La Musica per violoncello e piano di Ludwig van Beethoven in un nuovo Cd.

di Claudio LISTANTI

La Da Vinci Classics ha pubblicato l’integrale dei capolavori beethoveniani con il violoncellista Ramon Bassal e la pianista Maria Canyigueral due musicisti della nuova generazione spagnola.

Una nuova e interessante pubblicazione discografica è da poco disponibile sul mercato grazie alla Da Vinci Classic casa editrice che possiede un catalogo molto attraente e stimolante nei contenuti che, proprio con questa pubblicazione ne accresce la valenza.

Nello specifico parliamo del Cd Ludwig van Beethoven Complete Sonatas & Variations for cello e piano che ha come protagonisti due validi strumentisti come il violoncellista Ramon Bassal e la pianista Maria Canyigueral.

Fig. 1 La copertina del Cd Ludwig van Beethoven Complete Sonatas & Variations for cello e piano della Da Vinci Classics.

La particolarità di questa pubblicazione è quelle di proporre con un doppio cd tutto quanto Beethoven produsse per questi due strumenti e, quindi, porre all’attenzione del pubblico su un ‘corpus’ così consistente per questo particolare genere di composizioni cameristiche è senza dubbio elemento meritorio.

Questo perché le composizioni beethoveniane in questione sono molto importanti non solo dal punto di vista storiografico ma anche da quello dello sviluppo compositivo della musica cameristica. Lo sostengono molti esponenti importanti della critica musicale internazionale tra i quali il compianto Giovanni Carli Ballola, uno dei più eminenti studiosi in questo campo, recentemente scomparso, e le nostre parole vogliono essere un omaggio al pensiero ed alle ampie vedute di questo studioso che abbiamo avuto occasione di conoscere nella nostra esperienza di appassionati ascoltatori traendone un indubbio arricchimento culturale.

Secondo questa scuola di pensiero, peraltro del tutto condivisibile, con le opere per violoncello e pianoforte Beethoven arriva ad un perfetto bilanciamento tra i due strumenti, creando una simbiosi ideale  e realizzando un tema integrato ed unitario. L’accordo tra i due strumenti è sempre serrato ed avvincente, nessuno sovrasta l’altro mentre il dialogo tra loro procede su binari di assoluta parità. Tali condizioni sono presenti in maniera determinante in queste sonate per violoncello e piano, un risultato che in altre occasioni, come ad esempio per gli altri grandi capolavori cameristici come le sonate per violino e piano, non si raggiunge in modo determinante perché il rapporto tra i due strumenti risulta sbilanciato a favore della parte virtuosistica del violino.

Con queste sonate che coprono un periodo della vita di Beethoven che va dal 1795 al 1815, dal musicista venticinquenne a quello della maturità, Beethoven toglie al violoncello in maniera progressiva e determinate il ruolo di mero strumento d’accompagnamento regalandogli quello ‘regale’ di strumento dal timbro fascinoso e coinvolgente che dominerà la musica per tutto l’800 per giungere fino ai giorni nostri.

Fig. 2 Johann Stephan Decker. Ritratto di Ludwig van Beethoven (1824).

Questo percorso parte dalle due Sonate op. 5 n. 1 fa maggiore e n. 2 in sol minore, scritte nel 1795 per il violoncellista Jean Pierre Duport. Seppur contenenti qualche indecisione ‘giovanile’ di un artista di fronte ad un genere nuovo, sono caratterizzate dalla spiccata cantabilità dello strumento per una integrazione con il piano non sempre ottimale ma sempre di grande pregio raggiungendo però anche vette espressive particolarmente felici come nell’Allegro molto della Sonata op. 5 n. 2.

Dopo queste due sonate passano tredici anni per la successiva, nel 1808, con la Sonata per violoncello e pianoforte n. 3 in la maggiore op. 69 composizione di particolare luminosità sonora e di intensità interiore interpretata all’epoca dal violoncellista Nikolaus Kraft che ha come zenit espressivo lo Scherzo. Allegro molto.

Dopo altri otto anni, nel 1815, Beethoven raggiunge per questo genere di composizioni l’equilibrio formale ed espressivo con un’altra coppia di Sonate per violoncello e pianoforte, la Sonata in do maggiore op. 102 n. 1 e la Sonata in re maggiore op. 102 n. 2 entrambe, all’epoca, valorizzate dal violoncellista Joseph Linke grande strumentista molto importante per lo stile dell’ultimo Beethoven essendo stato, come violoncellista del Quartetto Schuppanzigh promotore delle esecuzioni pubbliche dei Quartetti per Archi beethoveniani.

Fig. 3 Una litografia del violoncellista Joseph Linke

Queste due Sonate concludono alla grande il percorso beethoveniano all’interno di questo genere musicale caratterizzato da una intensa compattezza e omogeneità dei quali ricordiamo i due estremi dell’op 102 n. 1 l’Andante iniziale e lo strepitoso Allegro vivace finale con la sublimazione che si raggiunge nell’op 102 n. 2 con la parte centrale dell’Adagio con molto sentimento d’affetto che sfocia nel monumentale ed emblematico Allegro fugato finale.

Nell’intervallo dei tredici anni che separano le Sonate op. 5 dalla Sonata op. 69 Beethoven non compose altre Sonate per violoncello e pianoforte ad eccezione delle 12 Variazioni in fa maggiore per violoncello e pianoforte, op. 66 sul tema “Ein Madchen oder Weibchen” dall’opera “Die Zauberflote” di Wolfgang Amadeus Mozart nel 1796, delle 12 Variazioni in sol maggiore per violoncello e pianoforte, WoO 45 sul tema “See the conqu’ring hero comes” dell’oratorio “Giuda Maccabeo” di Georg Friedrich Händel  nel 1797 e, nel 1801, sempre Mozart con le 7 Variazioni in mi bemolle maggiore per violoncello e pianoforte, WoO 46 sul tema “Bei Männern, welche Liebe fühlen” dell’opera “Die Zauberflote”.

Tre composizioni che seppur giudicate di qualità inferiore alle sonate per violoncello e piano, quasi dimenticate se non in rare occasioni a sostegno delle velleità esecutive di alcuni virtuosi, comunque posseggono con evidenza quelle caratteristiche basilari delle sonate, di porre cioè in evidenza un continuo ed efficace colloquio tra pianoforte e violoncello alla ricerca di unitarietà sonora che è ben chiara in queste composizioni.

Interpreti di questa incisione sono due artisti spagnoli tra i protagonisti della nuova generazione. La pianista Maria Canyigueral è molto stimata in Spagna dove i suoi concerti sono molto applauditi anche nel genere contemporaneo. Anche il violoncellista catalano Ramon Bassal è strumentista giovane. Ha studiato nella sua città, Barcellona, partecipando anche alle lezioni di perfezionamento con la grande Alicia de Larrocha ma il suo iter formativo si è sviluppato a tutto campo in Europa perfezionandosi a Basilea Amsterdam e Lisbona partecipando a masterclass con violoncellisti come Anner Bylsma e Antonio Meneses e suonando come protagonista in importanti sale da concerto. Bassal suona un violoncello italiano di Giuseppe e Antonio Gagliano con un arco A. Lamy appartenuto a Gaspar Cassadó.

Sono due strumentisti, forse, poco conosciuti al grande pubblico ma nel disco dimostrano di entrare con decisione e competenza nel mondo della musica cameristica beethoveniana, proponendo una esecuzione molto attenta a mostrare quella solidità e quella unitarietà discorsiva che abbiamo evidenziato, per una interpretazione felicemente penetrante, in alcuni momenti vivace e accesa, ma sempre di alta densità sonora.

Con questo Cd abbiamo l’occasione di conoscere due musicisti emergenti che hanno sicuramente le doti per una carriera importante e di soddisfazione.

Claudio LISTANTI  Roma 17 Dicembre 2023

Ludwig van Beethoven

Complete Sonatas & Variations for cello e piano

Maria Canyigueral pianoforte. Ramon Bassal violoncello

C00749 Da Vinci Classics 2023

Claudio LISTANTI  Roma 17 Dicembre 2023