Scatti controluce ‘vista lago’ in una natura variabile: un reportage “poco rassicurante”.

di Patrizia NICOLOSI Architetto

POCO RASSICURANTE

Nei primi mesi del 2106, Corrado Placidi un amico di studio, mi chiede delle foto a corredo del suo libro in uscita, dal titolo Vistalago , ed. Grau.2. Il libro è un’autobiografia. Ma il titolo risulta forse più in sintonia con lo stato attuale dell’autore. Che è quello di scrivere mentre si gode, appunto, una casa vista lago, quello di Bracciano.

La stagione è ancora un poco invernale, così mi faccio rapidamente due conti. Nello sforzo di scansare il pericolo del dire oleografico, sempre in agguato in temi come questo e in assenza, questo va detto, di forti vincoli da parte della committenza.

Sono libera sì, ma in un paese, Trevignano, dove tutti sembrano motivati a guardare il lago, dentro un vista lago generalizzata (vado per eccesso, ovvio, ma la fotografia vive oggi dentro una dilagante selfie-mania).

Scelgo di fare due giri completi del lago, uno in senso orario l’altro in senso antiorario. Così da non avere facili punti di orientamento… e se possibile, ogni volta una sorpresa.

Scelgo giornate con brutto tempo sì, ma dentro condizioni meteo variabili. Nella speranza di un rapido e continuo mutamento sia della luce che delle varie tonalità dei colori. Se possibile un sole che fatichi molto a spuntare, dietro nuvole in veloce transito.

Scelgo di fotografare la natura in controluce. Soprattutto quando la macchina fotografica inquadra il lago. Le piante devono apparire scure, nere, poco rassicurati. Ragnatele. Come di una gita fatale, durante la quale due persone si debbano chiarire qualcosa fra loro.

Scelgo di fare foto a colori, che sembrino foto in bianco e nero.

E qui mi fido solo dell’istinto, senza predisporre né filtri né altre tecnicalità (sapendo per altro che mai ritoccherò a posteriori le mie foto). Alla ricerca di qualcosa che sfugge.

Qualcosa di non programmato, per quanto del tutto residuale nell’orgia dell’immaginario odierno.

Alla fine trovo l’acqua della pioggia. Che assomiglia e si fonde con l’acqua del lago.

La cosa più semplice, la sorpresa più bella. Anche sul parabrezza. Mentre un vapore diffuso aiuta.

Patrizia NICOLOSI   Roma 28 febbraio 2021