Il “Labirinto” di Franco Maria Ricci a Fontanellato (Pr), una magica fusione di arte, letteratura e vita.

di Gaia SEGHIERI

Gaia Seghieri (Livorno 1971) si è laureata a Firenze alla facoltà di Architettura nel Marzo del 2000, e subito dopo ha iniziato il suo percorso di libero professionista, che l’ha condotta anche a brevi soggiorni in altri paesi europei. Ha partecipato alla redazione e stesura della rivista per gli Ordini degli Architetti di Livorno e di Prato, rispettivamente nel periodo 2014-2018 e 2018-2019, e su un fronte più descrittivo e commerciale, ha collaborato con un’agenzia per la comunicazione di Milano. Attualmente vive a Firenze, dove continua a coltivare il suo interesse per l’arte e per l’architettura. Il suo desiderio è creare un lavoro con il quale riunire la scrittura, il disegno e l’arte, che abbia una valenza di piacere e di utilità per gli altri. Con questo articolo inizia la sua collaborazione con About Art.

IL Labirinto di Franco Maria Ricci, una magia a Fontanellato (Pr).

FOTO 1: Percorsi del Labirinto
Franco Maria Ricci

In un luogo magico, a Fontanellato, nella provincia di Parma, circondato dalla vegetazione di un verde luminoso, alimentato dall’umidità della pianura parmense, si presenta allo sguardo del visitatore, una delle costruzioni più emblematiche d’Italia, ed anche dell’Europa, il Labirinto di Franco Maria Ricci. Inaugurato nel 2015, il labirinto della Masone, nome ripreso dalla zona sulla quale si erge, si è perfettamente integrato nella rosa dei luoghi più significativi da vedere a Parma.

Franco Maria Ricci, designer, editore e collezionista d’arte, è un personaggio che ha caratterizzato la scena italiana, e non solo, dell’arte e del libro, in un modo totalmente anticonformista, personalizzato ed autentico.

La sua curiosità ed il suo amore verso il labirinto, iniziano sin dall’infanzia, e si sviluppano durante la sua vita, attraverso la quale ha ricoperto, prima, il ruolo di geologo, e successivamente di designer e di fondatore, nel 1982, della rivista FMR, sigla nata dalle iniziali del suo nome, e che, se pronunciata, riporta al termine francese Éphémère, effimero.

Sussiste una perfetta simbiosi tra il labirinto della Masone e la figura di Franco Maria Ricci, è impossibile  scindere l’uno dall’altro. Se si descrive il labirinto, con i suoi percorsi, le sue anse per il riposo, la meditazione e la riflessione, le sue “pareti” fatte di canne di bambù altissime, che si intrecciano in gallerie, non si può non parlare delle esperienze esistenziali e delle passioni, del suo creatore.

Il primo contatto di Franco Maria Ricci con il labirinto, è costituito dalla sala degli specchi nelle giostre, organizzate dai Gitani a Parma, quando lui era bambino1. Lo specchio, come il labirinto, ci mostra la parte più intricata e sconosciuta di noi stessi, e ci riporta al gioco della vita, nel quale, molto spesso, per riscoprirsi è necessario perdersi. Due specchi, uno di fronte all’altro, ci danno una sequenza infinita della nostra immagine, delle varie personalità che animano il nostro subconscio. Lo stesso aspetto misterioso, viene assaporato da Franco Maria Ricci, nelle caverne e nelle grotte, nelle quali, da giovane speleologo, si immergeva. La caverna è un labirinto spontaneo, naturale, nel quale entriamo, accompagnati dal timore di non ritrovare più la via di uscita. Come nel gioco, nella natura, così anche nell’arte emergono influenze sulla personalità di Franco Maria Ricci, che lo hanno portato a concretizzare il sogno di far nascere il labirinto più grande del mondo, e che possiamo ammirare nei dintorni di Parma, e nella città di Milano, dove artisti come Leonardo da Vinci, Correggio e Parmigianino, ci parlano di nodi, intrecci di corpi, e di mitologia2. Nella sala delle Asse nel Castello Sforzesco di Milano, Leonardo da Vinci, ha ideato una decorazione fatta di intrecci di rami di sedici alberi, con nodi di corde dorate. Il tema proposto da Leonardo si ricongiunge ai decori medioevali, nelle presentazioni dei codici, ed al periodo rinascimentale. Lo stesso Leonardo era appassionato di labirinti, nodi e specchi. Ritornando a Parma, troviamo, all’interno del duomo, l‘Assunzione della Vergine del Correggio, vero e proprio groviglio di corpi, disposto su di una spirale, forma antenata del labirinto, e nella Rocca di Sanvitale, a Fontanellato, la scena mitologica tra Diana ed Atteone, ad opera del Parmigianino, nella quale è possibile rinvenire una serie di elementi iconografici che ci riportano alla non facile lettura delle immagini, e di conseguenza al labirinto delle interpretazioni.

FOTO 4: Veduta di insieme di una parte della Galleria d’arte

A questo terreno ricco e florido di suggerimenti provenienti da decori, pitture ed affreschi di artisti illustri, si aggiunge l’elemento letterario, grazie all’incontro con Jorge Luis Borges nel 1974, a Buenos Aires. È l’incontro di due forti personalità, amanti della lingua latina, entrambi bibliofili, appassionati dello spazio labirintico, di cui Borges parla sovente nelle sue opere letterarie. È a Borges per primo, che Franco Maria Ricci, rivela il suo desiderio di edificare il labirinto più grande del mondo; da qui in poi tutte le sue energie saranno convogliate nella concretizzazione di questa visione.

La volontà di creazione del labirinto è talmente immensa e forte, che Franco Maria Ricci, sceglierà di vendere la sua casa editrice FMR, nata nel 1965, generatrice di stampe di volumi raffinati e rari, di enciclopedie e di manoscritti3, come il Manuale tipografico di Giambattista Bodoni, o la Encyclopédie di Diderot e d’Alembert, per portare a compimento questo suo grande desiderio. Casa editrice, che comunque, una volta progettato e concretizzato il labirinto della Masone, riacquisterà con il nome di Franco Maria Ricci.

FOTO 5: Una sezione della Galleria d’arte

Il labirinto è un incontro di forme differenti, riconoscibili nella sua planimetria stellata, reminescenza delle fortificazioni del XVI secolo, e di cittadine limitrofe quali Sabbioneta, nella piramide, forma sacra ed energetica per eccellenza, dove è racchiusa la cappella e all’interno della quale si giunge per un momento di calma interiore dopo aver attraversato il labirinto, nel portico neoclassico, negli archi, nelle semicolonne aggettanti, nei fregi, elementi di spicco della più fiorente tradizione architettonica italiana, ed infine, nella piazza centrale rettangolare, luogo di incontro e di apertura, ma accomunate tutte da un’ispirazione, quella derivante dallo studio delle architetture rivoluzionarie ed utopistiche di Boullée, Ledoux, Lequeu, e dell’italiano Antolini4, architetti vissuti tra il settecento e l’ottocento, orientati verso la progettazione di edifici maestosi, armoniosi, ma non realizzabili, proprio per le loro grandi dimensioni.

Gli architetti contemporanei che hanno accompagnato Franco Maria Ricci nello sviluppo del progetto e nella successiva realizzazione del labirinto, sono Davide Dutto e Pier Carlo Bontempi: il primo è il progettista della forma del labirinto stesso, il secondo lo è per le opere murarie.

Davide Dutto, ha selezionato insieme a Franco Maria Ricci, la tipologia di essenze arboree più idonee per il progetto, e la scelta è ricaduta sul bambù, pianta proveniente dalla Cina, della quale il labirinto presenta una molteplicità di specie, cangianti nel colore, nelle striature, e nella foglia. Il bambù è una pianta che oltre ad essere molto resistente al clima parmense, ha un periodo di crescita molto breve, caratteristica che ha consentito di vedere in poco tempo il veloce sviluppo delle “pareti” del labirinto. L’architetto Pier Carlo Bontempi, condivide con Franco Maria Ricci il piacere per il disegno architettonico classico e tradizionale, congiunto alla progettazione di case, più vicine alle esigenze dell’uomo5, ideali applicati alle strutture murarie del labirinto, tra le quali incontriamo la bellissima galleria d’arte, la bibioteca, il bookshop, la caffetteria, ed il bistrò.

La galleria d’arte ha lo stesso carattere del labirinto, non si è consapevoli di cosa incontrerà il nostro sguardo, si può passare da opere di artisti più influenti, a quelle di pittori e scultori meno conosciuti. È possibile immergersi nell’accostamento di un Ligabue con statue crisoelefantine, per poi proseguire il percorso tra opere di Bernini, Ligozzi, Carracci, Hayez, Cambiaso, Petitot, Wildt, Libero Andreotti, il tutto immerso in un’atmosfera permeata di elogio della bellezza, quella che solitamente non viene vista, non viene osservata, quella che ci riporta all’armonia, alla classe, alla particolarità, alla creatività.

FOTO 8: Esposizione di tutti i numeri della rivista FMR

Il labirinto ci apre le porte ad un viaggio iniziatico. Siamo pronti ad accogliere la meraviglia, la fede, la storia, la follia? Siamo pronti ad accogliere tutto ciò che è l’uomo nella sua totalità? Siamo pronti a vedere riflessi negli sguardi che ci fissano dai quadri, nelle movenze sensuali di corpi di marmo, ciò che fa parte della nostra più profonda intimità? Siamo pronti a perderci tra le canne di bambù ed a trovare riparo tra il verde ed il blu dei loro fusti? Siamo pronti a lasciarci cullare dalle immagini di ogni copertina della rivista FMR in esposizione? A farci ammaliare dalla stanza dedicata a Mao Tse-tung, con i suoi ritratti su fiori di carta e dai suoi poemi? Siamo pronti a vedere le pagine ideate per il Codex Seraphinianus, dal genio di Luigi Serafini? In queste stanze infinite, fuori dallo spazio e dal tempo, ci imbattiamo nelle rappresentazioni della vita, della morte, della politica, e del genio.

FOTO 9: Sala dedicata al Codex Seraphinianus di Luigi Serafini

Varcata la soglia dell’entrata del complesso del labirinto della Masone, diveniamo viaggiatori, esploratori di altre dimensioni, della dimensione onirica, della dimensione interiore, della dimensione emozionale, della dimensione della passione per l’arte e per il libro. È una trasformazione che, se accolta, ci indirizza verso un vero e proprio capovolgimento mentale, che si esprime anche nelle mostre organizzate all’interno del complesso del labirinto.

L’attuale mostra intitolata “Pagine da collezione”, espone un’intensa esposizione di libri, le cui pagine sono dipinte ed interpretate da artisti quali Picasso, Delacroix, Kandinskij, Depero, Fontana e Manet: un volume può essere rappresentato da una scatola piena di fogli sciolti, così come le pagine di artisti futuristi, particolareggiate da latta e bulloni 6.

L’orginalità si afferma in tutto il suo fulgore nelle mostre passate, che hanno visto l’avvicendarsi di Patrizia Comand, con “La nave dei folli”, dipinto che si ispira all’opera di Sebastian Brant, ed alle sue rappresentazioni raffigurative ideate da Albrecht Dürer, di Ettore Guatelli, con il suo museo del quotidiano, raccolta di oggetti che racconta la vita di contadini e di artigiani del ventesimo secolo, dell’architetto Pietro Portaluppi, con il “Tempio dell’energia”, e con l’esposizione dei suoi progetti per le centrali elettriche del novecento, di Antonio Ligabue e di Pietro Ghizzardi, con “Arte e Follia”. Queste sono solo alcune delle esposizioni offerte dal centro del labirinto della Masone.

Il viaggio all’interno del labirinto della Masone non termina mai, anche quando ne usciamo fuori, rimangono ancorati alla nostra memoria, gli odori della vegetazione, le sfumature del bambù, la varietà della collezione d’arte ed il suo ordine non ordine, la ricchezza dei libri e delle riviste, e la figura di un uomo, Franco Maria Ricci, che si è prodigato affinché la cultura, l’armonia, l’eleganza e la ricercatezza, rimangano impressi su un territorio, e vengano compresi da un vasto pubblico.

Gaia SEGHIERI    Fontanellato (Pr)  febbraio 2019

1 Volume“Il labirinto della Masone-Bambù, arte e delizie, nel parco di Franco Maria Ricci a Fontanellato” pagina 149 “il labirinto di specchi” a cura di Antonio Fernández Ferrer. Edizioni Franco Maria Ricci
2 Volume“Il labirinto della Masone-Bambù, arte e delizie, nel parco di Franco Maria Ricci a Fontanellato” pagina 150 “gli immediati dintorni” a cura di Antonio Fernández Ferrer. Edizioni Franco Maria Ricci
3 Volume“Il labirinto della Masone-Bambù, arte e delizie, nel parco di Franco Maria Ricci a Fontanellato” pagine 99-146 “FMR, o dell’editoria come arte” a cura di Giovanni Mariotti. Edizioni Franco Maria Ricci
4 Volume“Il labirinto della Masone-Bambù, arte e delizie, nel parco di Franco Maria Ricci a Fontanellato” pagina 168 “Sogni architettonici” a cura di Antonio Fernández Ferrer. Edizioni Franco Maria Ricci
5Volume“Il labirinto della Masone-Bambù, arte e delizie, nel parco di Franco Maria Ricci a Fontanellato” pagina 24 “Grazie Davide grazie Pier Carlo” a cura di Franco Maria Ricci. Edizioni Franco Maria Ricci