Il “ritorno alla pittura” nei linguaggi artistici a Roma negli anni ’70; chiusa la mostra alla Galleria Puccini.

di Roberta BOCCALI

Recensione mostra “Roma 70”

La storica Galleria d’Arte Puccini di Ancona (A.M.I.A.) ha inaugurato il 10 giugno 2023 la mostra “Roma 70”, ospitando tredici splendide opere selezionate con cura da Paolo Benvenuti, ideatore della mostra, nonché direttore della Galleria Puccini. L’esposizione nasce in e grazie alla collaborazione dell’ l’Associazione Culturale Marcantoni-Pedaso (Fm) ed è curata dal punto di vita critico da Federica Lazzarini.

La scelta del titolo dato alla mostra inquadra un clima che, come dimostrato dalle opere, partorisce nella capitale degli anni ’70 una certa eterogeneità di linguaggi. Gli artisti selezionati sono tutti legati da uno stesso filo rosso, ovvero il ritorno alla pittura e all’incisione, pratiche artistiche che conferiscono in questo momento profonda identità all’artista. Nota di merito va alle gallerie romane che, come la Galleria La Tartaruga, in quegli anni e con coraggio hanno ospitato alcuni di loro nei propri spazi promuovendo questo ritorno alla pittura, in un periodo in cui la performance occupava un posto di primo piano tra le mode artistiche.

Gli artisti esposti sono solo alcuni esponenti di questi anni romani densi di novità artistiche che coinvolgono anche personalità straniere come il greco Jannis Kounellis, qui esposto con la sua acquaforte intitolata “Ottetto”, ma esponente anche dell’Arte povera, e l’americano Cy Twombly con la sua “galleria La Tartaruga”, esempio di scrittura spontanea ed infantile, che nei grovigli esprime tutta la sua complessità. Alcuni degli artisti scelti si ispirano al Gruppo “Forma1” e tre ne sono stati anche protagonisti, come Pietro Dorazio, Giulio Turcato e Achille Perilli. L’opera di Dorazio è un meraviglioso bianco e nero in cui l’artista studia lo spazio uscendo dalle geometrie convenzionali attraverso il linguaggio aniconico; con Turcato si nota invece come il figurativo, tanto da lui dibattuto, è espresso con un pezzo unico rappresentante una figura femminile nuda, semplicemente delineata con un tratto sottile e deciso e messa in risalto dal colore rosso e viola. Perilli esprime a pieno il concetto di astrattismo in cui il legame forma-colore è centrale.

L’arte di Renzo Vespignani è rappresentata dalla sua incisione intitolata “Barca sulla riva” del 1955, dove il bianco e nero richiamano il periodo inquieto della guerra e in mostra crea così un collegamento anche con la storia precedente agli anni ’70. Anche Guido Strazza si serve del mezzo grafico per le sue opere, dove il segno è protagonista ed emerge con forza, contrasti forti come nelle fotografie dei campi di Mario Giacomelli. A testimonianza di questa eterogeneità Giuseppe Guerreschi utilizza la tecnica del collage e della sovrapposizione di forme creando immagini magiche con cenni erotici. Come esponente marchigiano il civitanovese Arnaldo Ciarrocchi esone una natura morta floreale. In mostra si ritrovano anche Vettor Pisani e Giosetta Fioroni con opere materiche e infine Emilio Greco con un’energica incisione fatta di tratti intrecciati e istintivi, addomesticati per creare profili umani.  Pericle Fazzini con un’opera policroma, utilizza il colore per accentuare la tridimensionalità delle forme plastiche e scultoree. Lo spaccato artistico romano custodito dalle mura della Galleria Puccini ha coinvolto molta pare della cittadinanza anconetana concludendosi il giorno 1 luglio e riscoprendo gli aneliti di un decennio indimenticabile.

Roberta BOCCALI  9 Luglio 2023