Riapre la mostra di Veronica Montanino ai Musei di Villa Torlonia (fino al 28 marzo)

di Silvana LAZZARINO

La mostra “Veronica Montanino. Rami” a cura di Maria Grazia Tolomeo presenta diverse opere site specific sul tema della metamorfosi.

Veronica Montanino – Rami, 2020, ph @M3Studio

Il motivo della metamorfosi legato alla capacità di cambiare forma da parte di individui e altri esseri viventi ha attraversato non solo la letteratura e la mitologia, il folclore e le tradizioni popolari, ma anche il cinema e diversa narrativa fantasy e di fantascienza, senza dimenticare esempi nel campo dell’arte sia moderna sia contemporanea. Riguardo l’arte, uno tra gli esempi più noti sul tema della metamorfosi è quello del gruppo scultoreo “Apollo e Dafne” realizzato da Gian Lorenzo Bernini esponente di spicco dell’arte barocca; mentre se pensiamo ai nostri giorni, tra i riferimenti più suggestivi è quello proposto dalla scultrice di fama internazionale Alba Gonzales in particolare con la serie di sculture monumentali “Sfingi e Chimere”.

Ma se per questi due esempi il richiamo alla metamorfosi si lega più alla scena del mito, una visione strettamente riferita alla natura e al paesaggio sul tema, accompagna l’arte di Veronica Montanino che, proprio a partire da elementi presenti in natura, realizza opere site specific per spazi aperti e non solo.

Al centro della ricerca dell’artista romana con all’attivo numerose mostre tra personali e collettive tra cui la partecipazione alla 54° Esposizione Internazionale della Biennale di Venezia nel 2011 per il Padiglione Italia, è il concetto di metamorfosi espresso quale pratica del remix e del camouflage con cui trasforma i materiali più disparati in un processo di “ecologia dell’immagine” dando luogo a una nuova natura di sua personalissima invenzione.

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In questa trasformazione della materia vi è una volontà di far persistere un senso di instabilità con cui mantenere il movimento insito negli sviluppi dei suoi lavori come sospesi tra finzione e verità, artificiale e naturale, dove la trasformazione crea un continuo cambiamento da uno stato ad un altro.

Catturata dagli affreschi mitologici della villa come quelli presenti nella Sala detta Camera di Psiche denominata così per il i sette riquadri della volta che narrano la storia di Psiche e di Amore trattate dallo scrittore latino Apuleio, Veronica Montanino. riferendosi al legame tra naturale e artificiale, ha realizzato delle opere per gli spazi del Casino Nobile di Villa Torlonia a Roma che sono protagoniste della sua personale “Veronica Montanino. Rami” curata da Maria Grazia Tolomeo, il cui filo conduttore è proprio il tema della metamorfosi.

Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata dallo Studio d’Arte Campaiola con Servizi museali Zètema Progetto Cultura, la mostra allestita presso il Casino Nobile, riapre al pubblico in tutta sicurezza dopo la chiusura in seguito alle disposizioni per contrastare la diffusione del Covid-19 e la si potrà visitare fino al 28 marzo.2021.

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Progettate per gli ambienti interamente affrescati di questo gioiello dell’eclettismo romano le sue installazioni a partire dal principio della decorazione inteso come intreccio, contaminazione, superamento di limiti e confini, combinando diversi materiali, invitano alla simultaneità di una visione plurima entro uno spazio dove ogni segno è in costante divenire. Evidenziando un pensiero volto a superare le illusioni della razionalità moderna, l’originale alfabeto costruito dall’artista, come scrive la curatrice Maria Grazia Tolomeo presenta quali lettere, parole, verbi e congiunzioni “le foglie, i fiori, gli animali, le figurine umane che si trasformano in immagini e si fanno racconto poetico”.

HABITAT#5, tecnica mista; cm. 50×50

Attraverso le ramificazioni dell’installazione centrale e di altri piccoli lavori inseriti entro fioriere lungo le finestre e distribuite in diverse sale, si evince la combinazione tra natura e artificio in una dinamica di segni e processi compositivi nella reciproca trasformazione appunto di artificiale in naturale e di naturale in artificiale. Aspetti del naturale e artificiale che appartengono al Parco Jappelliano di Villa Torlonia.

I cosiddetti “Habitat” realizzati su supporti ovali o rettangolari presentano su strati di colore materico, coriandoli, cerchi, perle, trine, piume, e ancora stelle filanti, animali comprese piccole figure umane che rappresentano il suo alfabeto con cui percepire il fluire del tempo nel cosante divenire dell’esistenza.

Il motivo dell’ambiguità della rappresentazione, presente nei suoi lavori, trova la più significativa espressione con “Circus Naturae” (“Trapezio”) un’altalena che nel suo oscillare suggerisce il continuo divenire restituito dal movimento indulatorio Dove, come scrive la curatrice:

convivono simbolo e realtà, in questa anche la dicotomia artificialità e naturalità”  “Ci accompagna, sospesa alle volte di una sala, con i suoi lunghi rami su cui poggiano fioriture che il colore assembla e rende uniforme: qua e là piccole e preziose accensioni colorate di fiori, di funghi, forse di farfalle, la rendono perfetta metafora di un pensiero  poetico, di  un percorso di conoscenza che subisce tormenti, sorprese e mutamenti.
Veronica Montanino, Trapezio

I rami intrecciati non sono un ready made, ma oggetti da camera delle meraviglie, piante che sembrano anche animali, “forme di vita appartenenti al mondo terrestre e al tempo stesso al cielo e all’acquatico, ‘scherzi di natura’ che servono al pensiero per vedere e rivedere le categorie attraverso le quali classificare il mondo, l’ordinario e lo straordinario”.

La natura dunque offre spunti per uscire dall’ordinario e diventa occasione per far emergere anche messaggi forti come quelli legati all’ecologia e all’urgenza di sensibilizzare l’umanità al rispetto dell’ambiente sempre più a rischio a causa dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici.

Tra gli interventi realizzati da Veronica Montanino per palazzi storici va citato quello presso Palazzo Collicola Arti Visive – Museo Carandente dove opera su mobili, soffitto e pareti perimetrali, creando una “Camera delle meraviglie”. Altri interventi permanenti sono realizzati per la Casa dell’Architettura di Roma, ex Acquario Romano (2013) e per il MARCA Museo delle arti di Catanzaro (2018). Tra il 2012 e il 2014 per il MAAM Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz dà vita allo spazio della ludoteca e altri due grandi interventi ambientali, nel 2015 è la volta di un giardino galleggiante al Regent’s Park di Londra.

Silvana LAZZARINO  Roma 27 febbraio 2021

VERONICA MONTANINO.  RAMI

Musei di Villa Torlonia – Casino Nobile. Via Nomentana, 70 – Roma

orario: dal lunedì al venerdì dalle 9.00 – 19.00. La biglietteria chiude 45 minuti prima

aperta fino al 28 marzo 2021

Biglietti: Consigliato il preacquisto online www.museivillatorlonia.it;

 www.museiincomuneroma.it