Ghiberti, Verrocchio e Giambologna. Ospiti “illustri” da Orsanmichele al Bargello. In mostra fino all’11 Settembre.

redazione

Prorogata fino all’11 settembre la mostra Ghiberti Verrocchio e Giambologna

Ospiti “illustri” da Orsanmichele al museo nazionale del Bargello

Ancora dieci giorni per ammirare in mostra al Museo Nazionale del Bargello il San Giovanni Battista di Lorenzo Ghiberti, l’Incredulità di san Tommaso di Andrea del Verrocchio e il San Luca del Giambologna. Si tratta di tre tra i massimi capolavori della statuaria bronzea rinascimentale, provenienti dal Museo di Orsanmichele attualmente chiuso per lavori di restauro, messa in sicurezza, riallestimento e miglioria degli accessi, e ospitati temporaneamente per la mostra nell’antico Palazzo del Podestà di Firenze.

Noto come l’antica loggia per il mercato e per il deposito del grano, il Complesso di Orsanmichele è uno dei più importanti monumenti pubblici fiorentini, ed è parte dei Musei del Bargello. Al primo piano del palazzo trecentesco dalla metà degli anni Novanta sono conservate le statue originali, marmoree e bronzee, raffiguranti i santi patroni delle Arti fiorentine, progressivamente rimosse dai tabernacoli esterni e sostituite da copie. Le opere selezionate per l’esposizione temporanea al Bargello provengono tutte dalle edicole situate sulla facciata orientale di via de’ Calzaiuoli: il San Giovanni Battista di Ghiberti (1413-1416), la prima statua monumentale del Rinascimento, viene dal tabernacolo dell’Arte di Calimala, mentre il San Luca del Giambologna (1602) fu commissionato dall’Arte dei Giudici e dei Notai.

L’opera dello scultore fiammingo si contraddistingue per la grande potenza espressiva e, a differenza degli altri due bronzi, non aveva mai avuto altre occasioni fino allo scorso aprile di lasciare il palazzo di Orsanmichele, se non per la necessaria messa in sicurezza durante la seconda guerra mondiale e per il restauro del 2001. Infine, il gruppo verrocchiesco dell’Incredulità (1467-1483), scenograficamente allestito in mostra entro una nicchia sopraelevata ad una altezza prossima a quella del tabernacolo originale, rappresenta l’Università della Mercanzia.

La mostra a cura di Maria Benedetta Matucci, è stata realizzata grazie alla collaborazione della Firenze Musei, con l’allestimento a cura di Opera Laboratori diretto da Pietro Alongi.

 

Andrea Acampa

Uff. Stampa Firenze Musei

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