Modigliani all’Albertina di Vienna: chiude la grande esposizione per l’esponente di punta nella rivoluzione Primitivista

di Daniela PUGGIONI

Amedeo Modigliani nel suo atelier 1915

Si è appema chiusa all’Albertina, il più importante museo viennese, una splendida mostra, con un notevole numero opere, in tutto 122, dedicata a Amedeo Modigliani nella ricorrenza dei cento anni dalla morte, evento rimandato a causa del Covid 19. Marc Restellini, autore del catalogo ragionato dei quadri di Amedeo Modigliani di prossima pubblicazione, è il curatore dell’esposizione e del catalogo correlato, ricco di saggi e di illustrazioni. Tra i vari prestiti di importanti musei come il Metropolitan Museum of Art in New York, spiccano le opere provenienti dal Museo Picasso e dalle collezioni Alexander e Netter. Lo studio e il lavoro di Restellini su questo autore è prezioso, importanti sono anche le mostre che ha curato, tra cui quella svoltasi al Livorno che aveva indagato i rapporti con gli altri artisti a Montparnasse e con i primi collezionisti che lo sostennero quando era ancora vivo: Paul Alexander e Jonas Netter.

Il lavoro di Restellini si propone di cancellare i cliché attorno alla figura di Modigliani, pittore maledetto, alcolizzato e drogato e con questa esposizione ha l’obiettivo di dimostrare che Modigliani, innovativo e rivoluzionario con un suo originale punto di vista, è stato un esponente di punta nella Rivoluzione Primitivista. In esposizione le sue opere vengono messe a confronto soprattutto con quelle di Pablo Picasso e Brâncuși.

Amedeo Modigliani, Pablo Picasso, André Salmon 1916

Per Primitivisti si intendono quei pittori che, sotto l’impulso dalla visione dei manufatti di uso quotidiano e artistici provenienti dai paesi extraeuropei, trassero ispirazione per cambiare radicalmente le arti figurative in antitesi ai canoni dell’arte europea da loro ritenuta decadente.

Testa femminile, Angkor, stile Bayon

Il termine primitivo nel XIX secolo indicava sia l’arte figurativa europea prima del rinascimento sia, con un intento dispregiativo quelle extraeuropee.

Un altro aspetto che è necessario considerare è che la percezione di questi manufatti artistici fu necessariamente diversa da quella di chi apparteneva a quelle culture. Gli artisti europei vedevano in loro la liberazione dalle regole che impedivano la pienezza dell’espressione artistica.

Di basilare importanza è la reazione di Picasso che, dopo aver visitato il Musée d’Ethnographie du Trocadéro, disse:

“Quando andai per la prima volta, su sollecitazione di Derain, al museo del Trocadéro un odore di umido e di marcio mi è rimasto in gola. Mi deprimeva così tanto che volevo andarmene in fretta, ma sono rimasto a studiare. Gli uomini avevano fatto queste maschere e altri oggetti per uno scopo sacro, uno scopo magico, come una sorta di mediazione tra loro e le forze ostili sconosciute che li circondavano, per superare la loro paura e orrore dandogli una forma e un’immagine. In quel momento ho capito che era questo il senso della pittura. La pittura non è un’operazione estetica; è una forma di magia concepita come un mediatore tra questo strano e ostile universo e noi, un modo di prendere il potere dando forma ai nostri terrori e ai nostri desideri. Quando sono arrivato a questa realizzazione, sapevo di aver trovato la mia strada”.
Maschera antropomorfica (Gabon)

Queste parole testimoniano l’attrazione degli esponenti delle avanguardie dell’epoca verso l’esoterismo, lo spiritualismo, il trascendente, la teosofia e per le culture non europee, attrazione che connotava gli artisti delle avanguardie parigine e pur con tutte le differenze quelli delle avanguardie russe. Pur se l’influenza di Cézanne e Picasso ebbe il suo peso, artisti come Kandinsky, Malevič, Gončarova furono, infatti, ispirati dall’arte delle diverse popolazioni, islamiche e animiste che vivevano al di là degli Urali fino all’oceano Pacifico.

A Parigi l’ambiente artistico frequentato dai pittori comprendeva anche poeti, scrittori, musicisti.

Nel 1909 arrivò Sergei Diaghilev con la sua compagnia di danza, i Ballets Russes che, significativamente, nel 1913 mise in scena La sagra della primavera. Quadri della Russia pagana in due parti. Successivamente artisti come Picasso e Cocteau collaborarono alla realizzazione di altri balletti. Modigliani frequentò questo ambiente, tra gli altri Anna Akhmatova e Jean Cocteau entrambi ritratti da Modigliani, Cocteau nel 1916, di Akhmatova sono in mostra due disegni: un nudo (1911) e come Cariatide inginocchiata (1911/12).

Constantin Brâncuși Mademoiselle Pogany I 1913

Dopo questa premessa torniamo a questa mostra ricca e affascinante per la proposta di lettura delle opere di Modigliani in rapporto con quelle degli altri artisti. Restellini pone l’accento sui punti chiave condivisi da Modigliani, Picasso, Derain, Matisse, Brâncuși.

I nuovi mezzi di espressione artistica ed estetica attraversarono fasi simili di sviluppo nella semplificazione delle forme e nell’espressività dei soggetti, nel nudo e nella sessualità, nell’intensità cromatica e nell’invenzione formale. Nelle opere di altre civiltà passate o extraeuropee ravvisarono proprio quei mezzi espressivi che cercavano. In esposizione oltre ai pannelli esplicativi ci sono le fotografie che introducono negli ambienti frequentati da Modigliani.

Idolo femminile insulare del tipo Louros, primo Cicladico

In esposizione ci sono sculture dell’antica civiltà cicladica, una testa proveniente dal tempio cambogiano di Angkor, principali fonti di ispirazione per Modigliani ma anche manufatti provenienti dall’Africa due sgabelli lignei con cariatidi e due splendide maschere poste in dialogo con le opere degli artisti in modo che il visitatore possa seguire meglio il metodo seguito dal curatore. Oltre alle sculture cicladiche e cambogiane le maschere ebbero una importanza fondamentale nella ricerca di Modigliani che aveva uno scopo: trovare la figura scultorea ideale, quella che permette la più profonda introspezione umana con volti anonimi e inespressivi ma che catalizzano l’attenzione di chi guarda. In mostra ci sono le teste scolpite di Modigliani, ma anche le opere di Brâncuși e Picasso che testimoniano il loro interesse per le maschere. I disegni preparatori e le teste scolpite in esposizione sono in dialogo con i ritratti infatti sono il modello dei visi allungati, della forma del naso della fissità dello sguardo che calamita l’attenzione di chi guarda.

Amedeo Modigliani, Testa. 1911 -12
Amedeo Modigliani, Donna con i capelli rossi; Jeanne Hébuterne ? 1918

Dipinti e sculture sono esposte insieme ma la scultura ebbe una parte importante, in genere si pensa ai dipinti di Modigliani che arrivò a Parigi nel 1906 ma poi dal 1909 la sua maggiore ambizione fu di diventare scultore per cui si dedicò maggiormente a questa arte e si legò a Brâncuși.  Come scultori li univa in quegli anni soprattutto la tecnica dell’intaglio diretto della pietra cosa che li opponeva insieme a Derain a Auguste Rodin.

Pablo Picasso Studio per “Les Demoiselles d’Avignon” 1907
André Derain La coppia / I gemelli 1907

La tecnica usata di Rodin, ma anche da Canova, era di modellare la figura in argilla per poi trasferirla su una scala più grande per l’esecuzione in marmo, sia direttamente o attraverso la forma intermedia di un calco in gesso, con una macchina da punta, poi era scolpita, di solito dai membri della bottega.

Per Modigliani il mito di Michelangelo era un formidabile esempio.

Nella scultura Modigliani sviluppò il suo modello chiave: la cariatide, il Grande Busto Rosso dell’ex collezione Netter, in esposizione ne è un esempio, di grande interesse la cariatide lignea di Picasso che è una testimonianza di come il pittore catalano fosse affascinato da Modigliani.

Pablo Picasso Cariatide 1908
Amedeo Modigliani Cariatide con Vaso 1914

Il rapporto di reciproca stima e influenza è testimoniato dal ritratto di Picasso dipinto da Modigliani, in esposizione.

Il rapporto è ben analizzato nel saggio nel catalogo della mostra di Juliette Pozzo, responsabile della collezione personale di Picasso al Musée national Picasso di Parigi.

 

Amedeo Modigliani Lola De Valence 1915

Così come i rapporti tra Modigliani e Brancusi sono approfonditi nel saggio sempre nel catalogo del professore Dr. Friedrich Teja Bach, editore del catalogo ragionato di Constantin Brancusi.

Molti sono i disegni in esposizione che mostrano come da un modello rigido passò a modelli più morbidi usando anche le forme geometriche.

Modigliani estese poi alla pittura il modello della cariatide quando capì tra il 1914-15 che per le sue condizioni precarie di salute non aveva la forza di scolpire e si dedicò solo a dipingere.

Nei visi dei ritratti rimangono le caratteristiche delle teste scolpite: colli e visi allungati, il naso triangolare, gli occhi, il Ritratto di Lola de Valence (1915) ne è un esempio emblematico.

Amedeo Modigliani Giovane uomo con cappello 1918
Amedeo Modigliani Elvira con il colletto bianco 1917-18

Il disegno preparatorio del ritratto di Diego Rivera (1914) e il ritratto entrambi in esposizione evocano la maschera antropomorfica proveniente dal Gabon.

Amedeo Modigliani Diego Rivera 1914 (disegno preparatorio)
Amedeo Modigliani Diego Rivera 1914

I nudi sono un altro aspetto esaminato dalla mostra, sono messi in dialogo con il dipinto di Derain le Bagnanti (1908) appartenenti alla collezione Picasso e ora al Museo Picasso.

Di Picasso sono in esposizione lo Studio per le bagnanti nella foresta e il nudo disteso con figure. I seducenti nudi di Modigliani ricordano le radici italiane del pittore, morbidi e sensuali ci ricordano il fascino esercitato dalle donne sulla creatività del pittore. La tavolozza cromatica di Modigliani con i colori accesi e non naturalistici mostra la vicinanza ai Fauves e a Picasso.

Amedeo Modigliani Donna distesa su un cuscino bianco 1917
Amedeo Modigliani Nudo seduto 1911

La mostra è imperdibile e godibile per la disposizione e l’illuminazione e ben illustrata dai pannelli con la possibilità delle audio guide, il catalogo è una guida preziosa per chi voglia approfondire. Segnaliamo anche la presenza de la splendida Bevitrice assopita di Picasso del periodo blu (1902).

Daniela PUGGIONI  Vienna 21 novembre 2021

Vienna Museo Albertina

Modigliani. La rivoluzione dei Primitivi

17 Settembre – 9 Gennaio 2022

A cura di Marc Restellini

Assistente Curatore Gunhild Bauer (ALBERTINA)

Catalogo disponibile in Inglese (EUR 34,90) e tedesco (EUR 32,90) al Museo o via www.albertina.at

Website  https://modigliani.albertina.at/

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