Presentato a Roma “L’atto poetico di documentare l’arte”, omaggio a Franco Simongini

di Mario URSINO

Franco Simongini. L’atto poetico di documentare l’arte

Franco Simongini (Roma 1932-1994), poeta, scrittore e regista, ha inventato un nuovo genere di documentario d’arte che coinvolge gli spettatori nell’assistere alla nascita di un’opera d’arte, come se fosse un evento di cronaca o sportivo raccontato in diretta. Simongini ha saputo collegare il linguaggio cinematografico, fondato sul montaggio, con quello del piccolo schermo, basato sulla diretta televisiva.

Ciò che però univa la sua attività poetica alla documentaristica d’arte era la ferma convinzione che l’occhio del poeta e quello del regista coincidono, col fine di svelare gli aspetti inattesi, e spesso straordinari, di una realtà che si presenta priva di schemi preordinati o di pregiudizi, come suggerivano nel secondo dopoguerra le pellicole di De Sica, Zavattini e Rossellini.

La Sovrintendente Capitolina ai Beni Culturali, Maria Vittoria Marini Clarelli, la direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Roma, Tiziana D’Achille, e gli artisti Gianni  Dessì e Mario Sasso, hanno presentato, il 5 aprile 2019, presso l’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Roma il libro “Franco Simongini. L’atto poetico di documentare l’arte”, Maretti Editore, a cura di Gabriele e Raffaele Simongini. 

Il volume rievoca la singolare figura di Franco Simongini, critico d’arte,

che ha riunito in sé qualità di giornalista-regista della Rai (Capo redattore dal 1971), collaborando prima alla realizzazione di programmi culturali, come “Arti Scienze” e “L’Approdo”, e poi ideando numerosi documentari d’arte, da “Ritratti d’autore” ad “Artisti d’oggi”, “Poeti d’oggi”, “Come nasce un’opera d’arte”, “A tu per tu con l’opera d’arte”, valendosi in quest’ultima serie del commento di testi di celebri storici e critici d’arte, quali Cesare Brandi e Federico Zeri.

Un corpus imponente che riassume, in gran parte, una vera e propria storia dell’arte italiana del Novecento, oltre al racconto e descrizione di capolavori di arte antica da parte dei due illustri studiosi sopra citati. Un lavoro, dunque, non solo di “informazione”, quale compito primario del mezzo televisivo, ma anche di “formazione”, per la qualità dell’elemento intrinsecamente didattico di codesti documentari, come ha detto pertinentemente nella presentazione del volume Gabriele Simongini,  stimato docente di storia dell’arte dell’Accademia di Belle Arti di Roma, e noto critico d’arte del quotidiano “Il Tempo”.

Il volume è ricco di testimonianze di personalità di studiosi, di artisti, di letterati, di esperti del cinema e della comunicazione,

ovvero tutti i molteplici aspetti della cultura, e dei settori nei quali ha operato simultaneamente Franco Simongini, oltre ai saggi dei due figli Gabriele e Raffaele, che rievocano il lavoro e la personalità del loro illustre genitore.

In chiusura della presentazione, è stato proiettato il famoso documentario: Giorgio de Chirico: Il sole sul cavalletto, del 1973, sicuramente la più singolare e divertente intervista di Franco Simongini al grande maestro della pittura metafisica; singolare perché, come lo stesso Simongini ha raccontato in un suo articolo, concordò con l’artista le modalità della conversazione, con effetti di reale resa di un Giorgio de Chirico, che ha sempre simulato la sua bonaria insofferenza per le interviste; in questo caso però questo gioco recitativo (d’arte), prestabilito tra i due personaggi (il giornalista petulante e l’artista burbero e scontroso), poté essere felicemente realizzato per la sincera e affettuosa amicizia che intercorreva tra i due personaggi.

Mario URSINO   Roma aprile 2019