Milano in Egitto. Gli Scavi di Achille Vogliano nel FAYUM

di Sabrina RIBOLDI

FINO AL 15  DICEMBRE 2017, C/O CIVICO MUSEO ARCHEOLOGICO, CORSO MAGENTA 15, MILANO. INGRESSO A PAGAMENTO MART-DOM 9,00 – 17,30. INGRESSO LIBERO OGNI MARTEDI’ POMERIGGIO E LA PRIMA DOMENICA DEL MESE.

Presso il Civico Museo Archeologico di Milano viene aperta il 17 maggio 2017 la mostra “Milano in Egitto. Gli scavi di Achille Vogliano nel Fayum”, a cura di Sabrina Ceruti e Anna Provenzali, all’interno della quale sono esposte opere provenienti dalle due importanti località di Tebtynis e Medînet Mâdi (in Egitto), studiate, scoperte e “vissute” a fondo da Achille Vogliano negli anni Trenta del secolo scorso.

Le campagne di scavo condotte dal papirologo milanese nella regione del Fayum, grazie al supporto del Comune di Milano, hanno incrementato in modo esponenziale la conoscenza di questa zona, assai rilevante per la storia dell’antico Egitto, potenziando la collezione milanese con diversi reperti.
A Tebtynis sono stati rinvenuti sia oggetti di vita quotidiana, una parte considerevole dei quali è stata data in dono al Comune di Milano, sia papiri (oggi facenti parte della collezione del Centro Papirologico dell’Università degli Studi di Milano) che, in occasione dell’attuale esposizione, ne ha messi a disposizione alcuni pezzi; questi esemplari trasmettono al visitatore un’immagine florida della vita di un villaggio egizio di età greco-romana.

A Medînet Mâdi Vogliano scoprì un autorevole tempio di Medio Regno (XIX sec. a.C.) dedicato alla dea-cobra Renenutet e al dio-coccodrillo Sobek, ingrandito in epoca greco-romana e allora dedicato ad Iside-Thermutis. Il papirologo fece pervenire a Milano i reperti portati alla luce, in particolare statue e stele, principalmente sottoforma di calchi. Questo materiale è stato ritenuto considerevole per la sua unicità, lavorazione e valore religioso e storico. La raccolta include anche la statua del faraone Amenemhat III, edificatore del tempio (non esposta nella mostra per ragioni logistiche), diverse stele votive, alcune statue (tra le quali spiccano tre leoni accucciati e una testa regale di sfinge) e vari resti di parti architettoniche.

E’ da mettere in evidenza il fatto che la maggior parte del materiale esposto è sconosciuto al pubblico, in quanto questa esposizione ha l’esclusiva di presentare elementi non inclusi nella collezione permanente al Castello Sforzesco.

Il prezioso lavoro di Vogliano ha portato alla luce elementi fondamentali per la ricerca storica: grazie ai suoi ritrovamenti, è possibile rivivere il progresso della cultura egizia nel periodo greco-romano, esaltandone la tipologia multietnica e la positiva fusione di culture differenti.

La mostra, che si avvale anche della documentazione fotografica degli scavi conservata presso la Civica Biblioteca Archeologica, è il risultato della collaborazione tra il Civico Museo Archeologico di Milano, il centro papirologico “Achille Vogliano” dell’Università degli Studi di Milano e la cattedra di Egittologia dell’Università di Pisa, che ha egregiamente portato avanti la ricerca archeologica e la rivalutazione  del sito di Medînet Mâdi iniziata da Vogliano.

Il percorso dell’esposizione trasmette un’atmosfera di mistero e, contemporaneamente, di stupore e ammirazione. Un’ammirazione volta, da un lato, ad una civiltà così imponente e magnifica e,dall’altro, ad uno studioso che ha donato devotamente all’umanità un tesoro prezioso, da unire alle già innumerevoli scoperte legate al mondo egizio.

di Sabrina RIBOLDI     Milano, 25 Giugno 2017