di opere che invitano a ripensare al rapporto con la natura in un momento in cui è necessario riconsiderare la quotidianità a partire da una diversa prospettiva con cui guardare sé e il rapporto con gli altri, privilegiando oltre al rispetto il saper accogliere. Ogni opera si rapporta agli spazi di Villa Borghese restituendo un nuovo ascolto dei luoghi in cui le stesse opere prendono nuova forma caratterizzate da un suggestivo movimento spesso proiettato verso l’alto, prodotto dalla loro leggerezza, dalla trasparenza e dall’andamento delle loro forme.

Loris Cecchini

Gli spazi del giardino di Villa Borghese tra Parco dei Daini e l’area di Piazza di Siena, vengono riproposti in chiave contemporanea attraverso le installazioni realizzate con diversi materiali anche artificiali che si combinano con la vegetazione arborea e le architetture del parco.

Se con l’installazione “Arborexence” Loris Cecchini, artista che lavora sulla consistenza e sul peso della materia sovvertendone i canoni naturali, ha realizzato un’avvolgente ramificazione formata da circa 350 elementi in acciaio innestati l’uno nell’altro a conferire all’albero una nuova morfologia a moltiplicare i suoi rami e volta a suggerire come lo sguardo possa sempre più dirigersi verso una dimensione nuova,

Lenadro Erlich

Window & Ladder – Città Eterna” di Leanrdo Erlich invita a cambiare la propria interazione con lo spazio grazie ad una finestra che diventa ponte immaginario tra  interno ed esterno, raggiungibile idealmente attraverso una scala sospesa nel vuoto  a suggerire quel sottile confine tra il possibile e l’impossibile.

Un invito a far interagire corpo e mente per un rinnovato rapporto con la natura è proposto dall’installazione “Assembly” di Marinella Senatore sviluppata su una pedana pronta ad accogliere i visitatori e che fa riferimento ad una citazione di Samuel Beckett (“Dance first think later. It’s the natural order”) ripresa con una scritta accesa su una parete rivestita in foglia d’oro, ispirata ai disegni delle luminarie.

Un invito a riconsiderare lo spazio di ascolto necessario anche per chi vive in reclusione, come anche il motivo della libertà di cui i reclusi sono privati, emergono nell’opera di Marzia Migliora “Staccando l’ombra da terra #1 e #2” che oscilla tra una doppia fila di canne da organo, disposte alla stessa distanza delle sbarre di una cella. Essa nasce infatti dalle suggestioni emerse durante un ciclo di incontri e corrispondenze, ancora in atto svolte con un gruppo di donne in carcere a Rebibbia.  Si tratta di un’installazione il cui suono dato dall’immissione d’aria nelle canne, grazie al moto oscillatorio dell’elemento centrale attraverso un sistema meccanico e elettronico, si presenta simile a un respiro, una voce. della libertà,

Giuseppe Gallo

Alla libertà intesa quale sentimento che rimanda alla speranza per rinascere fa riferimento la scultura di Pietro Ruffo: “Migrante” che diventa come un disegno tracciato nell’aria “un monumento alla speranza, una provocazione per le coscienze”; e sempre il motivo della libertà è espresso nelle 12 sculture dall’aspetto di sedie che danno forma all’opera ”Eroi” di Giuseppe Gallo, elaborate sulla forma dei rami d’albero. Fragili e altissime non possono sostenere alcun peso e pertanto sono leggere proiettate a salire ed infatti le gambe dal terreno salgono come fossero esili tronchi di alberi a definire un dialogo denso di mistero con gli spazi del parco.

Accademia Aracne

Su tre livelli sonoro, visivo e percettivo di partecipazione da parte del pubblico si sviluppa l’installazione di Tomás Saraceno “How to hear the universe in a spider/web: A live concert for/by invertebrate rights,” dove vengono esplorate le commessioni della Terra con l’Universo e dell’Uomo con la Natura e il Cosmo. Un concerto elaborato attraverso la campionatura dei suoni dell’universo, le cui vibrazioni sono messe in relazione con le strutture architettoniche delle ragnatele. Agli interventi sulla natura si rivolge il lavoro dell’Accademia Aracne che con “Yarn bombing” presenta quattro alberi avvolti da lavori a maglia che trasformano gli stessi in sculture variopinte di forte impatto visivo.

Piazza di Siena a Villa Borghese si arricchisce con il “Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto che nasce dall’inserimento di un terzo cerchio nel simbolo di infinito. Concepito tra la dimensione artistica e l’impegno civile questo progetto presenta 100 panchine (prodotte grazie al coinvolgimento di altrettanti donatori) disposte sul prato di Piazza di Siena a formare il simbolo concepito dall’artista come segno di una nuova dimensione sociale volta a dare nuova armonia ai rapporti tra gli uomini e tra questi e la natura per un futuro possibile. Un’opera che guarda alla sensibilizzazione sulla relazione tra bene pubblico e comunità, in cui ogni individualità diviene parte attiva di un processo collettivo. Alla termine della manifestazione le panchine saranno distribuite tra piazze, biblioteche e parchi di periferia, al fine di contribuire al miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini.

Al rapporto tra arte e natura è dedicata anche la mostra presso il Museo Carlo Bilotti- Aranciera di Villa Borghese a cura di Antonia Arconti, Ileana Pansino e Daniela Vasta dove sono esposte fino al 19 settembre 2021 opere delle collezioni Capitoline di arte contemporanea che vanno dai primi decenni del XX secolo fino ai nostri giorni e che sono accostate secondo rimandi tematici e formali.

Queste opere unitamente ai prestiti di UniCredit S.p.A, regolati da un comodato di lunga scadenza, attraverso diverse forme e linguaggi che spaziano dalla pittura alla fotografia, dalla scultura al video, compresa l’installazione restituiscono diverse visioni sul tema proposto. Accanto ai lavori di: Gianfranco Baruchello, Claudio Palmieri, Giancarlo Limoni, Marilù Eustachio, Giosetta Fioroni, Alfredo Jaar, Oscar Turco, sono quelli di Daniela Perego, Felice Levini, Marina Ballo Charmet, Olivo Barbieri, Lorenzo Durantini, Guendalina Salini, Giulia Napoleone, Alberto Vannetti che restituiscono diverse visioni sul tema legato alla natura.  Marilù Eustachio (Merano, 1934) conLa grande montagna rossa” del 1994-1998 – olio su tavola- partendo da una rappresentazione reale poi trasformata in espressione astratta, fa riferimento al tema della montagna legato ai paesaggi del periodo della sua infanzia in Alto Adige.

Giancarlo Limoni

Ogni riferimento a questo contesto è sintetizzato attraverso uno spazio irreale dove terra e cielo si fondono a suggerire una rappresentazione di uno stato d’animo o di una visione mistica. Pennellate dal colore pastoso restituiscono la rappresentazione di una vegetazione dalle forme sfuggenti realizzata da Giancarlo Limoni (Roma 1947) con “Giardino” (olio su tela1993-1994) dove si riconoscono fiori, frutti arbusti, alberi, compresi paesaggi impenetrabili a significare un distacco dalla realtà. Sensazione di improvviso chiarore è restituita dal quadro di Gianfranco Baruchello (Livorno, 1924) che in “Lichtung” (tecnica mista su tela, 1998) propone minute figurazioni o scritture, proprie del suo linguaggio che ha esplorato tutti i linguaggi visivi, dalla pittura alla calligrafa, dalla fotografa alla produzione di film, testi, oggetti, dando vita anche ad un’azienda la Agricola Cornelia, parte integrante del suo progetto creativo.

Il tema della memoria, dell’amore e della perdita sono al centro dell’opera di Daniela Perego (Firenze, attiva da metà anni ’90) che con l’installazione a parete “Arrivederci” del 2017 realizzata con filo di cotone lavorato all’uncinetto e supporto in forex, ripropone il ripetersi continuo del suo gesto nel cogliere la margherita nel luogo di sepoltura dei genitori. I fiori sono il risultato di un attento lavoro artigianale ad opera di un gruppo di donne fiorentine.

Daniela Perego
Isabella Ducrot

A parete sono anche “Li-Jang” del 1997 di Isabella Ducrot (Napoli 1931): realizzato con frammenti di stoffe e carte leggere dipinte con motivi giustapposti a mosaico ad evocare un paesaggio collinare orientale e poi la rappresentazione dell’infinito di Maria Lai “Misurare l’Infinito” del 1987 realizzato con tessuto ricamato e plexiglas, una sorta di mappa con segni-disegni a tracciare il pensiero infinito dove vi è un  riferimento ideale alle fiabe della tradizione sarda e a leggende e racconti popolari.

Alberto Di Fabio

E poi le visioni cosmiche di Giulio Turcato e Alberto Di Fabio rispettivamente con Avventuristico” del 1962 dove allude all’immensità del cosmo attraverso il solo colore blu scuro e “Campo Magnetico stellare” del 2015 dove colori vaporosi e vibranti, stratificati sulla tela restituiscono una composizione astratta in cui si integrano atto creativo e pensiero spirituale meditativo.

Di grande suggestione le opere tridimensionali tra cui le installazioni di Ana Rewakowicz, Renato Mambor, Piero Fogliati, Ines Fontenla.

Al tema dell’acqua è dedicata una piccola sezione dove sono presenti video d’artista, individuati in collaborazione con il CRDAV (Centro Ricerche Documentazione Arti Visive della Sovrintendenza). A dare risalto a questo elemento fondamentale per le sorti del nostro Pianeta e quindi da tutelare sono le opere di Elisa Sighicelli, Goldiechiari e Silvia Stucky. Nel video “Dance Bound” del 2007 di Elisa Sighicelli una serie di cavallucci marini di colore verde fluttua in uno spazio dallo sfondo nero a evocare la profondità del mare, mentre in “Controcorrente” del 2005 di Goldiechiari (Sara Goldschmied ed Eleonora Chiari) attraverso la rappresentazione di immagini di rifiuti che galleggiano agitati da un flusso continuo di acqua viene messo in discussione l’idea comune che si ha della natura vista quale entità idilliaca e rassicurante, proprio attraverso l’effetto drammatico che la stessa immagine suscita.  Silvia Stucky con il video “Mobile–Immobile” del 1996 formato da due segmenti (una cascata, scultura naturale in movimento dall’enorme forza, fatta di una miriade di impalpabili gocce in caduta e poi la superficie appena in movimento di un lago che riflette quanto si trova al di sopra di essa) restituisce la ripetizione infinitamente differente dell’acqua a suggerire come tutto quello che prima era reale diventa intangibile. Così scorrono immagini di un mondo dove tutto si muove, ondeggia e si frantuma nell’alchimia di colori che assumono forme astratte, un mondo che si riflette nella forza primogenita della natura.

Velasco Vitali

Quasi assente l’elemento antropico, invece si manifesta in modo evidente nell’opera “Il Vento” di Ettore Tito inserita nella sezione “Prospettive aeree”, dove compare un bellissimo volto di donna illuminato dal sole con riferimento alla delicatezza e forza del vento. Anche la presenza degli animali nelle opere di questa mostra è espressa in modo occasionale come per le opere “Nidi” di Sissi e “Cani” di Velasco Vitali.  Realizzata con bombè di rattan e strisce di carta assorbente immerse nella china l’opera “Nidi” (2004) di Sissi fa riferimento ad una ricerca sulla centralità del corpo e del suo involucro avvertiti in costante tensione organica, mentre “Cani” (2004) di Vitali costituita da ferro, cemento e piombo, identifica questi animali come abitanti di una città in costruzione e nelle cui pose instabili è evidenziata la precarietà e la sofferenza derivanti dal loro stato di randagi.

Silvana LAZZARINO  Roma 30 maggio 2021

Back to Nature.  Arte Contemporanea a Villa Borghese,

a cura di Costantino D’Orazio.

 Parco dei Daini, Area di Piazza di Siena Museo Carlo Bilotti– Aranciera di Villa Borghese

fino al 25 luglio 2021

per informazioni: www.mostrabacktonature.it  e sui canali Facebook e Instagram con #mostrabacktonature.