Galleria Antonacci Lapiccirella Fine Art a Flashback 2019 di Torino, con capolavori italiani ed europei fine ‘800 inizi ‘900

redazione

GALLERIA ANTONACCI LAPICCIRELLA FINE ART

FLASHBACK 2019

31 Ottobre – 3 Novembre 2019 Anteprima stampa: 30 Ottobre 11.00-13.00

La Galleria Antonacci Lapiccirella Fine Art presenterà per la settima edizione di Flashback di Torino una selezione raffinata ed eclettica di opere di pittura, scultura e disegno realizzate da artisti italiani ed europei attivi tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.

Proponendo uno studio attento e focalizzato sulla valorizzazione degli artisti italiani e dei pittori nordici della prima metà del ‘900, la galleria romana persegue un’accurata ricerca storico-artistica attraverso documentazioni scrupolose, in linea con una visione internazionale mossa da un’inesauribile passione: questi sono i punti di forza che hanno contraddistinto la strategia nella selezione delle opere proposte per Flashback 2019.

Il percorso all’interno dello stand si apre con un’importantissima opera del Novecento realizzata dal grande artista romano Giulio Aristide Sartorio (Roma 1860 – 1932). Il grande pannello presentato in quest’occasione costituisce un importante ritrovamento di parti di un grande fregio decorativo Dalla caduta di Roma imperiale alle conquiste ultime della scienza, realizzato da Giulio Aristide Sartorio per la Sala del Lazio in occasione dell’Esposizione Internazionale del Sempione a Milano nel 1906.

Il fregio, dipinto “en grisaille” ad olio su tela, era composto da una teoria di pannelli, con i quali l’artista intendeva illustrare “l’energia dell’Italia nella Storia, tramite dell’idea classica al mondo moderno” ed era disegnato “per associazione spirituale… come il bassorilievo del massimo tempio di Athena” e fu considerato dalla critica una delle più riuscite imprese decorative di Sartorio. In questo pannello presentato a Flashback, l’artista anticipa nello sviluppo della composizione, nella ricercata eleganza stilistica e nel movimento fluido e dinamico delle figure quella che sarà la sua maggiore opera monumentale, la decorazione dell’aula parlamentare a Montecitorio, di pochi anni successiva.

Tra le opere proposte del Novecento, un dipinto che si contraddistingue per la sua visione carica di poesia e mistero è Le Grimpeur (Lo Scalatore) realizzato dall’artista francese Raymond Daussy nel 1945.

L’arte di Daussy si caratterizza per la sua oscillazione tra una grande attrazione verso il realismo ed una vera e propria aspirazione alla fantasia: attraverso le sue opere egli intende esprimere una personale rappresentazione del reale manifestando una particolare apprensione per lo spazio.

Affascinato dall’estetica dei Primitivi come Piero della Francesca e dai grandi maestri del Rinascimento italiano, Daussy non esita a liberarsi delle regole prospettiche classiche, interrompendo i punti di riferimento spaziali dello spettatore. Nei suoi dipinti ci offre quindi delle istantanee sorprendenti fermando le immagini su un punto di equilibrio precario, sospeso. La sospensione dell’attimo diventa un punto di svolta, ed è proprio quando tutto cambia che l’artista inizia a raccontarci la sua storia.

Per capire la genesi di questo interessante dipinto bisogna tornare al 1944, anno in cui il pittore inizia a dipingere quadri che si potrebbero definire “antigravitazionali”, attraverso cui l’artista ricerca un fantastico distaccamento dalla realtà, armonizzando un’apprensione metafisica e cercando di provocare nello spettatore una sensazione di levitazione e di astrazione sempre più incisiva.

Tra le sculture esposte, si segnalano due importanti bozzetti preparatori in gesso raffiguranti il Pugilatore ed il Rematore realizzati da Silvio Canevari per il Foro Mussolini. Entrambe le sculture furono poi tradotte in marmo di Carrara e sistemate il 9 Aprile 1931 nelle due nicchie della facciata posteriore dell’Accademia di Educazione Fisica, nel grandioso complesso compiuto a Roma fra il 1927 ed il 1933 da Enrico del Debbio.

Oltre a Il Pugilatore ed il Rematore, Silvio Canevari realizza per il Foro altre quattro statue: due Ercole, il primo donato dalla provincia di Roma ed il secondo dalla provincia di Brindisi, l’Arciere dalla provincia di Rovigo ed il David dalla provincia di Pisa.

Nella scultura del Rematore il remo costituisce un lungo asse che serve da perno al corpo eretto dell’atleta, rappresentato in un momento di riposo, ma in atteggiamento speculare a quello del Il Pugilatore, che si sarebbe trovato appunto nella nicchia all’altro lato dell’entrata. Le due figure sono accomunate anche dai simili calzari ai piedi e dalla corta clamide drappeggiata sulle spalle, elementi per i quali la figura forma quasi un ideale pendant. Entrambe le sculture sono un piccolo capolavoro di equilibrio, di risolte tensioni tra dinamismo e staticità.

Roma   27 ottobre 2019