La “Melodia” di Julio Le Parc a Roma; il Maestro dell’Optical Art alla Galleria d’arte Continua (prorogata al 20 Aprile).

di Alessandra IMBELLONE

È stata prorogata fino al 20 aprile la mostra di Julio Le Parc, inaugurata il 26 gennaio nella sede romana della Galleria Continua presso l’hotel The St. Regis Rome, a un passo dalla stazione metro Repubblica che ospita un’opera permanente dello stesso artista argentino, oggi novantaseienne: il mosaico realizzato per il progetto “Arte Metro Roma” diretto da Piero Dorazio.

Figg 1 – 2
figg.1-2. Dettagli del grande mosaico di Julio Le Parc per il progetto progetto “Arte Metro Roma”. Ph. Alessandra Imbellone

La mostra raccoglie 18 opere (una è formata da 5 pochoirs) eseguite dagli anni Sessanta ad oggi, che illustrano diverse fasi della ricerca di Le Parc, una delle figure di spicco dell’Optical art e più in generale dell’arte cinetica.

Nato a Mendoza nel 1928, Julio Le Parc riceve la sua prima formazione artistica presso l’Escuela Nacional de Bellas Artes Prilidiano Pueyrredon di Buenos Aires fra il 1943 e il 1946, avvicinandosi alle nuove idee di ricerca portate avanti in quegli anni da Lucio Fontana, uno dei suoi professori, teorizzate in Argentina nel Manifiesto Blanco (1946) e subito dopo il ritorno in Italia con la creazione dello Spazialismo e la nascita dei Concetti spaziali. Superando la concezione tradizionale dell’arte, accostandosi alla scienza e alla tecnologia, nel fare artistico vengono inserite le dimensioni del tempo e dello spazio.

Le Parc si avvicina inoltre all’Asociatión de Arte Concreto Invención, gruppo d’avanguardia costituito nel 1945 da Tomás Maldonado, Lidy Prati, Enio Iommi e Claudio Girola, che promuoveva un’arte non figurativa fatta di forme geometriche elementari e colori stesi à plat insieme all’adesione a una concezione marxista della storia e della produzione artistica. Dopo aver frequentato tra 1955 e 1957 l’Academia Nacional de Bellas Artes, nel 1958 vince una borsa di studio del Service culturel français che gli permette di trasferirsi a Parigi. Nel 1960, con l’amico scultore Francisco Sobrino, e con altri artisti fra cui François Morellet, è fra i fondatori del CRAV (Centre de Recherche d’Art Visuel), divenuto nel 1961 GRAV (Groupe de Recherche d’Art Visuel), uno dei movimenti collettivi contestatari e radicali più importanti degli anni Sessanta. Oltre a boicottare il mercato dell’arte, il GRAV – che nel 1962 prese parte alla storica mostra itinerante Arte programmata. Arte cinetica. Opere moltiplicate. Opera aperta organizzata in Italia da Bruno Munari e Giorgio Soavi per conto di Olivetti – contestava l’individualità dell’artista, lavorando sul tema dell’instabilità e proponendo con la serie dei labirinti delle installazioni collettive di cinetica ambientale che mettevano lo spettatore al centro dell’esperienza artistica.

fig. 3 Julio Le Parc alla Biennale di Venezia del 1966. Foto ASAC

Nel 1966, però, con le installazioni presentate nel padiglione argentino alla Biennale di Venezia Julio Le Parc vince il Premio della Presidenza del Consiglio dei Ministri per un pittore straniero. L’importante riconoscimento, che coincide con le prime esposizioni personali dell’artista a New York e a Parigi e che Pierre Restany attribuisce a una decisione di Palma Bucarelli, crea delle tensioni insanabili all’interno del GRAV, culminate nel giugno del 1968, sei mesi prima della dissoluzione del gruppo, con l’espulsione di Le Parc. Nel maggio dello stesso anno, intanto, Le Parc era stato prima arrestato e poi espulso dalla Francia per la sua attività nell’Atelier Populaire, laboratorio interno all’École des Beaux-Arts occupata dove si produssero i manifesti della rivoluzione del Maggio francese. Un’espulsione, quella dal suolo gallico, che venne revocata dopo cinque mesi grazie agli appelli accorati di molti esponenti della cultura in favore dell’artista argentino.

Nel 1970 Le Parc trasferisce il proprio atelier a Cachan, nella banlieue parigina, dove tuttora vive e lavora, coadiuvato dai tre figli e da altri collaboratori. La sua ricerca artistica non si è mai fermata, rimanendo connotata negli anni da una sperimentazione continua – di luci, colori, materiali, forme, combinazioni, spazio, spettro cromatico, specchi, motori, elementi mobili – sul tema della percezione. L’impegno politico degli anni Settanta a favore delle lotte di liberazione delle popolazioni dell’America Latina, a sostegno della rivoluzione cubana, per una funzione sociale dell’arte (nel 1971 è fra i fondatori del FAP, Front des Arts Plastiques), in solidarietà del popolo cileno contro il golpe di Pinochet e più in generale contro il fascismo, le dittature e l’utilizzo della tortura nel mondo, prosegue nel decennio successivo con la promozione e la valorizzazione dell’arte e della cultura latinoamericana in tutte le sue forme.

fig. 4 Julio Le Parc, Modulation 764, 1986. Ph. Giorgio Benni
fig. 5 Julio Le Parc, Modulation 879, 1986. Ph. Giorgio Benni

La continuità nella diversità delle opere di Le Parc è il vero tema della mostra intitolata “Melodia” ospitata a Roma dalla Galleria Continua, che nella più ampia sede francese di Les Moulins è impegnata con lo stesso grande artista argentino nel progetto “Aurora”. La continuità delle forme, che sembrano trasmutarsi l’una nell’altra, è evidente nel mosaico della metropolitana di Roma così come nelle serie delle Modulations iniziate negli anni Ottanta: in un medesimo gioco percettivo che rimanda alla centralità dello sguardo dello spettatore. A discapito delle dichiarazioni dello stesso Le Parc, che dice di non essersi mai sentito un artista cinetico e ha denunciato paradossalmente la discontinuità della propria opera, non possiamo quindi che apprezzare, invece, l’intima coerenza della sua ricerca.

fig. 6 Julio Le Parc, Continuel lumière avec formes en contorsion, 1966. Ph. Giorgio Benni
fig. 7 Julio Le Parc, Lumières alternées, 1993-2011. Ph. Giorgio Benni

E le opere in mostra attestano la continuità fra le prime sperimentazioni con la luce iniziate nel 1959, le quali, senza più residui di figurazione né dell’intervento manuale dell’artista prevedono il coinvolgimento anche fisico dello spettatore, e le ultime creazioni mobili di opere d’arte in continua evoluzione, esemplate dalla suggestiva Sphère noire del 2023.

fig. 8 Julio Le Parc, Sphère Noire, 2023. Ph. Alessandra Imbellone
fig. 9 Julio Le Parc, Sphère Noire, 2023, part. Ph. Alessandra Imbellone

Alessandra IMBELLONE  Roma 10 Marzo 2024

Per saperne di più: Su Julio Le Parc: JULIO LE PARC. Sulla mostra romana: JULIO LE PARC MELODIA.pdf (galleriacontinua.com). Sul progetto “Arte Metro Roma” Layout 1 (ritalombardi.it). Sul GRAV: Les artistes du GRAV, 1960-2001 (leliamordochgalerie.com). Sull’Atelier Populaire: Eventi libertari. J. – Christophe Diedrich, L’Atelier Populaire e i manifesti di maggio 68 – La Tradizione Libertaria (over-blog.it). Sul progetto “Aurora”: Aurora | Julio Le Parc | 17/09/2023 | Les Moulins (galleriacontinua.com)