A Flashback 2019 i pezzi più importanti della Galleria del Laocoonte di Roma, dai moderni (Oppi, Raphael, Spadini ecc) ai neoclassici (Canova, Tadolini) al rococò (Ghezzi)

redazione

Al Pala Alpitour di Torino, inaugura Flashback 2019, una vetrina sull’arte moderna

Per rendere onore a Flashback, fiera di arte antica e moderna, la Galleria del Laocoonte di Roma per questa edizione ha deciso di portare a Torino i pezzi più belli e significativi della mostra XX IL GENERE FEMMINILE NELL’ARTE DEL ‘900 ITALIANO (catalogo a cura di Monica Cardarelli con introduzione di Barbara Alberti ed. Polistampa sett. 2019) per metterli a confronto con alcuni pezzi antichi della Galleria W. Apolloni di Roma.

L’opera protagonista scelta per la copertina del catalogo è il tenero e delicato pastello di Achille Funi che illustra l’abbraccio adulterino tra la leggendaria Parisina e il suo figliastro Ugo figlio di Niccolò III d’Este, entrambi giustiziati da quel padre e marito assassino. In realtà Funi ritrasse la propria allieva ed amante Felicita Frai e entravesti un’altra sua allieva che diventerà famosa, Leonor Fini. A questa fanno splendido corteggio ben tre opere del raro e schivo Roberto Melli, grande pittore outsider del ‘900 italiano: Il Ritratto della moglie del 1931, e vestita a fiorami con una una lussureggiante pianta di appartamento è il Ritratto di Mimma Riccobaldi del 1943, infine il ritratto intero di Anna Maria Passarella sinfonia di panneggi quasi cézanniani. Di seguito a questi uno dei più bei dipinti di Antonio Scordia ancora composto in quel linguaggio neo-cubista che adottò in arte la ritrovata libertà politica italiana raffigurante il Ritratto di Valentina, commovente ritratto di donna bambina.

Più fisso e ieratico, disegno sinopia del dipinto, è il Ritratto della Dhely di Ubaldo Oppi del 1923, che ha tutto il fascino del Realismo magico di cui l’artista fu uno dei maggiori interpreti. A questa stessa corrente stilistica e spirituale apparteneva Edita Broglio di cui qui è il grande disegno preparatorio per La terrazza sul mare del 1949. Affine per i suoi caratteri di immobilità sognante è il Riratto di donna con collana della casoratiana e non ancora futurista volante Marisa Mori. E’ un dipinto double face che cela dietro al volto della donna un deserto paesaggio marino che ha l’incanto e la malinconia di una fine stagione. Enrico Sacchetti fu illustratore vivace e prodigioso tra Parigi e l’Italia: di lui due figurini di donne alla moda con cappelli vistosamente stravaganti e due icone del teatro d’allora la divina Eleonora Duse e la brillante e maliziosa Dina Galli.

Quello in cui Pietro Gaudenzi ritrae la sua prima moglie anticolana Candida Toppi è un grande dipinto in cui la materia del colore si fa luce, restituendo lo stesso sole che faceva brillare erbe e fiori e la candida camicia della donna nel giardino incantato della romana villa Strol – Fern nel lontano 1910. Del fantastico narratore Dino Buzzati, che fu anche disegnatore e pittore originalissimo è L’harem in cui un emiro solitario è circondato dai nudi sognanti delle proprie concubine, ognuna in una diversa posizione ad esporre le proprie rotonde nudità in un campionario di curve esagerate.

Ben meno allegra è invece la nudità delle prostitute squallidamente illuminate nel Postribolo di Alberto Ziveri del 1945, che faceva parte della raccolta dell’Italia contemporanea chieste agli amici artisti da Cesare Zavattini per la propria privata pinacoteca.

Ad accompagnare queste immagini di donne del XX secolo si è scelto di portare dalla Galleria di Arte antica W. Apolloni un grande ritratto di famiglia con dama pittrice al cavalletto, accompagnata dal proprio marito in divisa militare francese del tempo della prima Campagna d’Italia, assieme a due figli bambini di cui uno è abbigliato con la stessa uniforme del padre come se anche egli fosse stato reclutato per combattere a Rivoli o a Marengo. E’ un quadro meraviglioso ancora senza attribuzione. Sembrerebbe proprio l’opera della donna al cavalletto, che si autoritrae con la sua famiglia. Si spera che gli studi in corso diano presto un nome a questa artista misteriosa.

Inturbantata e vestita di seta d’oro è la dama ritratta da Domenico Pellegrini pittore veneto cosmopolita tra Sette e Ottocento. Non sappiamo se sia una giovane nobile o una cortigiana la fanciulla che protegge il proprio volto con un parafuoco di vimini dal calore di un bracere ardente.

Antonio Canova, Busto di Carolina Bonaparte, gesso

E’ Porzia la moglie di Bruto che si uccise ingoiando dei carboni? O è un’allegoria dell’Inverno? E’ comunque un capolavoro di galanteria barocca del pittore Giuseppe Ghezzi (Comunanza 1634 – Roma 1721). Il suo più grande capolavoro  fu però il figlio da lui educato (Roma 1674 – 1755) Pier Leone Ghezzi, il più interessante, bizzarro e colto pittore del Barocchetto romano. Con la penna era divenuto il più famoso caricaturista d’Europa tanto che i suoi ritratti a pennello talvolta sembrano tradire la voglia di prendere in giro i ritrattati. Non quando però descrive con intenerita partecipazione i volti dei bambini o delle giovani donne, come neI Ritratto di giovane dama, certamente nobile a giudicare dalla preziosità dei suoi gioielli e dal suo sontuoso abbigliamento, guarnito dal tocco di innocenza di un piccolo bouquet di fiori freschi.

Per quel che riguarda la scultura un meraviglioso gesso di Canova raffigurante Carolina Bonaparte, Regina di Napoli, per l’occasione separato dal suo legittimo pendant Gioacchino Murat, viene esposto accanto al trepido bronzo di Antonietta Raphael (1895 – 1975) raffigurante la giovane figlia Giulia Mafai.

Andrea Spadini, Leda e il cigno, ritratto di Simonetta Fabiani Colonna

Il marmo della principessa Demidoff è tour de force di virtuosismo scultoreo di Adamo Tadolini (Bologna 1788 – Roma 1868), l’ultimo allievo di Canova. Allievo di Canova fu anche Gaetano Monti di Ravenna (1776 – 1847) di cui qui si espone un busto di una cantante lirica dalla chioma cinta dell’elmo di Achille, così come si usava quando una contralto interpretava quelle ruoli maschili che erano stati privilegi dei castrati. Di Andrea Spadini (Roma 1912 – 1983) che fu autore tra l’altro delle bronzee sculture dell’Orologio Musicale di Central Park di New York, della decorazione dell’intera Villa Cicogna di Venezia e delle coloratissime sculture per il Teatro di Villa Sordi a Roma e di cui la Galleria del Laocoonte ha di recente tenuto una mostra a Roma rivelando le meraviglie della sua fervida fantasia, si espone Simonetta Fabiani Visconti in veste di Leda e il Cigno.

Roma   31 ottobre 2019

Dott.ssa Monica Cardarelli

Galleria del Laocoonte Via Monterone 13,13A 00186 Roma

Tel: 06 68308994 Mobile: 348 1234707 http://www.laocoontegalleria.it